Un dibattito intenso e ricco di spunti sul futuro della coltivazione del mandorlo quello andato in scena nel Centro Kim di Salemi lo scorso 9 dicembre. Al convegno “Mandorlicoltura superintensiva. Innovare per competere nel mondo” relatori e presenti si sono confrontati sulle opportunità che può offrire la diffusione di questa tecnica di coltivazione. Sul piatto nuovi metodi di coltivazione del mandorlo che nelle aree vocate possono produrre redditi da 20mila euro ad ettaro l'anno.

Oltre 200 persone davvero interessate alla mandorlicoltura - ha commentato l’avvocato Pasquale Perricone, moderatore del convegno - e all’introduzione di nuovi sistemi di coltivazione sul territorio che possono realmente apportare benefici all’economia locale. Inoltre, siamo vicini alla presentazione dei bandi del Piano di sviluppo rurale 2014–2020 in Sicilia: un’opportunità concreta per gli imprenditori agricoli trapanesi”.

Affrontati nel dettaglio gli aspetti tecnici e agronomici, ma anche e soprattutto commerciali, in relazione alla possibile introduzione nella provincia di Trapani, e in tutta la Sicilia Occidentale, dei nuovi sistemi di mandorlicoltura superintensiva.

In questo momento vi sono numerosi agricoltori e viticoltori che hanno venduto i catastini vitivinicoli, soprattutto al nord, e hanno terreni vuoti e inutilizzati: la produzione di mandorle potrebbe essere l’alternativa ideale per contrastare la crisi e produrre un reddito soddisfacente.

“I nuovi sistemi introdotti nella mandorlicoltura - ha spiegato Giuseppe Rutigliano, agronomo e relatore al convegno - permettono la produzione di una quantità di mandorle tale da ricavare 20mila euro per un solo ettaro di terreno. E non è da trascurare il reddito proveniente dalle parti di scarto del frutto, come il mallo e il guscio”.

Ed è proprio per la necessità di rispondere alla crisi delle imprese agricole siciliane che è stato pensato il convegno di Salemi: informare agricoltori e imprenditori sulle potenzialità dei nuovi sistemi utilizzabili nella coltivazione del mandorlo e sulle contemporanee opportunità derivanti dai contributi del Piano di sviluppo rurale della Sicilia 2014-2020 e da un investimento in un settore alternativo e redditizio. Il tutto attraverso il racconto di esperienze già vissute sul territorio siciliano.