I prezzi all'ingrosso del grano duro fino nazionale al Sud – dopo il ribasso di 2 euro dal 18 settembre, verificatosi nella scorsa seduta del 20 novembre 2019 – ieri, 27 novembre 2019, conferma i 288 euro alla tonnellata sui massimi alla Borsa merci di Foggia.

Chiusa la fase della stabilità all'insegna dei prezzi massimi - 290 euro alla tonnellata tra il 30 ottobre ed il 13 novembre – tocca ora capire se sia o meno iniziata una fase di reale stabilità su prezzi comunque su valori elevati. Resta il fatto che i prezzi di Foggia dalla seduta del 18 settembre sono cresciuti di ben 28 euro alla tonnellata.

Ismea al contempo registra mercati all'origine in prevalente calo sulle piazze del Sud monitorate più di recente. Con il segno meno ci sono Bari (-2 euro), Foggia (-5 euro), Catania (-3 euro), e Palermo (-3 euro). Stabili sui valori precedenti invece ci sono: Matera, Napoli e Campobasso.

La Borsa merci di Bari, il 26 novembre, registra di nuovo prezzi in calo di 3 euro per il cereale pastificabile nazionale sull'ultima seduta del 19 novembre con valori che scendono sotto quelli fissati a Foggia. Sulla piazza barese secondo calo consecutivo anche per i prezzi dei grani duri esteri: Spagnolo (-3 euro alla tonnellata) e Canadese di prima qualità (-4 euro).
 

Prezzi all'ingrosso a Foggia

Il grano duro fino nazionale mietitura 2019, proteine minime 12% e peso specifico 80 chilogrammi ogni 100 litri, ha visto ieri, 27 novembre 2019, la sua ventunesima seduta di stagione alla Borsa merci della Camera di commercio di Foggia. E l'Osservatorio prezzi ha confermato le stesse quotazioni di questo raccolto sulla seduta dello scorso 20 novembre, già attestate a 283 euro alla tonnellata di prezzo minimo e 288 di massimo alle condizioni "franco partenza luogo di stoccaggio".

Tali prezzi – archiviato il calo di 2 euro su quota 290, registratosi nella scorsa seduta - restano maggiori di 16 euro alla tonnellata rispetto alla seduta del 9 ottobre e di 33 euro sovrastanti quella del 31 luglio 2019. Ma i 288 euro confermati ieri superano di ben 58 euro i valori del 28 novembre 2018, attestati a 230 euro sui massimi: il 25,21% in più. Il cereale pastificabile si conferma così alla seconda maggiore quotazione degli ultimi quattro anni e sei settimane. Infatti, per avere un prezzo massimo a Foggia vicino alla quotazione attuale, occorre tornare alla seduta del 14 ottobre 2015, quando, in fase discendente, il cereale toccò per l'ultima volta i 290 euro sui massimi e i 285 euro sui minimi.

I valori conseguiti con i rialzi di stagione compresi dal 26 giugno a ieri si attestano complessivamente a 58 euro sopra quelli del 19 giugno, data dell'esordio di stagione commerciale. E sono prezzi che superano di 40 euro quelli di fine campagna commerciale del 29 maggio 2019: attestati a 243,00 euro alla tonnellata sui minimi e 248,00 sui massimi.

Rispetto alla ventesima seduta, si presenta stabile, sia sui valori massimi che su quelli minimi, il grano duro biologico, che ieri a Foggia ha confermato i 415,00 euro alla tonnellata sui minimi ed i 425,00 sui massimi. In questo caso valori superiori di 25 e 30 euro a quelli dell'ultima quotazione della mietitura 2018, che aveva chiuso il 29 maggio scorso con 390 euro a tonnellata sui minimi e 395 sui massimi. Curiosità: in un anno, dal 28 novembre 2018, il progresso del prezzo del grano duro bio è stato di 55 euro, il 13,34% in più.
 

Borsa merci Bari, frumento duro nazionale

Il 26 novembre 2019 alla Borsa merci di Bari, il prezzo del grano duro fino nazionale - peso specifico 79 chilogrammi ogni 100 litri e proteine minime 13% - si è attestato a 280 euro alla tonnellata sui minimi ed a 285 euro sui massimi, calando di altri 3 euro alla tonnellata sulla seduta precedente del 19 novembre, quando aveva subito analoga perdita sulla seduta del 12 novembre.

Il cereale pastificabile italiano alla Borsa di Bari lascia sul terreno 6 euro alla tonnellata rispetto alla massima quotazione, raggiunta il 5 novembre scorso - quando aveva raggiunto i valori di 286 - 291 - e mantenuta nella successiva seduta del 12 novembre. Il grano duro nazionale sulla Borsa merci di Bari si attesta ora ad un valore superiore di 19 euro alla tonnellata rispetto alla seduta del 27 agosto scorso. Dal 30 luglio 2019 l'aumento registrato su questa piazza è di 21 euro.
 

