Cresce sempre di più la preoccupazione nel settore agricolo per la batteriosi dell’actinidia, causata dal batterio Pseudomonas syringe pv. actinidiae.

Dal 2007 questa patologia ha colpito circa il 25% degli impianti totali, mettendo a rischio la sopravvivenza l’intero settore e del suo indotto.. Il kiwi rappresenta il 6% della produzione frutticola italiana e il 9% della Plv nazionale per quanto riguarda la frutta. In termini produttivi l’Italia è il secondo produttore mondiale (dopo la Cina) con 430.000 tonnellate (il 65% di tutti i kiwi prodotti nell’emisfero Nord) ma è leader mondiale dell’esportazione con il 33% dell’intero commercio. I principali produttori sono Lazio (32%), Piemonte (21%) e Emilia-Romagna (14%).

 

Parola d’ordine: prevenire e impedire nuovi impianti

Attualmente sono in corso molte attività per contrastare la diffusione di questa patologia, che spaziano dalla ricerca alla sperimentazione, fino alle prove in campo. Tutte queste iniziative hanno confermato che al momento la difesa è soprattutto preventiva e che non si conoscono cure efficaci. Tutte le Regioni italiane hanno messo a punto disciplinari di produzione relativi alle azioni agronomiche preventive alle quali gli agricoltori devono scrupolosamente attenersi.

Inoltre cresce sempre di più l'idea tra gli addetti al lavoro di vietare la costituzione di nuovi impianti per un periodo ancora in fase di valutazione. Su quest'ottica rientra la richiesta del Comitato fitosanitario nazionale al ministero delle politiche agricole, ambientali e forestali di proporre un Decreto che vieti la creazione di nuovi impianti su tutto il territorio nazionale in attesa che venga individuata un’adeguata terapia. Da tenere in considerazione il Decreto ministeriale ‘Salvakiwi’ varato dal Mipaaf (7 febbraio 2011) sulla prevenzione, controllo ed eradicazione della malattie e delle piante infette. 

 

La strategia europea

A fronte di un rapido estendersi e aggravarsi della malattia e sotto richieste degli assessori regionali dell'Agricoltura e del ministro dell'agricoltura Saverio Romano, nei giorni scorsi i parlamentari europei Francesco De Angelis, Paolo de Castro e David Sassoli hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea per sollecitare iniziative contro la batteriosi.

Lo scopo è quello di creare una strategia europea vista l'importanza della coltura, il suo valore economico e la sua diffusione.

 

Le iniziative della Regione Emilia-Romagna

La Regione Emilia-Romagna ha attuato una serie d’interventi per contrastare il crescente problema della batteriosi.

Indennizzi agli agricoltorispiega Tiberio Rabboni, assessore all’agricoltura della Regione - grazie a un fondo regionale che può contare su risorse pari a 1 milione euro per il 2011, che si aggiungono ai 600 mila euro già erogati per gli interventi fatti nel 2010. Inoltre ci sarà un accesso prioritario ai finanziamenti europei per le aziende che vorranno reintegrare nuove piante da frutto nell’ambito dell’Ocm ortofrutta, meccanismi incentivanti per promuovere la sottoscrizione di polizze assicurative, ma anche un progetto di ricerca cofinanziato dalla Regione e un piano di monitoraggio a tappeto della malattia, in collaborazione con le stesse organizzazioni dei produttori”.

La batteriosi sta colpendo le colture di kiwi in tutto il territorio nazionale e per questo motivo la Regione Emilia-Romagna si aspetta un analogo impegno da parte del ministero delle Politiche agricole e della stessa Unione europea.

“Il ministro Romano – prosegue Rabboni – si è impegnato a dare una risposta alle nostre richieste e ha convocato una riunione per la prossima settimana con tutte le regioni toccate dal problema. Il ministro ha riconosciuto la fondatezza delle nostre preoccupazioni e la necessità di un tempestivo intervento ministeriale. Ora è indispensabile non perdere ulteriore tempo. Per quanto riguarda i finanziamenti regionali – sottolinea Rabboni - si tratta di risorse congrue se consideriamo che in Emilia-Romagna attualmente sono stati accertati danni alle piante in un centinaio di frutteti, che hanno portato all’abbattimento di una superficie equivalente a circa 15 ettari, mentre in Piemonte, per fare solo un esempio, siamo intorno ai 270 ettari”.

 

Le iniziative della Regione Lazio

"il contrasto alla batteriosi del kiwi – spiega Angela Birindelli, assessore all’Agricoltura della Regione Lazio - è una priorità dell'assessorato che ha deciso di rendere permanente il tavolo istituzionale attivato dalla Regione finchè non si troveranno adeguate soluzioni per dare risposte concrete ai nostri produttori.

Ho inviato – aggiunge l'assessore – una nota al ministro delle Politiche agricole per sollecitare la convocazione di un incontro urgente con le Regioni coinvolte e le organizzazioni degli agricoltori. Inoltre ho richiesto l'istituzione di un progetto di ricerca nazionale e ulteriori risorse per gli indennizzi agli agricoltori volte ad integrare quelle stanziate dalle Regioni".

"Oramai siamo di fronte ad un problema di dimensioni internazionali, quindi è necessaria la definizione di una strategia coordinata sostenuta dall'unione europea, dal Mipaaf e dalle Regioni. In questa partita - conclude Birindelli - la regione Lazio si pone come Regione capofila, considerato che circa il 35% della produzione italiana viene realizzata sul territorio regionale”.

 

Le iniziative della Regione Piemonte

La Regione Piemonte ha recepito tempestivamente le linee guida del Decreto ministeriale, coinvolgendo le amministrazioni locali a vari livelli, affinché le prescrizioni e le raccomandazioni giungessero capillarmente a tutti gli interessati. La linea del Servizio fitosanitario regionale è quello di bloccare la costituzione di nuovi impianti nel territorio almeno fino al 31 dicembre 2011. Inoltre chi ha usufruito delle sovvenzioni ha l’obbligo di eradicare le piante infette e di non reimpiantare fino al 31 dicembre 2013.