Tanto tuonò che piovve, come si suol dire. Da mesi circolavano infatti indiscrezioni sulle manovre di fusione fra DuPont e Dow, i colossi americani della chimica e delle biotecnologie. "Rumors" coperti dal frastuono causato dalle offerte di Monsanto di acquisire Syngenta. Ora, calato il silenzio su "Mongenta", i rumors hanno tolto la maschera e sono divenuti realtà: l'ovale rosso del colosso di Wilmington si andrà a fondere con il rombo, parimenti rosso, della società del Michigan.  

L'operazione ventila 120 miliardi di dollari come valore, con la fusione che è ora ovviamente al vaglio delle Autorità di regolamentazione e degli azionisti. Data la complessità del procedimento, si pensa che non potrà essere completata se non nella seconda metà del 2016.

Secondo quanto emerso sull'accordo, gli azionisti di Dow Chemical riceveranno un'azione della nuova società per ogni azione di Dow attualmente in loro possesso, in pratica avranno un cambio 1:1. Gli azionisti di DuPont riceveranno invece qualcosa di più, ovvero 1,282 titoli della nuova realtà per ogni azione DuPont posseduta. In tal modo il controllo della Società sarà "fifty-fifty".

Dalla fusione i manager americani sperano di poter limare i costi operativi di circa tre miliardi di dollari, ai quali si aggiungerebbe un ulteriore miliardo in termini di sviluppo.

Quanto a cariche dirigenziali, sarà Andrew Liveris di Dow, ove ricopre il ruolo di amministratore delegato, ad essere eletto presidente esecutivo. Il ruolo di AD andrà invece a Edward Breen, di DuPont.
Tre i business sui quali sarà suddivisa la Società, ovvero agricoltura, materiali e prodotti speciali.

Si apre il toto-scommesse sul nome della nuova realtà industriale. DowPont?