Borsa merci Bari, cereali esteri

Il grano duro Spagnolo, con proteine al 13%, è alla sua diciottesima quotazione e scende di 3 euro rispetto all'ultima seduta, pervenendo a 285 euro alla tonnellata sui minimi ed a 290 sui massimi. Rispetto al 3 settembre scorso, il cereale iberico ha comunque guadagnato 22 euro alla tonnellata.

Il grano duro Canadese di prima qualità, con proteine minime al 15% cala di altri 4 euro rispetto alla seduta del 19 novembre, pervenendo così a 292 euro sui minimi e 294 sui massimi. E il 19 novembre aveva già perso i primi 4 euro sull'11 novembre. Il Canadese risulta cresciuto complessivamente di 40 euro alla tonnellata dall'ultimo ribasso, che aveva avuto termine il 10 settembre, quando era attestato a 252 - 254. La quotazione del 26 novembre, nonostante la perdita complessiva di 8 euro rispetto ai valori massimi (300 - 302), raggiunti il 5 novembre e mantenuti fino all'11 successivo, si segnala così come la terza migliore del 2019.
 

Prezzi all'origine: tutte le piazze del Mezzogiorno d'Italia

Bari
All'origine Ismea rileva a Bari il 25 novembre 2019 il frumento duro fino nazionale alle condizioni "franco azienda" a 283 euro alla tonnellata sui minimi e 288 di prezzo massimo, in calo di 2 euro alla tonnellata sulla rilevazione del 18 novembre, e di 4 euro rispetto al'11 dello stesso mese. Tali valori restano superiori a quelli rilevati dall'istituto il 26 agosto 2019 di 26 euro - sia sui minimi che sui massimi - quando il cereale stazionava a 257-262 euro a tonnellata.

Matera
A Matera, alle condizioni di "franco azienda" Ismea rileva il grano duro fino nazionale il 25 novembre 2019 a 270 euro alla tonnellata sui valori minimi e 290 sui massimi. Tali valori risultano invariati rispetto al 18 novembre e restano cresciuti - rispetto a quelli registrati dall'istituto l'11 novembre - di 5 euro sui minimi e 10 euro sui massimi. Il 29 luglio scorso il cereale pastificabile era attestato a 243 euro alla tonnellata sui minimi e 246 sui massimi; da allora l'incremento del prezzo è stato di 44 euro alla tonnellata sui massimi e di 27 euro a tonnellata sui minimi.

Foggia
A Foggia alle condizioni di "franco azienda", Ismea ha rilevato il 20 novembre 2019 il grano duro fino nazionale a 275 euro alla tonnellata sui valori minimi e 280 sui massimi, prezzi in calo di 5 euro sul 13 novembre 2019. Allo stato la piazza di Foggia perde complessivamente 7 euro sui massimi valori di questa mietitura di 283 - 288 raggiunti il 30 ottobre scorso e mantenuti fino al 6 novembre. I prezzi attuali risultano comunque maggiori rispetto al 28 agosto di 25 euro a tonnellata. Il cereale pastificabile su questa piazza secondo Ismea ha guadagnato 35 euro a tonnellata sui prezzi del 31 luglio 2019.

Sicilia
Sulle piazze di Palermo e Catania i prezzi del grano duro fino rilevati da Ismea il 19 novembre scorso alle condizioni "franco azienda" si sono attestati a 252 euro sui minimi e 257 sui massimi e risultano in calo di 3 euro alla tonnellata rispetto al 12 novembre scorso. Con questi valori le due piazze siciliane presentano prezzi maggiori di 42 euro a tonnellata sulle rilevazioni dell'istituto effettuate il 20 agosto.

Napoli
A Napoli i prezzi del grano duro pastificabile alle condizioni "franco magazzino arrivo" rilevati da Ismea il 19 novembre risultano stabili sui valori registrati il 12 novembre e si mantengono fermi a 285 euro sui minimi e 290 sui massimi. A Napoli dal 20 agosto, quando il cereale era rilevato a 270 - 272 euro, al 12 novembre, i prezzi sono lievitati di 15 euro sui minimi e 18 euro sui massimi.

Campobasso
A Campobasso il 18 novembre 2019 Ismea ha rilevato il prezzo del grano duro fino alle condizioni "franco azienda" a 236,30 euro alla tonnellata sui minimi e 243,00 sui massimi, valori stabili sull'11 novembre scorso. Tali prezzi appaiono minori di euro 0,20 sui minimi rispetto al 29 luglio - quando Ismea rilevava 236,50 euro la tonnellata - ed in rialzo di euro 1,50 sui massimi raggiunti in quella data, pari a 241,50.