L’Anacer ha pubblicato i dati relativi alla bilancia commerciale import-export del settore cerealicolo italiano nel 2017, confrontando i dati dell’intero anno passato con il 2016.
Sul fronte del saldo valutario, sia il valore delle importazioni che le esportazioni è cresciuto, anche se il fatturato dell’export è aumentato maggiormente rispetto a quello dell’import, riducendo così di 70 milioni di euro il saldo che comunque rimane pesantemente negativo.

Se nel 2016 infatti il deficit commerciale era di 1978,6 milioni di euro, nel 2017 il saldo negativo è risultato di 1908 milioni di euro. Andando nel dettaglio, le importazioni in Italia di cereali, semi oleosi e farine proteiche sono cresciute di 628mila tonnellate rispetto al 2016 passando da 19,9 a 20,5 milioni di tonnellate, segnando un record delle quantità importate, per un controvalore di 5,3 miliardi.

Crescono gli arrivi di cereali in granella di circa 405 mila tonnellate, in particolare mais (+774mila tonnellate), mentre scende l’import di grano tenero (-138mila tonnellate), grano duro (-224mila tonnellate), orzo (-9500 tonnellate) e avena (-10500 tonnellate). In aumento i prodotti trasformati-sostitutivi, con +111 mila tonnellate, mentre le farine proteiche hanno registrato una crescita di 123mila tonnellate.

Sul fronte dell’export, la crescita è stata di 395mila tonnellate (+8,8%), con un totale di record di 4,84 milioni di tonnellate, dal valore di 3,4 miliardi di euro. In crescita le spedizioni di cereali in granella (+174mila tonnellate), i trasformati (+77mila tonnellate) e il riso (+81mila tonnellate).