Al via le domande telematiche per l’ingresso di 13mila lavoratori non comunitari stagionali che potranno essere inviate fino al 31 dicembre 2016, utilizzando il sistema disponibile sul sito del ministero dell’Interno.

A renderlo noto la Coldiretti nell’evidenziare come la data di emanazione del decreto per l’anno in corso, potrà finalmente consentire alle imprese di disporre della manodopera stagionale in tempi compatibili con le esigenze aziendali.

Mantenuta anche la possibilità di conversione di 4.600 permessi di soggiorno stagionale in permessi di soggiorno per lavoro subordinato, che consentiranno a molte aziende agricole di stabilizzare il rapporto con i propri lavoratori stranieri che, anno dopo anno, sono entrati con i flussi stagionali.

Con il clic day si è avviata una procedura informatica con domande di ingresso on line per lavoratori stagionali extracomunitari che - sottolinea la Coldiretti - troverà occupazione soprattutto in agricoltura che, insieme al turismo ed all’edilizia, è il settore con maggiori opportunità occupazionali principalmente per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino, ma anche negli allevamenti.

Possono essere assunti per lavori stagionali cittadini non comunitari originari di Albania, Algeria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Corea, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Macedonia, Marocco, Mauritius, Moldavia, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Ucraina e Tunisia, ma anche cittadini stranieri non comunitari di altre nazionalità purché abbiano già fatto ingresso regolare in Italia negli anni precedenti con permesso di lavoro stagionale.

Sono numerosi i distretti agricoli dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso - aggiunge la Coldiretti - della raccolta delle fragole nel veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte, fino agli allevamenti da latte in Lombardia, dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani, mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia.

Sono circa 30mila - conclude la Coldiretti - le aziende agricole italiane che assumono lavoratori extracomunitari.