“Siam nati sotto a una vigna, dobbiam star comodi sotto una vigna”. Semplice e immediato, il motto di Celestino Goldoni ha lasciato una traccia quasi genetica in azienda. Trattori stretti ma comodi, leggeri ma potenti, alti “sotto” e bassi “sopra”: per mixare queste esigenze ci vuole una profonda cultura, specifica del campo in cui si vuole operare. Questo è l’esordio di Leo Goldoni, presidente in casa propria. Dal passato al presente: per Leo Goldoni vi è da quadrare i conti come obiettivo di brevissimo periodo, ma è necessario lavorare su idee nuove per superare la crisi. Una crisi che si può ribaltare in opportunità valorizzando il capitale intellettuale aziendale. La corretta valorizzazione delle persone giuste è la strada migliore perché diano il meglio, sia alla Goldoni che a se stessi. La Goldoni ha sempre creduto poco nella delocalizzazione delle produzioni all’estero. Altri Paesi possono andare bene per produzioni di serie di bassa tecnologia, vale a dire quando la quantità fa la qualità. Ma la realizzazione di un progetto complesso richiede la competenza che c’è a Carpi, dagli uffici di progettazione alle officine. Stimolato sulle novità per il futuro, Leo Goldoni resta coi piedi per terra: sulla trasmissione Vario c’è apprezzamento, ma la direzione di Goldoni è ancora sul tradizionale (ed economico) meccanico. Per gli anni a venire c’è un progetto che prevede una trasmissione “simpatica” – come la definisce scherzosamente il presidente. Non si forniscono date di lancio: “Prima le cose si provano” – sbotta Goldoni – “poi semmai si vendono!”. “Con le potenze” – prosegue il presidente – “non possiamo dire oggi dove ci fermeremo. Quando pensavamo che ci saremmo fermati ai 50, siamo arrivati ai 70, poi agli 80. Poi pensavamo che non saremmo andati sopra agli 80 e siamo arrivati ai 100. Oggi ci sono prese di forza che assorbono 80 cavalli, ci vuole quindi un motore da 100”. Questo, ovviamente, senza aumentare di un millimetro le dimensioni delle macchine. I trattori per la Leo Goldoni sono come i vestiti: c’è una bella differenza tra uno cucito su misura fin dal principio e uno di taglia maggiore riadattato per scopi differenti dagli originari. La comparazione con la concorrenza non è solo una metafora di alta sartoria, bensì è visivamente palese: pari cavalli sotto il cofano, ma ingombri di gran lunga inferiori. Anche sul numero di marce Leo Goldoni apre la diga: “in effetti, per lavorare ne servono 20, non infinite”. Il pragmatismo applicato all’ingegneria meccanica agraria. Una lotta al superfluo, come pure a quella esasperazione tecnologica che ha quindi per Goldoni più ragioni di marketing che tecniche.

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Fabio Ferretti, marketing e comunicazione, rileva il testimone e snocciola i dati sul fatturato. Arrivati a 6.486 i trattori prodotti nel 2008, di cui 2.067 immatricolati in Italia. Altri 1.955 sono stati forniti a John Deere. Il fatturato si è attestato intorno ai 90 Ml €, di cui 5 saranno reinvestiti quest’anno in R&D. La Cermag (ricambi), guidata dalla figlia di Leo, Elisabetta, aggiunge altri 12 Ml di € agli introiti del gruppo. Cermag sta crescendo costantemente e oggi ha raggiunto i 16.000 articoli a catalogo, compresi i motori VM di cui è concessionaria.

Negli specializzati Goldoni è seconda solo a New Holland, e per una punta di naso. Un cambio di rotta commerciale ha recentemente portato all’apertura di centri vendita diretta, caso unico del settore, in aree dove i concessionari avevano perso mordente. Non che la vendita diretta sia una novità: Mercedes e Toyota hanno da tempo rilevato diversi concessionari sul territorio. Vuol dire che a esigenze identiche, corrispondono scelte imprenditoriali identiche. E somigliare a Mercedes e Toyota non è cosa da poco. Dopo i due punti aperti in Italia, anche a Capodistria (Slovenia) ne è stato aperto uno. A Buie (Croatia) ne sarà aperto un altro a breve.

Ma Goldoni non è solo costruzione e vendita: con John Deere vi è una crescente collaborazione dal 1986. Dall’agosto 2007 Goldoni fornisce gli specializzati alla casa del Cervo anche per gli USA e diversi altri Paesi, personalizzando le gamme Goldoni semplicemente cambiandone il colore. Novità e recenti introduzioni sul mercato: Boxter 20 e 25, lanciati all’EIMA; il Cluster 70 (motori VM) erede del 75; l’Energy 60 e 80; il Quasar 90 (motori VM da 3000 cc da 81 Cv). Nasce con distribuzione pesi 50-50, con versione bassa o alta (cabina ribassata). Da giugno uscirà con la versione dotata anche di sollevatore anteriore. Il Transcar 70, motorizzato VM, passa da turbo a turbo intercooler. Novità di maggior spicco però è il 3080 Star, da 75 Cv e cambio a 40 velocità per un massimo di 30 km/h. Ha solo la versione roll-bar, spartana, essenziale, con prezzo aggressivo. Ideale per accontentare chi per colpa della crisi debba rinnovare il parco macchine in modo intelligente e razionale.

Infine, giunge la visita guidata all’azienda e la prova in campo degli ultimi nati in casa Goldoni. Nuovi blocchi aziendali sono stati aggiunti di recente: quello engineering e quello ricambi. La nascita di un Goldoni richiede molta opera di mani esperte, collegate comunque da reparti moderni e parzialmente automatizzati. Da una parte dello stabilimento entra il ferro, dall’altra escono trattori i quali, come voleva Celestino, sotto la vigna ci stanno comodi. Provarli sul percorso test interno allo stabilimento è un piacere: elastici, di alta manovrabilità, con raggi di curvatura strettissimi, permettono piccole evoluzioni tra ostacoli e alberi. Il motore è in grado di salire velocemente di giri pur partendo da bassi regimi e il beccheggio alle alte velocità è ridotto, grazie anche al baricentro basso e alla compattezza degli ingombri. Solo le leve del cambio e delle ridotte richiedono una certa decisione nell’innesto. Ma questo è anche normale, pensando che erano appena usciti dalla catena di montaggio.
Passione e tecnologia sono le parole chiave che vengono trasmesse a ogni pie’ sospinto lì a Modena. Impossibile dubitarne.