Si è tenuta nei giorni scorsi a Seinäjoki, in Finlandia, la sesta conferenza annuale della rete Eriaff, la rete delle regioni europee per l'innovazione in agricoltura, alimentazione e foreste che raggruppa 77 regioni di diciotto Stati membri, dedicata quest'anno alla sicurezza alimentare.

Un progetto che vede come capofila la Toscana, che in Svezia ha presentato la sua agricoltura 4.0 e la piattaforma sull'agricoltura di precisione, creata in collaborazione con la Commissione europea per mettere in comune le conoscenze sulle migliori tecnologie disponibili.

A illustrare la realtà toscana è stato l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Remaschi che ha sottolineato i passi avanti fatti dalla regione e le iniziative per sviluppare la digitalizzazione in agricoltura portate avanti anche grazie al Psr.

Tra le esperienze, è stata citata la realtà di Montalcino con mille ettari vitati monitorati con sistemi di precisione con l'obiettivo di razionalizzare gli interventi fitosanitari e l'uso di fertilizzanti.

In più l'assessore ha parlato dell'attivazione di un cluster europeo sull'orticoltura, la creazione di una rete europea di aziende dimostrative per l'agricoltura di precisione, l'alimentazione, la gastronomia e le nuove tecnologie, e ha lanciato la candidatura della Toscana a ospitare il convegno nazionale del 2019.

Ma anche le Marche si sono presentate come protagoniste in Svezia, proponendo la propria candidatura per ricoprire il ruolo di capofila nel nascente partenariato interregionale sull'agricoltura sociale.

Una proposta accolta con favore dalle altre regioni presenti, che hanno proposto la realizzazione di una piattaforma per lo scambio di nuove idee, sia per conoscere il percorso seguito dalle Marche.

Una tematica, quella dell'agricoltura sociale, cara alla regione e sviluppata negli anni con un grande numero di progetti, che vanno dalle attività di agrinido, a quelle della longevità in ambito rurale, agli orti sociali nelle carceri.

Nuove iniziative potranno riguardare l'inserimento lavorativo di persone disabili e svantaggiate puntando a garantire stabilità e durata del rapporto lavorativo con l'azienda agricola oltre che la diversificazione sia dei servizi educativi, sia delle attività di servizio nei confronti degli anziani.