I prezzi all'ingrosso del grano duro fino nazionale al Sud Italia restano stabili, confermando ieri, 18 dicembre 2019, i valori della scorsa settimana, attestandosi a 285 euro sui massimi in Borsa merci a Foggia. Il valore, raggiunto alla fine della fase di calo nella seduta del 4 dicembre, vede così la sua seconda conferma, che segue quella dell’11 dicembre scorso.

Sembra così archiviata anche la fase di assestamento dei prezzi – intercorsa tra il 20 novembre ed il 4 dicembre – che era seguita al breve momento della stabilità all'insegna dei prezzi massimi - 290 euro alla tonnellata tra il 30 ottobre ed il 13 novembre. Ora i prezzi appaiono decisamente fermi. E a Foggia - dalla seduta del 18 settembre a ieri - risultano comunque cresciuti di 25 euro alla tonnellata.

Quella del mercato domestico è una stabilità di prezzo fortemente legata a fattori interni, come nota anche Borsa merci telematica italiana nella newsletter Cereali di dicembre. Circostanza confermata dal fatto che l'indice nazionale dei prezzi Usa del grano duro invernale nell’ultima settimana – tra l’11 ed il 18 dicembre a Chicago ha guadagnato ben 388 punti, segnando un +9,76%, in netta controtendenza rispetto al –2,10% della settimana precedente. Il tutto senza sortire effetti a Foggia.

Ismea al contempo registra mercati all'origine tutti stabili sulle piazze del Sud monitorate più di recente. A Bari, Campobasso, Matera, Foggia, Napoli e piazze siciliane i prezzi in campagna restano fermi sulle proprie posizioni.

La Borsa merci di Bari, il 17 dicembre, registra ancora una volta stabilità per il cereale pastificabile nazionale sull'ultima seduta del 10 dicembre, con valori che uguagliano quelli fissati a Foggia. Sulla piazza barese prezzi fermi anche per i grani duri esteri quotati: Spagnolo e Canadese di prima qualità.
 

Bmti, in Italia stabilità a novembre

A livello nazionale, Borsa merci telematica italiana, nella newsletter dedicata al mercato dei cereali pubblicata nei giorni scorsi, riferendosi ai mercati all'ingrosso del grano duro italiano, afferma: “Dopo il forte aumento osservato ad ottobre, i prezzi del grano duro scambiato nel mercato italiano hanno assunto a novembre un andamento stabile, complice il rallentamento registrato sia dal lato della domanda che dell’offerta”.

“I prezzi del grano duro fino – analizzati tramite il Fixing indicativo nazionale camerale da Bmti – si sono mantenuti durante il mese (novembre NdR) appena sopra i 270 euro alla tonnellata, evidenziando comunque nel confronto con il mese precedente un incremento del +3,7%. Resta ampia la crescita rispetto ad un anno fa, pari ad un +24,8%”.

Bmti inoltre fa notare come “la fase di stabilità si è estesa anche ai listini del grano duro biologico, praticamente invariati rispetto a ottobre in tutte le principali piazze di scambio”.

Infine Bmti registra come sul fronte del commercio estero “nonostante la frenata registrata a novembre (-26% rispetto allo stesso mese del 2018), le importazioni italiane di grano duro da paesi extra Ue -28 rimangono nell’attuale annata ben più alte rispetto alla precedente, facendo segnare nel periodo 1° luglio – 25 novembre un +69,4%”.
 

Prezzi all'ingrosso a Foggia

Il grano duro fino nazionale mietitura 2019, proteine minime 12% e peso specifico 80 chilogrammi ogni 100 litri, ha visto ieri, 18 dicembre 2019, la sua ventiquattresima seduta di stagione alla Borsa merci della Camera di commercio di Foggia. E l'Osservatorio prezzi ha registrato stabilità delle quotazioni di questo raccolto sulla seduta dello scorso 11 dicembre – ribadendo così i 280 euro alla tonnellata di prezzo minimo e 285 di massimo alle condizioni "franco partenza luogo di stoccaggio".

