Si ferma la corsa dei prezzi del grano duro fino nazionale in Puglia alla fine del mese di gennaio 2019, dopo il rallentamento accennato la scorsa settimana.
La crescita dei valori era iniziata alla fine del 2018, innescata dalla ripresa dei prezzi sul mercato all'origine partita già a fine dicembre e continuata almeno fino al 9 gennaio, ultima quotazione resa nota da Ismea, con 240 euro di prezzo minimo e 245 di massimo.

Ieri, 30 gennaio 2019, nella quarta seduta della Borsa merci di Foggia, il cereale pastificabile all'ingrosso ha registrato lo stesso prezzo del 23 gennaio scorso, quando si era verificato il terzo incremento consecutivo nell'anno solare. Resta così confermato un prezzo maggiore di 14 euro alla tonnellata sull'ultima quotazione del 2018, quella del 19 dicembre scorso.

Secondo l'Osservatorio prezzi della Camera di commercio di Foggia restano stabili i listini di tutti i grani slavati, e si conferma anche il prezzo del biologico.
In questa fase su Foggia, il mercato all'ingrosso ha un prezzo maggiore di 2 euro dell'ultimo reso noto all'origine da Ismea, mentre in entrambi si osservano valori superiori ad un anno fa. I prezzi all'origine rilevati a Foggia ormai a inizio mese, restano i più alti della mietitura 2018 e superiori ai massimi della mietitura 2017: quando il grano duro fino nelle ultime due settimane di agosto toccò i 230-235 euro/tonnellata.

Alla Borsa merci della Camera di commercio di Foggia i valori del grano duro fino nazionale all'ingrosso hanno confermato ieri, 30 gennaio 2019, i 242,00 euro alla tonnellata sui minimi e i 247,00 euro sui massimi, 14 euro in più rispetto ai 228-233 messi a segno solo il 19 dicembre scorso. I prezzi di ieri si attestano a ben 20 euro in più di un anno fa, il 31 gennaio 2018.
Il rialzo complessivo del grano duro all'ingrosso a Foggia tra il valore registrato il 7 novembre e quello nuovamente registrato ieri è di ben 25 euro alla tonnellata in poco meno di tre mesi.


Prezzi all'ingrosso a Foggia

Il grano duro biologico, fissato per la prima volta alla Borsa merci di Foggia il 4 luglio 2018 a 360-365 euro alla tonnellata, valore replicato per ben diciassette sedute consecutive, conferma ieri per la sesta volta, nella ventiseiesima rilevazione dell'Osservatorio prezzi, il valore di 375 euro sui minimi e 380 euro sui massimi, pari a quella del 23 gennaio scorso e si tiene a 15 euro sopra la quotazione del 14 novembre, ultima della fase di stabilità iniziata ai primi di luglio.

A Foggia il grano duro fino nazionale della mietitura 2018 ha messo a segno ieri la ventisettesima quotazione di stagione rilevata alla Borsa merci della Camera di commercio dall'Osservatorio prezzi, confermando le quotazioni del 23 gennaio scorso: 242,00 euro a tonnellata sui valori minimi e 247,00 di prezzo massimo alle condizioni di "franco partenza luogo di stoccaggio" per il cereale in buone condizioni e con un contenuto proteico minimo del strong>12,5%.

Si tratta di valori superiori di 14 euro rispetto alle sedute del 19, 12 e 5 dicembre 2018, e maggiori di 25 euro rispetto alle sedute del 7 novembre 2018 e del 31, 24, 17 e 10 ottobre scorsi, settimane nelle quali si era sempre replicata la medesima quotazione di 217-222.
La quotazione di ieri risulta superiore a quella del 23 maggio scorso di 42 euro alla tonnellata.
Il prezzo di ieri risulta superiore a quello dello stesso periodo della passata campagna commerciale di 20 euro, poiché il 31 gennaio 2018 il grano duro fino a Foggia risultò quotato a 222-227 euro alla tonnellata.

Le quotazioni dei grani duri slavati ieri sono tutte rimaste invariate rispetto alla sedute del 23 gennaio, sia nei valori minimi che nei massimi. Il prodotto slavato da 77-78 chilogrammi ogni 100 litri di volume ha confermato ieri i 230 euro sui minimi e 235 sui massimi.
Stessa scena anche nella categoria dei grani duri slavati con peso litrico inferiore a quello del grano duro fino.
Il grano duro tra 75 e 76 chilogrammi ogni 100 litri di volume resta attestato ieri a 220-225 euro. Il grano con meno di 75 chilogrammi per 100 litri di volume, bissa i 210 euro sui minimi e i 215 euro sui massimi.