Le donne in olivicoltura rappresentano il 30% dell’imprenditoria agricola del nostro Paese. Il monitoraggio del settore femminile, effettuato da Unaprol, nell’ambito delle attività cofinanziate dal reg. 867/08, evidenzia che il 45% delle intervistate possiede un diploma di scuola media superiore; il 22% ha la licenza media inferiore. Solo il 13% la licenza elementare, mentre il 19% possiede una laurea.
A livello nazionale il 26% delle donne intervistate dichiara di aver seguito corsi di formazione e di queste la maggior parte proviene dal Sud Italia. Le donne impegnate in olivicoltura seguono principalmente argomenti che afferiscono alla gestione economica ed agronomica. Il 54% per cento dell’Umbria, il 50% della Lombardia e il 13% della Basilicata seguono anche corsi relativi a marketing e commercializzazione. 

Le donne - riferisce Loriana Abbruzzetti, presidente di Pandolea - sono molto più recettive nei confronti della multifunzionalità intesa come attività complementari di reddito che permettono di unire l’agricoltura post moderna con le nuove esigenze della collettività”.
Il 22% delle imprenditrici olivicole, infatti, svolge anche attività agrituristica e nel 7% dei casi unisce a questo esercizio anche un’attività di ristorazione.

I dati del monitoraggio hanno permesso di tracciare il profilo delle imprenditrici olivicole a livello nazionale e a livello territoriale interessando un campione di circa 800 imprenditrici. I dati sono stati resi noti nel convegno “Imprenditrici super no Extra” nell’ambito dell’iniziativa perle di extra vergine, organizzata dall’associazione delle imprenditrici dell’olio extra vergine di oliva Pandolea alla kermesse Tuttofood, in corso di svolgimento a Milano.