Il Psr della Puglia 2014-2020 si arena su una valanga di ricorsi puntati contro un criterio di selezione delle aziende - l'indice di performance medio - che i bandi di misure fondamentali per gli investimenti delle aziende agricole, come la 4, desumono dalla media tra tutti i progetti presentati, anche quelli errati e non finanziabili, ovvero con un indice di performance aziendale troppo elevato per gli investimenti proposti a cofinanziamento.
Tale criterio era stato utilizzato per altro dalla Regione Puglia nel quadro di una procedura telematica di selezione dei progetti stessi per le misure strutturali. 

E il Tribunale amministrativo regionale ha rinviato al 10 maggio 2018 la data dell'udienza, già fissata per il 6 marzo 2018, relativa ai ricorsi presentati su questo criterio del bando del Psr Puglia 2014-2020 relativo agli investimenti strutturali delle aziende agricole, ovvero della misura 4.1A.
Un criterio che riguarda anche il bando dedicato alle attività extra agricole, misura 6.4, e il bando Pacchetto giovani. La notizia del rinvio è stata data nella tarda serata di ieri, 6 marzo 2018, da una nota congiunta dell'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Leonardo di Gioia e dell'Autorità di gestione del Psr Puglia Gianluca Nardone.

La vicenda era iniziata nel novembre 2017, quando si erano riuniti a Cassano nelle Murge circa 300 tra agronomi e agrotecnici, in rappresentanza di oltre mille aziende agricole pugliesi, per puntare il dito contro l'indice di performance economica medio, che secondo i bandi viene determinato da tutti i progetti presentati nell'ambito di ciascuna misura.

"Chiediamo che sia immediatamente effettuata un'attività preistruttoria necessaria ad escludere tutti i progetti redatti con parametri non ordinari e volta a determinare l'indice in base soltanto ai progetti realmente finanziabili e procedere quindi alla redazione delle relative graduatorie" aveva chiesto all'assessorato alle Risorse agroalimentari della Puglia Antonio Albanese, portavoce dei professionisti.
Da qui l'invito rivolto all'assessorato regionale "a sospendere la pubblicazione delle graduatorie in attesa di una loro ridefinizione". Richiesta non accolta dalla Regione Puglia, che le ha invece pubblicate.
E da qui la presentazione dei ricorsi al Tar da parte degli interessati. Ma anche le opposizioni ai ricorsi da parte delle aziende agricole che non si ritenevano danneggiate dall'amministrazione regionale e che vedono invece proprio nei ricorsi contro la procedura un imminente pericolo di danno, dato dall'allungarsi dei tempi necessari a ricevere l'aiuto.

Nel frattempo l'amministrazione aveva provveduto a filtrare le domande di aiuto con parametri di redditività superiori al 50% e ritenute irrealistiche, come documentato da AgroNotizie in questo articolo.
 
"Tali ricorsi - ricordano oggi, 7 marzo 2018, di Gioia e Nardone - mettono in discussione i criteri applicati per la definizione, naturalmente, delle successive procedure finalizzate all'erogazione dei sostegni ai beneficiari".

"Il Tar ha ritenuto di rimandare la propria decisione sulla sospensiva, dando un termine più lungo ai ricorrenti e accogliendo le richieste degli interessati che si sono opposti agli stessi ricorsi, attestando, di contro, il buon lavoro della Struttura regionale" sottolineano ancora di Gioia e Nardone.

"Inoltre - fanno sapere - è prevista per oggi una riunione tecnica per decidere le azioni da intraprendere di qui sino alla prossima data di maggio per proseguire con l'attività legata al Psr Puglia".

"Esiste ed è palpabile una sostanziale fase di difficoltà nella gestione del Psr Puglia 2014-2020 - ha commentato il presidente della Coldiretti Puglia Gianni Cantele - riguardo i tempi lunghi nella definizione delle graduatorie definitive e l'emissione dei decreti di finanziamento con casi di ricorso alla giustizia amministrativa, una fase di stallo che ritarda gli investimenti e fa crescere la sfiducia in particolare dei giovani. Un meccanismo con eccesso di burocrazia che sta penalizzando l'agricoltura e l'agroalimentare della provincia di Bari e di tutta la Puglia".

"Sono troppe le molestie che un giovane che vuole fare impresa si trova costretto a subire. Aspettare anni per poter trasformare il proprio sogno in attività imprenditoriale agricola - ha aggiunto Cantele - per colpa di una burocrazia che spesso compromette il destino di un'impresa giovane, sottrae ricchezza all'Italia".