Emilia-Romagna
Batteriosi del kiwi e virus sharka, dalla Regione 1 milione di euro per le aziende colpite 

Ammontano a 1 milione di euro le risorse che la Regione assegnerà già nelle prossime settimane alle aziende agricole che lo scorso anno hanno attuato le prescrizioni obbligatorie per la prevenzione e il contrasto del virus sharka delle drupacee e della batteriosi dell'actinidia.

I contributi, che serviranno in particolare a compensare i costi e le perdite subite per l'abbattimento delle piante infette da queste due gravi fitopatie, andranno a 161 aziende. 

"Con questo intervento – ha dichiarato l'assessore regionale all'agricoltura, Tiberio Rabbonila Regione riafferma, anche in un momento di difficoltà per il bilancio regionale, la propria volontà di sostenere le aziende agricole. Agli agricoltori chiediamo di condividere il nostro impegno per fronteggiare queste gravi malattie, per le quali non esistono, al momento, adeguati mezzi di lotta. Le speranze per una difesa efficace dalla batteriosi dell'actinidia sono affidate agli esiti del progetto di ricerca pluriennale cofinanziato dalla Regione, dalle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli e dalle fondazioni bancarie; per questo motivo è possibile evitare il rischio che queste avversità si diffondano ulteriormente solo con una attenta sorveglianza e una diffusa prevenzione".

L'elenco dei beneficiari è pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione del 15 febbraio. Il contributo è stato calcolato per ciascuna azienda in base a tipologia, età dell'impianto, superficie o numero di piante estirpate.

Fonte: Regione Emilia-Romagna

 

Piemonte
Maltempo, compromessa la produzione di kiwi 

Circa 50 gradi di escursione termica in poche settimane: a inizio febbraio le temperature in Piemonte sono state per molti giorni inferiori a -20° e nell'ultimo week end hanno superato +23°.

Nel Cuneese, dove si è verificata l'escursione termica più importante (da -23° a + 27°) e dove la frutticoltura è più sviluppata, la situazione è compromessa. In particolare per il kiwi, la cui produzione – spiegano i tecnici di Confagricoltura – è danneggiata per il 90%: si tratta di cifre importanti, che peggiorano l'andamento di un'annata già fortemente colpita dalla batteriosi (quella di Cuneo è la seconda provincia d'Italia per produzione di actinidia, con un giro d'affari di circa 120 milioni di euro).

Le altre fruttifere compromesse sono le pesche nettarine, con oltre il 50% distrutto dal gelo, e le susine, sebbene in quest'ultimo caso la produzione piemontese si attesti su quantitativi limitati. Per il melo e il pero occorre attendere ancora qualche settimana.

Fonte: Confagricoltura

 

Lombardia
Benessere suini, allevamenti a rischio chiusura

“Esprimiamo la nostra preoccupazione in merito all’applicazione del decreto legislativo 122/2011 che attua la direttiva UE 120/2008 in materia di benessere animale per il settore suinicolo, afferma Fabio Perini, presidente di Fedagri Confcooperative Lombardia, a commento della nota inviata all’assessorato Agricoltura e all’assessorato alla Sanità di Regione Lombardia contente alcune considerazioni e proposte del mondo cooperativo che in Lombardia rappresenta una realtà di rilievo sia del comparto produttivo (Organizzazioni di produttori) che di quello della trasformazione (Macelli Cooperativi).

“Condividiamo appieno il metodo di lavoro adottato da Regione Lombardia che riteniamo debba proseguire in maniera proficua riunendo costantemente al tavolo l’intera filiera – commenta Perini - allo stesso tempo siamo coscienti che l’applicazione della direttiva comporterà costi che supereranno i 700 Euro/capo suino allevato, costi proibitivi per gli allevatori e per le filiere che si sviluppano ‘a valle’ degli stessi”.

“Almeno un terzo degli allevamenti lombardi non saranno in grado di sostenere questo livello di costi rischiando verosimilmente di chiudere, anche perché non sono ancora usciti dalla crisi che attanaglia il settore ormai da anni – prosegue Perini – sono quindi necessarie misure tempestive che permettano un’applicazione graduale della direttiva attraverso un percorso che coinvolga le opportunità e i bandi regionali, il sistema finanziario, la formazione degli operatori, la definizione delle priorità in maniera progressiva e integrata a livello nazionale e regionale”.

“E' necessario uno sforzo da parte di tutti gli stakeholders affinché questa direttiva non diventi un ulteriore costo che appesantisce la competitività delle filiere suinicole e del nostro sistema produttivo, fondato su produzioni di qualità – conclude Perini – nonostante comprendiamo l’innegabile importanza del principio del benessere animale, dobbiamo anche sottolineare che l’imitazione e la falsificazione delle nostre produzioni Dop e Igp spesso si sviluppa, in maniera assolutamente ingiustificata, proprio laddove il livello dei costi diviene insostenibile”.

Fonte: Fedagri Confcooperative Lombardia

 

Puglia
Assoproli: con la nuova Pac la Puglia perderà 180 milioni di euro

"Dovesse passare la riforma della Politica agricola comune così com'è stata formulata dalla Commissione europea, per la nostra regione significherebbe il colpo di grazia sull'intero settore, le imprese, gli agricoltori, i produttori e tutta la filiera". E' l'allarme lanciato dal presidente di Assoproli, Francesco Guglielmi, che cita uno studio del Consorzio camerale per il credito e la finanza secondo cui la nuova Pac taglierà del 32% i fondi disponibili per la Puglia, da 561,6 milioni di oggi ai 382 del 2020.

