Lo sviluppo tecnologico e il progresso genetico hanno permesso di raggiungere elevate performance produttive degli animali allevati. Le elevate temperature estive mettono a rischio il benessere e le produzioni delle bovine da latte. Quando le temperature ambientali raggiungono valori elevati determinano l'uscita dalla zona di comfort termico e lo stabilirsi di condizioni di stress che si associano a ipertermia (aumento della temperatura corporea). L'aumento della frequenza respiratoria e della sudorazione e la riduzione del consumo di alimento e l'aumento di quello dell'acqua sono delle modificazioni fisiologiche e comportamentali che l'animale mette in atto per contrastare l'ipertermia. Queste condizioni di stress hanno conseguenze negative sulle capacità produttive (quanti-qualitative), riproduttive e sullo stato di salute fino ad arrivare in casi estremi alla morte dell'animale.

Il rischio di stress da caldo nei bovini da latte viene valutato con l'indice bio-climatico Thi (Temperature-humidity index), che esprime l'effetto combinato di temperatura e umidità relativa. Il range di Thi che delimita la zona di comfort termico è specie specifico e all'interno della stessa specie varia in funzione della razza, dell'età, dello stato fisiologico e delle condizioni di salute.

L'aumento della temperatura e della frequenza delle ondate di calore testimoniano un cambiamento del clima che può avere conseguenze negative sulla produzione di latte e il relativo comparto lattiero caseario.

Il Grana Padano è tra i più importanti prodotti lattiero caseari italiani. Viene prodotto su un'area di 46mila km2, coinvolge circa 5.700 allevamenti e 350mila vacche da latte, 148 caseifici e occupa 40mila lavoratori. Ogni anno vengono lavorate circa 2,3 milioni di tonnellate di latte (che corrispondono al 23% della produzione nazionale) per produrre 4,5 milioni di forme di formaggio per un valore economico di circa 1,6 miliardi di euro.

Un recente studio, pubblicato sull'Italian journal of animal science ha analizzato le variazioni del Thi e il relativo rischio di perdita di latte durante il periodo estivo (giugno-settembre) nell'area di produzione del Grana Padano. In particolare sono stati analizzati tre scenari climatici: passato (1971-2000), recente (2001-2010) e futuro (2020-2050).

L'analisi ha evidenziato come dal 1970 al 2050 l'area di produzione del Grana Padano è esposta ad un cambiamento delle condizioni climatiche che determinano un aumento del rischio di stress da calore per la bovina da latte.

In passato (Foto 1) l'area presentava un rischio moderato di perdite produttive (3-5 chilogrammi/giorno) solo nei mesi più caldi di luglio e agosto mentre le condizioni climatiche di giugno e settembre non raggiungevano valori critici per la produzione di latte.

Andamento del Thi e relativo rischio di perdite di latte registrate nell’area di produzione del Grana Padano (in grassetto) nel periodo 1970-2000
Foto 1: Andamento del Thi e relativo rischio di perdite di latte registrate nell'area di produzione del Grana Padano (in grassetto) nel periodo 1970-2000
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La Foto 2 mostra un peggioramento del clima per lo scenario recente. In questo caso già nel mese di giugno il Thi raggiungeva valori critici tali da determinare perdite di latte comprese tra i 2 e i 4 chilogrammi/vacca/giorno. Luglio continuava ad essere il periodo più critico con un rischio di perdite di latte medio-alto su gran parte dell'area di produzione.

Andamento del Thi e relativo rischio di perdite di latte registrate nell’area di produzione del Grana Padano (in grassetto) nel periodo 2001-2010
Foto 2: Andamento del Thi e relativo rischio di perdite di latte registrate nell'area di produzione del Grana Padano (in grassetto) nel periodo 2001-2010
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Lo scenario futuro riportato in Foto 3 mostra un generale peggioramento del Thi che coinvolge anche il mese di settembre e le valli alpine in luglio e agosto. Luglio si conferma il periodo più critico in cui la quasi totalità dell'area di produzione del Grana Padano sarà esposta a valori critici del Thi tali da determinare un rischio di perdite di latte tra i 6 e i 7 chilogrammi/vacca/giorno.

Andamento del Thi e relativo rischio di perdite di latte registrate nell'area di produzione del Grana Padano (in grassetto) nel periodo 2021-2050
Foto 3: Andamento del Thi e relativo rischio di perdite di latte registrate nell'area di produzione del Grana Padano (in grassetto) nel periodo 2021-2050
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Lo studio ha considerato solo le potenziali perdite di latte generate dall'effetto diretto del caldo. A queste andrebbero aggiunte anche quelle generate dalla ridotta capacità riproduttiva e dall'incremento dei decessi che si registrano in estate. Infine, la capacità produttiva del Grana Padano potrebbe essere ridotta ulteriormente dalla minore resa casearia in virtù della qualità più bassa del latte prodotto durante il periodo caldo.

La conoscenza degli effetti del cambiamento climatico sui sistemi di produzione alimentari è importante per animare il dibattito pubblico su questa problematica e per individuare delle strategie di adattamento al fine di preservare le produzioni alimentari d'eccellenza come il Grana Padano.

 
di Andrea Vitali, Nicola Lacetera, Umberto Bernabucci, dipartimento di Scienze agrarie e forestali, Università della Tuscia, Viterbo

Ringraziamenti
L'articolo rientra nell'attività svolta nell'ambito del WP2, 4 e 7 del Progetto 'Safe-Med' finanziato al dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell'Università degli studi della Tuscia dal Miur (legge 232 del 2016 - dipartimento di eccellenza).

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