Novità per il Creso, il Consorzio di ricerca, sperimentazione e divulgazione per l'ortofrutticoltura piemontese, all'ultima assemblea. All'ordine del giorno, l'approvazione del bilancio e la nomina degli organi amministrativi che guideranno il Consorzio nel prossimo triennio.

Alla guida del Consorzio è stato nominato Michele Quaglia di Verzuolo (Cn). Gli cede il testimone Celestino Costa, che ha guidato il Creso per quasi un decennio, attraverso tre mandati consecutivi. Il suo breve discorso di commiato ha rivelato una nota di sincera commozione, segno di un impegno svolto con passione e dedizione. "A lui - rende noto il Creso in un comunicato - il merito di aver costruito il Creso praticamente dal nulla e di averlo condotto, superando le difficoltà e le incertezze dei primi anni, ai brillanti risultati di oggi".

Novità anche per il nuovo consiglio di amministrazione, che passa passa da nove a cinque membri, in applicazione della L. 122/2010 per gli Enti a prevalente capitale pubblico.

L'assemblea è stata anche l'occasione per tirare le somme dei nove anni di attività del Creso

L'esercizio 2010 – conclusosi con un utile di 50.412 euro – sancisce un bilancio pluriennale in pieno equilibrio (il Creso è un ente non a fini di lucro), reso possibile da una gestione oculata che ha saputo ottimizzare le risorse a disposizione. In tale quadro di sostenibilità finanziaria il Consorzio ha realizzato ex novo il Centro ricerche per la frutticoltura a Manta, ha dato un seguito alle attività già presenti presso il Centro sperimentale orticolo di Boves e ha avviato il percorso per la realizzazione un Centro sperimentale per il nocciolo a Cravanzana. Per quest'ultimo progetto risulta indispensabile la disponibilità dell'Azienda 'Nasio', di proprietà della provincia di Cuneo.

Queste strutture sperimentali ospitano un'intensa attività di ricerca applicata, che coinvolge a monte Università e Centri di ricerca a livello internazionale, mentre a valle il trasferimento tecnologico si avvale dei tecnici di base delle associazioni dei produttori. Un processo di trasferimento tecnologico che porta innovazione direttamente alle oltre 5.000 imprese ortofrutticole regionali.

Sotto il profilo finanziario, i soci si rendono conto che con un modesto fondo consortile sono riusciti ad attivare un processo moltiplicatore che consente di portare sul territorio risorse esterne, attraverso la partecipazione a progetti di ricerca nazionali ed europei, finanziati dal ministero dell'Agricoltura e dall'Unione Europea.

 Attraverso le numerose collaborazioni nazionali ed europee, il Centro convoglia sul territorio le acquisizioni più recenti già testate in altri contesti e ne sperimenta in loco la validità e l'efficacia. La frutticoltura piemontese può così fruire dei risultati della ricerca internazionale attraverso la 'traduzione' e l'interpretazione alla luce delle peculiarità e delle esigenze specifiche del territorio. Ma non solo. Il Creso ha dimostrato di poter divenire valido punto di riferimento anche nella gestione di situazioni di difficoltà e di emergenza, quale la batteriosi che ha colpito l'actinidicoltura.

Al termine dell'assemblea, anche l'assessore regionale Claudio Sacchetto ha espresso soddisfazione per l'attività svolta dal Creso.