Emergenza idrica: i dati del Crea sulla siccità degli ultimi 6 mesi
L’analisi degli esperti del Crea ci aiuta a comprendere la drammatica situazione meteo che si è verificata negli ultimi mesi e le sue conseguenze.
Con dati alla mano è possibile constatare pesanti anomalie positive sulle temperature, che si aggirano mediamente sui +2,9°C per le minime e +3,7°C per le massime. Distribuzione altamente disorganizzata anche delle precipitazioni lungo l’asse del tempo, con forti piogge nel mese di ottobre ed una marcata siccità invece da novembre a gennaio, con un calo dei fenomeni di oltre il 90%, ovvero quello che solitamente si ha nel periodo estivo.
Le conseguenze di questa situazione climatica anomala non si sono fatte attendere. Nei 31 principali invasi del Piemonte mancano 18 milioni di metri cubi di acqua (-7%) rispetto alla media. In Lombardia i gran parte dei laghi hanno avuto una percentuale di riempimento sotto le medie stagionali: il lago Maggiore solo il 27%, 35% per il lago di Garda e 45% per il lago di Iseo.
In Veneto le situazioni più critiche si registrano nella zona del Piave, con limiti idrometrici molto inferiori alla norma. Il fiume Po a Isola S. Antonio ha più che dimezzato la sua portata, da 307 a 143 metri cubi al secondo, mentre a Pontelagoscuro ha raggiunto i 3 metri sotto il livello rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo clima ha favorito sia l’attività vegetativa tipica della primavera (su albicocchi e ciliegi è stata segnalata la presenza di gemme rigonfie), sia la ricomparsa di alcuni agenti patogeni nocivi per le colture.
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Analisi del quadro meteo
Dalle ultime immagini satellitari si nota come il flusso perturbato atlantico continui a scorrere sul vecchio continente, in particolare lungo le alte latitudini.
Proprio in quelle aree vanno però a delinearsi interessanti manovre bariche, che nel medio termine andranno a contraddistinguere il quadro meteorologico dal punto di vista invernale. Difatti nei prossimi giorni sul nord Europa, fra l'Atlantico settentrionale e la Scandinavia, si andrà a generare una vasta depressione dal cuore piuttosto freddo, sovvenzionata a sua volta dal lobo europeo del vortice polare.
L’aria piuttosto gelida d'estrazione artica marittima inizierà a scendere verso sud raggiungendo nel fine settimana le aree a nord delle Alpi; la colata innescherà una cospicua flessione delle temperature, fino a -8°C -9°C a 1300 metri di quota.
Gli effetti sull’Italia saranno però solo parziali, perché solo parte di quest'aria fredda tenderà ad oltrepassare il muro alpino e riversarsi sul Mediterraneo, sfruttando la classica via del Rodano.
Il contrasto con le masse d'aria più miti e molto umide preesistenti in loco, andrà a generare condizioni di tempo marcatamente instabile e perturbato su buona parte delle Regioni. Come evidenziato anche dall’ultima corsa del modello americano Gfs, lo scontro fra l'aria molto fredda in uscita dalla valle del Rodano con quella più mite e umida sub-tropicale, in risalita dalle coste africane, scaverà successivamente un’area depressionaria fra la Sardegna ed il Tirreno.
Questo vortice - piuttosto profondo - innescherà come già accennato un vivace maltempo, che coinvolgerà soprattutto le Regioni centrali e meridionali; si potranno verificare rovesci, temporali ed anche forti colpi di vento.
La flessione dei valori termici sarà, già a partire da lunedì, molto marcata sulle Regioni settentrionali, ove non mancheranno nevicate anche a bassa quota. Il freddo raggiungerà gradualmente anche le restanti aree centro meridionali e la Sardegna, quest’ultima investita in maniera più diretta dagli intensi venti settentrionali.
Maltempo duraturo
L'Italia continuerà a essere bersagliata da perturbazioni per molti giorni. Le Regioni più colpite saranno quelle tirreniche centro-meridionali, ma buoni quantitativi di pioggia cadranno anche sul resto del paese; più protette resteranno le Regioni del medio e basso Adriatico, ove le temperature rimarranno anche in linea con le medie del periodo.