Strano continente l’Europa, dove convivono prodotti agroalimentari super tracciati - come quelli a denominazione di origine – e tanti altri ad etichetta anonima, dalla quale non è possibile rinvenire l’origine del prodotto, a tutto discapito dell’informazione trasparente del consumatore, ma anche, di conseguenza, del buon funzionamento dei mercati agroalimentari. Con danni per frodi alimentari che sul mercato europeo per i soli produttori italiani si attestano sui 22 miliardi di euro.

Lo ha fatto notare Nicola Caputo, parlamentare europeo del Pd gruppo S&D – eletto nella circoscrizione Italia Meridionale -  e membro della Commissione Agricoltura nel suo intervento sul “Regolamento made-in: tracciabilità, etichettatura e denominazione d’origine nei prodotti alimentari”, pronunciato nel corso della Plenaria del 16 settembre scorso, durante il “One Minute Speech”.

“Ogni giorno centinaia di Tir importano in Italia prodotti alimentari che non hanno indicazione del luogo d’origine né etichetta e che, una volta trasformati, diventano magicamente made in Italy agroalimentare" – ha ricordato Caputo.

Una proposta di Regolamento europeo sul “made in”, che prevede in particolare l’obbligatorietà dell’indicazione d’origine per i prodotti destinati al consumo (sia per quelli realizzati nell’Ue che per quelli provenienti da Paesi extra Ue), è stata presentata dalla Commissione nel dicembre 2005. Il testo, che è stato approvato in Parlamento nell’ottobre 2010, è bloccato in Consiglio da 5 anni con gravi conseguenze come le frodi alimentari.

 “Oggi nell’Ue l’etichetta è anonima per circa la metà dei prodotti, dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dai salumi al concentrato di pomodoro fino ai sughi pronti – ha sottolineato Caputo.

Grazie al Regolamento "made in" l’obbligo di indicare l’origine del prodotto agricolo in etichetta verrebbe esteso a tutti i prodotti alimentari, riducendo così notevolmente le frodi alimentari e l’inganno a tavola che genera ogni anno un business illegale che danneggia l’Italia: costo stimato da Federalimentare in 22 miliardi sul mercato europeo e per effetto del solo italian sounding.
 
“La tracciabilità e la trasparenza delle etichette potranno garantire non soltanto maggiore sicurezza per i consumatori, ma anche redditi più alti per i produttori che subiscono notevoli danni economici legati alle frodi alimentari – ha sottolineato Caputo, che ha concluso dicendo - chiedo quindi al Consiglio di cogliere questa grossa opportunità, approvando finalmente il Regolamento sul “made in”.