Meno male che c'è l'export, verrebbe da dire. Perché a guardare i dati delle immatricolazioni delle macchine agricole in Italia nel primo trimestre del 2012 (rispetto al 2011) c'è poco da stare allegri: -24,5% per le trattrici, -12,8% per le mietitrebbiatrici, -23,5% per le motoagricole e -21,5% per i rimorchi.
A controbilanciare le difficoltà sul fronte interno, si registra però l'ottima performance del made in Italy sui mercati esteri, con le macchine agricole che a fine 2011 hanno raggiunto un valore di oltre 2,5 miliardi di euro, pari a un incremento del 14,7%.

Dati incoraggianti, emersi nel corso dell'Assemblea generale di FederUnacoma a Bologna, la prima dopo la trasformazione dell'Associazione in Federazione che ora riunisce sette associazioni in rappresentanza dei diversi settori.

 

Presidente Goldoni, FederUnacoma ha completato un passaggio che si può definire epocale. Quali sono state le istanze che lo hanno generato e quali gli obiettivi collegati al nuovo assetto?

"Il settore della meccanizzazione è molto composito, perché comprende le più diverse tipologie merceologiche, dalle trattrici ai componenti elettronici, dalle macchine per la cantieristica ai motori, fino ai rasaerba per il gardening. La costituzione di sette associazioni specializzate consente di evidenziare meglio e di valorizzare le specificità di ciascun comparto.
Nello stesso tempo, la convergenza delle singole associazioni nella più ampia Federazione garantisce all’intero settore della meccanizzazione una maggiore autorevolezza e capacità negoziale nelle sedi politiche e istituzionali.
La costituzione di un organismo federativo, del resto, è in linea con l’orientamento della stessa Confindustria, che ritiene vantaggioso per i singoli comparti industriali confluire in organizzazioni più ampie, capaci di armonizzare e rappresentare ad un livello superiore alcune istanze di carattere generale".

 

Il mondo della produzione agricola si caratterizza per frammentazione e scarsa capacità di fare massa critica. Voi, al contrario, avete imboccato la direzione opposta: l'aggregazione può essere una valida risposta alla crisi?

"L’associazionismo ha una tradizione importante nel nostro Paese, e la presenza di molteplici organizzazioni che rappresentano categorie professionali e imprenditoriali costituisce per molti aspetti una ricchezza. Dove ci sono identità forti, tuttavia, è sempre difficile sviluppare una cultura della cooperazione che consenta di aggregare più soggetti in vista di obiettivi di comune interesse.
Penso che mai come in questo momento le istanze dell’agricoltura, come quelle dell’industria e del mondo professionale, debbano trovare denominatori comuni ed essere portate avanti in modo corale.
Per riuscire a far questo, abbiamo tutti bisogno di cambiare qualcosa anche nel nostro approccio culturale. Chi fa attività politico-sindacale di solito è più bravo a valorizzare gli elementi distintivi della propria organizzazione piuttosto che ricercare gli elementi di convergenza con le altre…".

 

Il primo trimestre del 2012 ha fatto segnare un forte calo per tutte le tipologie di macchine. Quale reazione vi aspettate dai mercati a seguito di questa trasformazione federativa?

"La trasformazione dei nostri assetti istituzionali non può avere, in quanto tale, un effetto sui mercati. Ma l’attivazione di tavoli di lavoro nell’ambito delle singole associazioni federate può consentire certamente una più attenta analisi dei mercati e dei fabbisogni di meccanizzazione nei diversi contesti produttivi. Parlare in termini generali di mercato della meccanizzazione agricola è, infatti, insufficiente.
Bisogna capire bene quali spazi esistono per ogni singola tipologia di macchina e quali sono le condizioni per innescare positive dinamiche di domanda e offerta".

 

Si è da poco tenuta la prima assemblea ordinaria di FederUnacoma. Quali sono stati i principali temi all'ordine del giorno?

"Il primo tema in agenda è quello imposto dall’emergenza terremoto, che ha colpito alcune aree dove sono collocati distretti produttivi fondamentali per il nostro settore, vedi quelli di Modena, Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, Mantova, Rovigo.
Per le nostre aziende danneggiate, in modo diretto e indiretto, dal sisma abbiamo messo a punto, grazie alla reattività e allo spirito di solidarietà di tutti i nostri associati, un pacchetto di iniziative che vanno dall’offerta di strutture dove trasferire momentaneamente la produzione agli interventi in sede regionale per la facilitazione delle procedure di verifica tecnica sulle strutture.
Per quanto riguarda le strategie più generali, abbiamo aperto una stagione di grande impegno sul fronte della internazionalizzazione delle nostre imprese.
La produzione nel nostro settore continua a tirare proprio grazie alle esportazioni, che, mai come in questo momento in cui il mercato interno è in recessione, rappresentano la grande risorsa delle nostre imprese. L’accesso ai mercati esteri comporta però una grande attività politica, promozionale, di servizio, e comporta una conoscenza sempre più tecnica dei mercati emergenti, non soltanto quelli dei Paesi BRIC, ma quelli di Paesi che stanno conoscendo un rapido sviluppo agricolo sempre nell’area sudamericana e dell’estremo oriente, ma anche nell’Europa orientale e nel continente africano".