Io scorso fine settimana è stato contrassegnato dagli effetti della depressione atlantica che dopo aver colpito il nord Italia si è attardata anche su alcune regioni del Mezzogiorno. Intense piogge si sono abbattute in Campania e Puglia, dove sono rilevanti i danni a colture e strutture agricole. Allo stato, almeno 2100 ettari di campagne sono letteralmente inondate dalle acque in provincia di Caserta, a seguito di un fenomeno di piogge persistenti, durato oltre 21 giorni, che ha comportato ripetute esondazioni del canale dei Regi Lagni e che non ha precedenti negli annali pluviometrici della Regione Campania. In zona i danni sono ingenti a coltivazioni ortive in pieno campo e soprattutto alle foraggere. Danni anche ad alcuni allevamenti di bufale. In provincia di Napoli danni per l'esondazione del fiume Sarno. In Puglia aumentano i danni agli oliveti e alle ortive, colture già colpite nei giorni scorsi.
 

Campania, Regi Lagni fuori controllo

Quanto accaduto in Campania nell’area immediatamente a nord di Napoli negli ultimi giorni non ha precedenti storici documentati. L’esondazione dei Regi Lagni, l’antico fiume Clanio canalizzato nel 1600 e da opere successive di epoca borbonica, ha messo letteralmente in ginocchio la parte bassa del piano campano, tra le campagne di Villa Literno e Castel Volturno.

“Nell’area del bacino idrografico dei Regi Lagni abbiamo avuto precipitazioni cumulate tra il 3 ed il 25 novembre di ben 320 millimetri per metro quadrato, quasi un terzo di un intero anno medio – spiega l’ingegnere Camillo Mastracchio dal Consorzio generale per la bonifica del basso Volturnoed è stato così letteralmente polverizzato il precedente record di precipitazioni per le piogge persistenti, che in 21 giorni portarono nel 1901 sulla stessa area qualcosa come 174 millimetri d’acqua per metro quadrato".

Va detto che prima dell’avvio delle rilevazioni pluviometriche l’area a valle di Nola tendeva naturalmente ad impaludarsi: per via del confluire delle acque alte con quelle prima medie e poi basse. Non a caso il Consorzio di bonifica del Volturno opera nella zona colpita dall’esondazione con ben tre stazioni idrovore. Anche se, in questi giorni di piogge persistenti su 10 pompe ne sono state in funzione solo 5, poiché i periodici furti di rame hanno messo fuori uso le altre.

“Da tre anni combattiamo una lotta solitaria ai ladri di rame, con continue denunce alle autorità competenti di polizia giudiziaria – conferma Mastracchio, che sottolinea – ma in questa precisa occasione, anche se tutte le pompe idrovore delle nostre tre centrali di sollevamento avessero lavorato a pieno regime, non avremmo potuto fermare le cinque onde di piena che si sono susseguite nell’arco degli ultimi 21 giorni, un fenomeno, quello dell’esondazione delle acque alte, non previsto nella progettazione delle stazioni idrovore, che si occupano del mero prosciugamento meccanico delle zone costiere dalle acque basse e che servono zone sottoposte tra i 3 ed i 7 metri rispetto al livello medio del mare Tirreno”.
“Da 21 giorni e 21 notti stiamo lavorando senza sosta per tentare di arginare il fenomeno, ma la nostra è una lotta impari" sottolinea Mastracchio.

Tra le concause delle ripetute esondazioni anche un fenomeno nuovo, quello del rigurgito delle acque alla foce dei Regi Lagni: ”Provocato dalla griglia che serve per evitare che il canale porti rifiuti solidi a mare – afferma il tecnico – un'opera non nostra, ma che avevamo autorizzato con la prescrizione che si provvedesse a costante pulizia, poiché l’accumulo di rifiuti solidi, facendo da tappo, avrebbe potuto compromettere la sicurezza idraulica del territorio retrostante, sottoposto ad eventuale onda di piena, circostanza verificatasi purtroppo in questi giorni”. Ma è tecnicamente impossibile effettuare la pulizia della griglia durante una piena perché ” è realizzata in cemento armato ed è fissa" dice Mastracchio.
 