I cali di prezzo di complessivi 5 euro, intervenuti nelle sedute del 27 novembre e del 4 dicembre, rispetto alla seduta del 20 novembre 2019, ultima a registrare 290 sui massimi,– ha riportato i valori del mercato a metà strada tra i 275-280 registrati fino al 23 ottobre scorso ed i 285-290, frutto del grande balzo di ben 10 euro compiuto il 30 ottobre. Curiosità: un’analoga quotazione di 280-285 fu raggiunta a Foggia l’ultima volta il 2 dicembre 2015, quattro anni e 17 giorni fa, per poi ripetersi il 4 e l’11 dicembre ed infine ieri.

I valori registrati ieri restano maggiori di 13 euro alla tonnellata rispetto alla seduta del 9 ottobre e di 30 euro sovrastanti quella del 31 luglio 2019. Ma i 285 euro confermati ieri superano di ben 52 euro i valori del 19 dicembre 2018, attestati a 233 euro sui massimi: il 22,32% in più.

I valori conseguiti con i rialzi di stagione compresi dal 26 giugno a ieri si attestano complessivamente a 55 euro sopra quelli del 19 giugno, data dell'esordio di stagione commerciale. E sono prezzi che superano di 37 euro quelli di fine campagna commerciale del 29 maggio 2019: attestati a 243,00 euro alla tonnellata sui minimi e 248,00 sui massimi.

Rispetto alla ventitreesima seduta, si presenta stabile, sia sui valori massimi che su quelli minimi, anche il grano duro biologico, che ieri a Foggia ha confermato i 415,00 euro alla tonnellata sui minimi ed i 425,00 sui massimi. In questo caso valori superiori di 25 e 30 euro a quelli dell'ultima quotazione della mietitura 2018, che aveva chiuso il 29 maggio scorso con 390 euro a tonnellata sui minimi e 395 sui massimi. Curiosità: in un anno, dal 19 dicembre 2018, il progresso del prezzo medio del grano duro bio è stato di 42,5 euro, l’ 11,26% in più.
 

Borsa merci Bari, frumento duro nazionale

Il 17 dicembre 2019 alla Borsa merci di Bari, il prezzo del grano duro fino nazionale - peso specifico 79 chilogrammi ogni 100 litri e proteine minime 13% - ha confermato i 280 euro alla tonnellata sui minimi ed i 285 euro sui massimi della seduta precedente del 10 dicembre, e si tratta della terza consecutiva all’insegna della stabilità. Ultimo movimento, quello del 26 novembre, quando il cereale pastificabile aveva invece subito una perdita di 3 euro sulla ancor precedente seduta del 19 novembre .

Il cereale pastificabile italiano alla Borsa merci di Bari - lasciati sul terreno 6 euro alla tonnellata rispetto alla massima quotazione, raggiunta il 5 novembre scorso, quando aveva raggiunto i valori di 286-291 – conferma così una tendenza verso la stabilità. Il grano duro nazionale sulla Borsa merci di Bari si attesta ora ad un valore superiore di 19 euro alla tonnellata rispetto alla seduta del 27 agosto scorso. Dal 30 luglio 2019 l'aumento registrato su questa piazza è di 21 euro.
 

Borsa merci Bari, cereali esteri

Il grano duro Spagnolo, con proteine al 13%, è alla sua ventunesima quotazione e conferma i valori dell’ultima seduta, pervenendo a 283 euro alla tonnellata sui minimi ed a 288 sui massimi, dopo aver perso 2 euro nella scorsa settimana. Rispetto al 3 settembre scorso, il cereale iberico ha guadagnato 20 euro alla tonnellata.

Il grano duro Canadese di prima qualità, con proteine minime al 15% si conferma stabile, ribadendo così i 288 euro sui minimi e 290 sui massimi del 3 e del 10 dicembre. Lo stop ad una fase di calo era giunto dopo ben tre sedute – 19 e 26 novembre e 3 dicembre - che lo avevano visto perdere complessivamente 12 euro a tonnellata sull’11 novembre 2019, quando ancora manteneva la valutazione massima di 300-302 euro alla tonnellata, raggiunta il 5 novembre.

