Anche le imprese agricole italiane più competitive hanno investito meno in innovazione nel corso del 2008. E' questo uno dei dati emersi dall'Osservatorio italiano sull'innovazione nelle "imprese agricole professionali e competitive", circa 110.000, realizzato da Agri 2000 e presentato il 4 dicembre scorso a Bologna nell'Aula magna della Facoltà di Agraria. Solo il 38% delle 1200 imprese agricole intervistate ha infatti introdotto innovazioni nel corso del 2008, contro un dato rilevato nel periodo 2005-2007 pari al 61%.
Riguardo alle innovazioni, quelle meccaniche rappresentano oltre il 70% del totale con una forte attenzione verso l'automazione dei processi e le soluzioni che consentono una maggiore efficienza del lavoro e una riduzione degli sprechi, riconducibili nell'ambito degli strumenti dell'agricoltura di precisione. La riduzione dei costi di produzione e la crescita della produttività sono, infatti, i principali obiettivi che gli imprenditori attribuiscono all'innovazione, assieme alla crescita di qualità dei prodotti e alla diversificazione dell'attività, soprattutto attraverso l'avvicinamento al mercato.
Tre, in sintesi, sono i driver dell'innovazione: aumento dell'efficienza dei processi produttivi, riduzione della manodopera e crescita del contatto con il mercato. Il 78% del campione, inoltre, ritiene che ci siano innovazioni utili alla sua attività, ma non è in grado di introdurle a causa principalmente dei seguenti fattori: la mancanza di risorse finanziarie interne e di fonti di finanziamento, l'eccessiva burocrazia, il rischio economico troppo elevato e la mancanza di personale qualificato. Altro aspetto indagato è stato quello relativo agli ogm, rispetto al quale un terzo circa degli intervistati appare scettico (31,2% non gli adotterebbe nella sua azienda), mentre altrettanti si dicono pronti a introdurli (32,4%).
Infine, il 36,4% vorrebbe avere maggiori informazioni di carattere tecnico ed economico prima di prendere una decisione.
 
Dopo la presentazione dei dati 2008 dell'Osservatorio, Sergi Vizoso, Country manager BASF Italia, ha portato l'esperienza di un grande gruppo impegnato nella ricerca per il settore agricolo. Nel suo intervento Vizoso ha sottolineato come a livello mondiale siamo sulla soglia di una seconda rivoluzione verde che cambierà gli attuali paradigmi produttivi, determinata dalla necessità di fronteggiare l'impetuosa crescita dei consumi alimentari. L'aumento della produzione dovrà essere garantita per circa il 90% da un aumento delle attuali rese e solo per il 10% circa potrà essere sostenuta da un aumento delle attuali superfici agricole. La ricerca, soprattutto biotecnologica, avrà, secondo Vizoso, un ruolo fondamentale in questa sfida, così come la capacità dei produttori agricoli di crescere sotto il profilo imprenditoriale.
Luciano Sita, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha invece evidenziato l'importanza per gli agricoltori di costruire network per arrivare in maniera organizzata al mercato finale, sempre più competitivo e concentrato in un numero ridotto di gruppi distributivi. Nel 2007 sono stati lanciati nel mercato del largo consumo (grocery) circa 53 mila nuovi prodotti. Di questi, al termine dell'anno, solo 484 sono rimasti sugli scaffali dei supermercati, a testimonianza della difficile sfida per i produttori del comparto agroalimentare.
Anche l'ultimo relatore dell'incontro, Antonio Buonfiglio, sottosegretario del Mipaaf, ha posto l'accento sull'importanza per i produttori agricoli di organizzarsi, attraverso aggregazioni, distretti e filiere, ma anche di accedere agli strumenti in grado di favorire l'introduzione di innovazioni e consentire la gestione del rischio, quali il credito e le assicurazioni. Riguardo agli interventi di sostegno al settore, Buonfiglio ha sottolineato che, nell'ambito del Fondo Aree Sottoutilizzate, il Governo metterà a disposizione dal 2009 750 milioni di euro per i distretti e le filiere agroalimentari, mentre per i giovani lo strumento del subentro in agricoltura, finora limitato ad alcune aree svantaggiate, sarà esteso all'intero territorio nazionale.