I comprensori di bonifica interessati dall'alluvione

L’acqua di origine alluvionale si è poi trasferita mediante gli stessi canali di bonifica: ”L’acqua dei Regi Lagni è esondata all’altezza della confluenza del Canale San Salvatore, lungo il quale è risalita verso l’idrovora di San Sossio, che è stata così doppiamente impegnata dall’acqua di pioggia e dall’acqua in arrivo dai Regi Lagni" dice ancora Mastracchio. Un copione ripetutosi anche in altri due comprensori.

Gli allagamenti sono iniziati una decina di giorni fa e purtroppo il protrarsi delle piogge ha continuato a rendere la situazione via via sempre peggiore. Tre le zone colpite, per complessivi 2100 ettari. “Tra la riva sinistra del Volturno e la destra del Canale dei Regi Lagni, zona sottoposta da 3992 ettari in comune di Castel Volturno e servita dalla centrale idrovora di Casa Diana, sono finiti sott’acqua circa 1000 ettari, qui a fronte di una capacità di progetto da 21 metri cubi secondo, le pompe stanno togliendo l’acqua al ritmo di 7 metri cubi" spiega il dirigente del Consorzio di bonifica.

Altri 1000 ettari sommersi si trovano invece in sinistra Regi Lagni, dove opera l’Idrovora di San Sossio: “Qui a fronte di 3000 ettari assoggettati a prosciugamento meccanico abbiamo appostata una capacità di estrazione dell’acqua dal comprensorio di 15 metri cubi d’acqua al secondo, ma ne stiamo scolmando non più di 8, sempre per via delle pompe che abbiamo in manutenzione a causa dei furti" afferma Mastracchio. In quest’area sono state inondante tutte le aree intorno al canale Vena.

Infine l'onda proveniente dai Regi Lagni ha allagato anche altri 100 ettari intorno al Lago Patria, dove è attestata la centrale idrovora Palumbo: ”Qui al momento riusciamo a tirare via solo 2,5 metri cubi d’acqua al secondo, rispetto ai 7 metri cubi di capacità teorica" enumera Mastracchio.

Importanti allagamenti dovuti alla pioggia, si registrano anche in agro di Casal di Principe, sempre nel casertano, più a monte dell’area interessata dagli allagamenti nei comprensori di bonifica. Esondazione anche alla foce del fiume Sarno, a Castellamare di Stabia, ed a Poggiomarino, in provincia di Napoli: lambite le campagne con danni a colture ortive.
 

Il vertice presieduto da De Luca

Ieri, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha convocato una riunione sull’emergenza idrogeologica. Decise azioni mirate e con attenzione alle segnalazioni pervenute in particolare dall'area vesuviana, del Sarno e dell'Agro nocerino. Già da oggi sarà in campo una task force per la ripulitura di vasche e canali, che a partire dalle criticità verificatesi a Poggiomarino, interverrà nell'intera zona vesuviana e del Sarno. L'accelerazione riguarderà anche il collettore principale nel bacino idrografico. Nei prossimi giorni è convocata una riunione con la Protezione Civile nazionale, nella quale oltre alle richieste finanziarie, saranno chieste procedure eccezionali per gli appalti delle opere.
 

Puglia, ancora danni agli oliveti

Nubifragi e trombe d’aria hanno allagato le campagne, strappato gli alberi, inondato di fango campi e strade rurali, fatto crollare a terra le olive, danneggiato ortaggi e verdure in campo. E’ l’elenco ancora parziale dei danni provocati dall’ondata di maltempo che ha investito la Puglia tra il 24 ed il 25 novembre, solo l’ultima di 53 eventi estremi che si sono abbattuti in Puglia dal 1° agosto fino a ieri, secondo il monitoraggio di Coldiretti Puglia, sulla base della banca dati europea sugli eventi estremi Eswd.
“La tropicalizzazione del clima, con eventi estremi come nubifragi, grandinate e trombe d’aria che si alternano a lunghi periodi siccitosi, non fa che indebolire e impoverire un territorio già fragile. Nel 2018 sono stati mangiati altri 425 ettari, con un percentuale di suolo consumato che si attesta su valori compresi tra l’8% e il 10%, una delle più alte d’Italia secondo i dati Ispra.”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

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