Si chiama Koc ed è il coefficiente di ripartizione acqua-carbonio organico. È parente stretto del Kow, ovvero il coefficiente di ripartizione ottanolo acqua, ovvero quello che può essere utilizzato per descrivere l’attitudine di una molecola a migrare nelle acque. Più una sostanza ha valori alti di Koc e di Kow, meno tenderà infatti a farsi rimuovere dal suolo a seguito di piogge o irrigazioni.
 
Un diserbante come metolachlor, per esempio, mostra un logaritmo di Kow superiore a tre. Significa che “preferisce” stare nelle matrici grasse circa mille volte rispetto alla sua predisposizione a migrare nelle acque. Su agrofarmaci di questa natura, quindi, la presenza di sostanza organica nel terreno può fungere da mitigatore ai fenomeni di migrazione verso le acque sotterranee o superficiali. Anche i diversi modelli previsionali del comportamento degli agrofarmaci nell’ambiente confermano che all’aumentare della sostanza organica si abbattono, talvolta drasticamente, i fenomeni di leaching (percolazione) e di runoff (scorrimento superficiale).
Ciò non vale ovviamente per tutte le molecole allo stesso modo, ma sicuramente l’aumento dei tenori in sostanza organica del terreno possono rappresentare una sorta di filtro intercettore di molte sostanze che altrimenti finirebbero nelle acque.
 
Una via per migliorare gli esiti delle campagne di monitoraggio degli agrofarmaci nelle acque, come quelli dell’Ispra per esempio, potrebbe passare quindi proprio dall’uso di una maggior quantità di sostanza organica nei piani di concimazione, al fine di fare stazionare sempre questo parametro al di sopra dei due punti percentuali. Meglio se tre…