Più arance nell'aranciata. Lo stabilisce il decreto legge approvato nella tarda serata del 5 settembre dal Consiglio dei ministri. Con l'impegnativo titolo di “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”, il lavoro del Governo è intervenuto su vari capitoli, dall'assistenza sanitaria territoriale (medici sempre disponibili) alla dislocazione delle “macchinette” per il gioco d'azzardo. Ma limitiamoci al mondo agricolo la cui attenzione si è fermata al passaggio del decreto che aumenta dal 12 al 20% il limite minimo di succo naturale contenuto nelle bevande analcoliche che richiamano il nome di un frutto. E' il classico esempio delle aranciate, che ora dovranno avere un maggiore contenuto di arance. Restano però incerti i tempi e i modi di applicazione di questa norma che ha comunque raccolto il plauso corale delle organizzazioni agricole.

 

Un commissario per le malattie

L'entusiasmo per questa parziale vittoria ha forse messo in secondo piano altri aspetti del decreto legge, non meno importanti, che riguardano da vicino gli allevamenti, a iniziare dalle emergenze veterinarie. E' un argomento del quale si occupa l'articolo 9, partendo dal presupposto che alcune problematiche sanitarie sono insolute da lungo tempo. Un problema che coinvolge la salute umana quando si tratta di zoonosi, mentre altre malattie si limitano ad incidere sulla commercializzazione degli animali e dei loro prodotti. Condizioni tutte che hanno forti ripercussioni socio economiche. E visto che gli attuali strumenti si sono rivelati insufficienti a risolvere il problema, il decreto prevede che tutti i i poteri di intervento e di coordinamento degli enti coinvolti confluiscano in un apposito organo che si assuma il compito di svolgere le azioni necessarie a salvaguardare la salute dell'uomo e quella degli animali. Ecco allora che se in una Regione si hanno problemi di salute animale irrisolti, scatta la nomina di un commissario per la risoluzione dell'emergenza e l'eradicazione della malattia. E i costi, ovviamente, sono a carico della Regione interessata. Il decreto non fa nomi, né di regioni né di malattie, ma il pensiero corre subito alla peste suina africana che da molti lustri “passeggia” indisturbata o quasi da una costa all'altra della Sardegna. Chissà se qualcosa cambierà con la minaccia di far arrivare un “commissario". Vedremo. Intanto ecco arrivare proprio dalla Sardegna, all'indomani della promulgazione del decreto, la notizia che Bruxelles non bloccherà le esportazioni di carni suine dalla Sardegna. Ma è solo un rinvio, la partita è ancora aperta e il pericolo di commissariamento tutt'altro che scongiurato.

 

Latte crudo, gelati vietati

Poi il decreto si occupa del latte crudo, quello ad esempio venduto attraverso le macchinette automatiche di distribuzione che si vedono con frequenza nei pressi degli allevamenti e non solo. Qui la novità parrebbe di poco conto. Si ribadisce che nel punto vendita va apposto un cartello che informi il consumatore della necessità di utilizzare il latte solo previa bollitura. Una norma già in vigore da tempo ed è difficile comprendere perché si sia dovuto tornare sull'argomento. Forse perché questa volta non ci si è fermati al cartello con gli avvisi, ma si è anche vietato l'impiego di latte crudo nei gelati e nelle creme, come pure nella ristorazione collettiva. E le multe sono salate, anche 50mila euro. Multe salate sono previste poi per chi non rispetta le norme relative ai sottoprodotti di origine animale.

 

Omeopatici, un altro rinvio

Altre novità riguardano i medicinali veterinari omeopatici. Da tempo si discute e si legifera sulla necessità di provvedere anche per questi farmaci ad una autorizzazione alla messa in commercio, ma di rinvio in rinvio si continua con le deroghe. Chi sperava che il decreto mettesse fine a questo temporeggiare rimarrà deluso. I medicinali omeopatici in commercio potranno continuare ad essere commercializzati sino al 31 dicembre 2014. Il primo rinvio, per la cronaca, era arrivato nel 2006. Alla fine saranno otto gli anni di continui rinvii. Non c'è da rallegrarsene.

 

Fine di un ente inutile

Non mancano tuttavia aspetti positivi. Fra questi la soppressione del CoAnAn, sigla che sta per Consorzio Anagrafe Animale, uno strumento tecnico nel quale rientravano vari altri enti ed istituti ed al quale era affidato un compito che già era ed è in capo all'Istituto Zooprofilattico dell'Abruzzo e del Molise. A quanto pare il CoAnAn è un doppione del quale si può fare a meno e si dice sia stato fra i primi ad essere segnalato da Enrico Bondi (il super commissario incaricato dei tagli) per la soppressione. I soldi che si risparmieranno (cifre dal milione in su), rientreranno nelle casse di Agea.

 

Qualche semplificazione

Altro aspetto positivo riguarda talune semplificazioni per gli animali inviati al macello. In precedenza era richiesto che gli animali fossero accompagnati da un documento nel quale si evidenzia il rispetto dei tempi di sospensione nell'impiego di taluni farmaci. Un documento che sino a ieri doveva essere firmato sia dall'allevatore, sia dal veterinario che ha prescritto i trattamenti. Ora basterà la firma dell'allevatore. Che si addosserà in toto ogni responsabilità. E come dice l'adagio, uomo avvisato...

 

Ci vorrà la “fiducia”

Intanto non resta che aspettare i canonici 60 giorni per la trasformazione del decreto in legge e per conoscere come e cosa uscirà dopo il dibattito parlamentare. Che non sarà indolore. Molti gli interessi in ballo e “potenti” le lobby coinvolte (non ci riferiamo a quelle agricole, purtroppo deboli e divise). Ancora una volta potrebbe essere necessario il ricorso alla “fiducia”.