Il Canadese di prima qualità, tornato stabile, risulta comunque cresciuto complessivamente di 36 euro alla tonnellata dalla precedente fase di ribassi, che aveva avuto termine il 10 settembre, quando era attestato a 252 - 254.
 

Prezzi all'origine: tutte le piazze del Mezzogiorno d'Italia

Bari
All'origine Ismea rileva a Bari il 16 dicembre 2019 il frumento duro fino nazionale alle condizioni di “franco azienda” a 280 euro alla tonnellata sui minimi e 285 sui massimi: stabile sulla rilevazione del 9 dicembre e in diminuzione di 5 euro rispetto alla rilevazione del 18 novembre. Tali valori restano superiori di 23 euro a quelli rilevati dall'istituto il 26 agosto 2019 - sia sui minimi che sui massimi - quando il cereale stazionava a 257-262 euro a tonnellata.

Matera
A Matera, alle condizioni di "franco azienda" Ismea rileva il grano duro fino nazionale il 16 dicembre 2019 a 270 euro alla tonnellata sui valori minimi e 290 sui massimi. Tali valori risultano invariati sul 9 dicembre e restano cresciuti - rispetto a quelli registrati dall'istituto l'11 novembre - di 5 euro sui minimi e 10 euro sui massimi. Rispetto al 29 luglio scorso – quando il cereale pastificabile era attestato a 243 euro alla tonnellata sui minimi e 246 sui massimi, l'incremento del prezzo è stato di 44 euro alla tonnellata sui massimi e di 27 euro a tonnellata sui minimi.

Foggia
A Foggia alle condizioni di "franco azienda", Ismea ha rilevato l’11 dicembre 2019 il grano duro fino nazionale a 270 euro alla tonnellata sui valori minimi e 275 sui massimi, prezzi stabili sul 4 dicembre. Allo stato la piazza di Foggia perde complessivamente 13 euro sui massimi valori di questa mietitura di 283 - 288 raggiunti il 30 ottobre scorso e mantenuti fino al 6 novembre. I prezzi attuali risultano comunque maggiori rispetto al 28 agosto di 20 euro a tonnellata. Il cereale pastificabile su questa piazza secondo Ismea ha guadagnato 30 euro a tonnellata sui prezzi del 31 luglio 2019.

Sicilia
Sulle piazze di Palermo e Catania i prezzi del grano duro fino rilevati da Ismea il 10 dicembre scorso alle condizioni "franco azienda" si sono attestati a 250 euro sui minimi e 255 sui massimi e risultano stabili rispetto al 3 dicembre scorso. Con questi valori le due piazze siciliane presentano prezzi maggiori di 40 euro a tonnellata sulle rilevazioni dell'istituto effettuate il 20 agosto.

Napoli
A Napoli i prezzi del grano duro pastificabile alle condizioni "franco magazzino arrivo" rilevati da Ismea il 10 dicembre risultano stabili sui valori registrati il 3 dicembre, confermandosi così a 282 euro sui minimi e 285 sui massimi. A Napoli dal 20 agosto, quando il cereale era rilevato a 270 - 272 euro, al 3 dicembre, i prezzi sono lievitati di 12 euro sui minimi e 13 euro sui massimi.

Campobasso
A Campobasso il 9 Dicembre 2019 Ismea ha rilevato il prezzo del grano duro fino alle condizioni "franco azienda" a 236,30 euro alla tonnellata sui minimi e 243,10 sui massimi, valori stabili sul 2 dicembre scorso. Tali prezzi appaiono minori di euro 0,20 sui minimi rispetto al 29 luglio - quando Ismea rilevava 236,50 euro la tonnellata - ed in rialzo di euro 1,60 sui massimi raggiunti in quella data, pari a 241,50.