Dopo anni di rinvio del problema e dopo mesi di discussioni su come procedere, appaiono vicine le soluzioni per la definizione del peso morto di riferimento e il miglioramento dell’applicazione del sistema di classificazione delle carcasse.
Se ne è parlato ovviamente anche alla 52ª Rassegna suinicola internazionale di Reggio Emilia, dove allevatori e macellatori si sono incontrati e hanno messo a punto una “Proposta di intesa di filiera per il settore suinicolo”.

Il documento, ancora in bozza, dovrebbe essere sottoscritto su base volontaria. Sarà valido, insomma, per chi deciderà di sottoscriverlo.
Agronotizie è in grado di anticipare alcuni passaggi.

La premessa
La spinta è data dalle normative comunitarie, che impongono agli impianti di macellazione l’obbligo di determinare il peso delle carcasse suine e la percentuale di carne magra. Gli Stati europei hanno comunque margini di manovra per la presentazione delle carcasse (in Italia, ad esempio, la maggior parte dei macelli lascia attaccata alla mezzena la sugna, che costituisce l’1,5% circa del peso della carcassa).
Una questione preliminare da affrontare, comunque, è la definizione precisa e univoca delle condizioni di presentazione della carcassa. Un ostacolo che ha applicato il passaggio del pagamento a peso morto del suino, ritardando così l’adozione delle normative europee in Italia.

Il peso morto
Il documento prevede una intesa di filiera su base volontaria e da sottoscrivere da parte delle organizzazioni di settore, innanzitutto una definizione di peso morto di riferimento, “determinato da una carcassa suina con sugna e con il diaframma residuo dalla eviscerazione”.
Questo per fare in modo che il peso morto corrisponda “ad un peso reale senza significative modifiche determinate da coefficienti di trasformazione. Questo peso rappresenta il peso morto da considerare ai fini commerciali e dell’applicazione delle equazioni di stima della carne magra”.

La classificazione delle carcasse
I firmatari, recita la bozza del protocollo d’intesa, “si impegnano a sviluppare un percorso basato su: costituzione di una cabina di regia, che veda il coinvolgimento di tutte le componenti e un opportuno supporto scientifico per analizzare ed elaborare i dati di classificazione già raccolti, mettere a punto le necessarie richieste alla Commissione per nuovi strumentini classificazione, verificare i risultati del controllo e della vigilanza, definire la diffusione dei dati raccolti, orientare le attività successive (informazione sulla prevista attività di vigilanza da parte del ministero e delle regioni coinvolte e sui relativi esiti; sviluppo di una simulazione applicativa attraverso la definizione di contratti tipo che valorizzino le informazioni di peso morto e di classificazione”.

In Francia allevatori e macellatori sono riusciti a raggiungere un’intesa 20 anni fa. Ci riuscirà anche la filiera suinicola italiana?