"Il budget complessivo che l'Unione europea stanzierà per l'agricoltura – spiega Guglielmi – resterà congelato durante il settennato 2014-2020, il che comporterà una riduzione in termini reali di oltre il 12%, viste le previsioni relative alla inflazione. A ciò si aggiunge il taglio di 240 milioni sullo stanziamento destinato all'Italia, ovvero il 6% in meno del plafond di 4.086 milioni che costituisce la dotazione a regime della Pac attuale". 

"In questo contesto la Puglia – prosegue – è una delle nove regioni italiane che vedranno ridotta la propria disponibilità di fondi, una di quelle in cui l'incidenza percentuale sarà maggiore".

Per questo Assoproli, organizzazione di produttori che raggruppa oltre 37mila produttori e 29 cooperative olivicole, rivolge un appello agli eurodeputati pugliesi e alla Regione perché "si facciano carico di opportuni interventi che rendano meno drammatico l'impatto della nuova politica Ue sulla Puglia, dal momento che nessuno può pensare che con 180 milioni in meno la nostra agricoltura potrà essere in grado di sopravvivere".

Fonte: Assoproli

 

Toscana
Presentato il rapporto annuale sul sistema rurale della Regione

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Salvadori, hanno presentato il rapporto annuale sul sistema rurale toscano, focus di approfondimento sullo stato dell'agricoltura, realizzato dalla Regione attraverso l'Irpet (Istituto regionale programmazione economica della toscana). 

"Vorrei che provassimo ad insistere ancora di più - ha detto Rossi - sul tema del ricambio generazionale, così necessario nelle aziende agricole, in cui oggi il 40% dei conduttori ha più di 65 anni".

"Un secondo punto che ritengo strategico - ha aggiunto il presidente - riguarda la necessità di interfacciare le politiche agricole con quelle urbanistiche e ambientali". Rossi ha proseguito il suo intervento affrontando il tema della Pac, per la quale "bisogna iniziare fin da ora la trattativa con Bruxelles", e dell'Imu, provvedimento che "va rivisto".

"Il quadro che oggi l'Irpet ci consegna sul sistema rurale - ha sottolineato Salvadori - è molto rispondente alla realtà".

"Dobbiamo lavorare per ridurre le importazioni, in particolare quelle che non vengono dall'estero, ma da altre regioni, e aumentare le esportazioni" ha continuato l'assessore. "Occorre un motore che generi attività economica ed in questo senso il ruolo della Regione può essere importante. Questa è una linea d'azione che ci siamo dati e sulla quale abbiamo perseverato, ora occorre un salto di qualità"

Fonte: Agrapress

 

Umbria
Confagricoltura: cinque priorità per la zootecnia

Il rilancio della zootecnia umbra, secondo l'analisi della Confagricoltura regionale, passa attraverso cinque priorità: una semplificazione burocratico-amministrativa, una decisiva azione di riorganizzazione delle norme ambientali, edili e sanitarie, un'adeguata revisione del piano di tutela delle acque, una maggiore valorizzazione delle produzioni locali ed un più facile accesso al credito che consenta, anche alle nuove generazioni, di avvicinarsi ad un settore che continua ad essere strategico per l'economia e il sistema agroalimentare regionali.

"Un progetto considerato inderogabile ed irrinunciabile che vede tra le priorità la necessità di ricreare nelle aziende condizioni di redditività economica comparabile con le altre attività imprenditoriali. Oltretutto - sottolinea la Confagricoltura - il futuro della zootecnia regionale sembra essere sempre più legato all'evoluzione della vicenda Imu, essendo prevista la tassazione delle stalle fino ad oggi considerati beni strumentali".

 

Fonte: Agrapress

 

 

Friuli Venezia Giulia
Un accordo per smaltire i rifiuti agricoli in sicurezza ed economia

Un accordo per consentire agli agricoltori di smaltire i rifiuti agricoli secondo le norme a prezzi contenuti. E' stato siglato recentemente tra la Cia di Pordenone e la Recycla srl di Maniago. L'obiettivo è quello di fornire un servizio professionale, di qualità e certificato a tutte le aziende associate che ne facciano richiesta. 

"L'accordo nasce da un'esigenza primaria delle aziende agricole che, oggi, non riescono a trovare nel mercato un servizio tempestivo nel ritiri dei rifiuti come previsto dalla legge e vuole, dunque, contribuire a superare questa situazione insostenibile per le aziende che devono fare agricoltura e non badare ai cumuli di rifiuti e a tutta la burocrazia che gira attorno a essi", ha spiegato Davide Vigandel, direttore della Cia di Pordenone.

Per questo, il servizio offerto, comprende pure la gestione burocratica del Sistri e dei registri cartacei, invece del solo servizio di raccolta come proposto da talune aziende che operano in provincia. A questo scopo può essere fornito un programma che consente una gestione informatizzata, veloce e semplice di tutti gli adempimenti da effettuare.

L'accordo prevede, inoltre, alla sottoscrizione del contratto, la consegna di tutti i contenitori a norma di legge per lo stoccaggio in sicurezza dei rifiuti agricoli (olii, plastiche, contenitori di fitofarmaci, medicinali), senza costi aggiuntivi.

"Speriamo al più presto - ha detto la Cia - che il ministro faccia sue le nostre proposte e semplifichi il più possibile lo smaltimento dei rifiuti, magari con l'auspicabile abolizione definitiva del Sistri".

Fonte: Cia