Si è conclusa l’attuazione del progetto per la diffusione del metodo di coltivazione biologica che la Regione Puglia ha finanziato nell’ambito del programma Interreg 3.a Italia-Albania ed è stato realizzato dall’Istituto agronomico mediterraneo di Bari del Ciheam in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Bari, la Scuola Agraria del parco di Monza e istituzioni albanesi quali il ministero dell’Agricoltura e dell’alimentazione, l’Università Agricola di Tirana, l’Istituto delle piante ortive e della patata di Tirana, l’Istituto di arboricoltura di Valona, l’Istituto di Protezione delle piante di Durazzo e l’Associazione Agricoltura Biologica albanese.
Il progetto ha avuto 4 obiettivi: rafforzare il partenariato italo-albanese sull’agricoltura biologica, migliorare servizi e strutture di supporto allo sviluppo dell’agrobio, adeguare le capacità professionali del personale e creare le strutture pubbliche per lo sviluppo dell’agrobio. I risultati sono stati presentati nel workshop svoltosi all’Iam. "Nei 3 anni richiesti dal progetto – ha detto Damiano Petruzzella dell’Iam – il partenariato scientifico è stato rafforzato con la costituzione di un network tematico tra 14 istituzioni italiane ed albanesi e con la realizzazione di un campus virtuale per lo scambio di conoscenze". Sono stati messi a punto i disciplinari di coltivazione biologica dell’olivo, della vite e degli ortaggi ed è stata realizzata una rete di 14 aziende italiane ed albanesi, sono stati realizzati due centri di competenza, quello italiano nel campus dell’Iam, quello albanese al ministero dell’Agricoltura, è stato attuato un programma che ha coinvolto 10 aziende ed è stato realizzato un sistema informativo web bilingue. Il rafforzamento delle istituzioni è stato raggiunto con l’adozione in Albania della disciplina giuridica dell’agricoltura biologica e la realizzazione di un software gestionale, e con la redazione di una proposta per l’organizzazione di un servizio specializzato di gestione e sviluppo e con l’assistenza tecnica all’introduzione di tecnologie innovative di divulgazione.