Una fiammata, poi il silenzio. In due giorni, dal 4 al 5 novembre, la carta stampata si è gettata a capofitto sullo scempio ambientale del territorio campano e sulle possibili ripercussioni alle colture agricole. Poi nulla, o quasi. Così il 4 novembre sulle pagine del “Mattino” si commentano le scelte di un'industria di trasformazione del pomodoro che ha fatto leva sulle “disgrazie” delle colture nel Sud per vantare la provenienza del proprio prodotto, rigorosamente a base di pomodori coltivati al Nord. Un argomento ripreso il giorno seguente dal “Giornale” che parla di pomodoro “verace padano”. La “battaglia” dei pomodori continua sulle pagine del “Quotidiano Nazionale”, vicenda che rischia di mettere in serie difficoltà la filiera campana, come sottolinea “Il Sole 24 Ore” del 5 novembre. Torna sull'argomento anche il “Mattino” commentando che l'attacco ai prodotti campani non si ferma al pomodoro ma coinvolge anche la mozzarella, dopo la scoperta dell'uso improprio di vaccini anti brucella negli allevamenti di bufale. Ancora il “Mattino” riporta la dichiarazione del ministro Nunzia De Girolamo che invita a denunciare al Mipaaf le eventuali disdette dei contratti di acquisto dei pomodori campani.

Poi tocca al vino
Poi, come sovente accade, le vicende del pomodoro campano sono finite nel dimenticatoio e i giornali sono passati ad altro, complice la diffusione dei dati sulla produzione enologica, che ci ha visto superare la Francia. Dalle pagine del “Giornale” del 6 novembre ecco allora spuntare una foto-notizia che ritrae il Governatore del Veneto, Luca Zaia, impegnato in un brindisi a base di prosecco per festeggiare il superamento dei rivali francesi. Gli fa eco “Italia Oggi” che prende in esame le esportazioni di prosecco, che in Germania hanno battuto quelle del blasonato Champagne. Di vino già si parlava il primo novembre sulle pagine del “Corriere della Sera” per mettere in allarme il settore sulla possibile salita dei prezzi del vino a causa della minore produzione a livello mondiale. Un allarme confermato il 3 novembre dal “Messaggero” con le anticipazioni di Morgan Stanley sulla riduzione della produzione enologica mondiale. Bisogna poi fare i conti, almeno in Italia, con la riduzione dei consumi di vino (Il Foglio, 1 novembre) e con la sempre maggiore contraffazione dei nostri vini sul promettente mercato cinese (Corriere della Sera, 1 novembre).

Il “giallo” degli ulivi
Continuano intanto i problemi per gli ulivi pugliesi, alle prese con una patologia dalle origini ancora non del tutto chiare. Se ne parla il 5 novembre sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” che commenta l'arrivo degli esperti chiamati dagli Usa per far fronte all'emergenza. Nello stesso giorno “Il Giornale” ospita le dichiarazioni del ministro per le Politiche agricole che annuncia la disponibilità della sua amministrazione nel debellare questa patologia degli ulivi. Ma a quanto scrive il 6 novembre “Italia Oggi”, i buoni propositi del ministero si scontrano con la scarsa disponibilità di fondi, tanto che i 18 milioni a disposizione del fondo di solidarietà nazionale si dimostrano del tutto inadeguati di fronte ai danni che già assommano a 30 milioni di euro. Il 7 novembre dalle pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno” arriva l'appello a sottoscrivere un emendamento alla legge di Stabilità per reperire i fondi necessari.
Oltre agli ulivi i guai di origine fitosanitaria coinvolgono anche le castagne, in piena stagione di raccolta. Stando a quanto scrive l'uno novembre “La Stampa” le castagne italiane sono quasi introvabili a causa degli attacchi del cinipede. Se ne parla il 7 novembre anche sulle pagine de “Giornale di Brescia" che scrive di produzione italiana ai minimi.

Mercati e dintorni
Raccolti in calo si registrano poi per la soia con la quale in Piemonte si era cercato di sostituire le coltivazioni di riso. Colpa delle eccessive piogge, scrive “La Stampa” del 6 novembre. Un calo, è ancora “La Stampa” che lo scrive il 3 novembre, si registra per le coltivazioni di cereali e in particolare grano e mais. A proposito di grano è interessante l'articolo pubblicato dal “Secolo XIX” il 3 novembre che affronta il tema della disinformazione sui prodotti alimentari, in questo caso del grano kamut, che nulla ha a che fare con l'antico Egitto, come si ritiene, ma è un marchio commerciale statunitense. Non meno interessante l'articolo pubblicato su “Italia Oggi” a proposito di una nuova applicazione per smartphone che consente irrigazioni mirate e un considerevole risparmio di acqua.

In stalla
Nel mondo degli allevamenti si continua a discutere dei prezzi sia per i suini, di nuovo in una situazione di crisi (Gazzetta di Mantova, 3 novembre), sia per la produzione di latte (Gazzettino, 3 novembre). Per le bufale e per l'omonima mozzarella il problema è quello delle vaccinazioni fuori tempo massimo, che hanno portato al sequestro di un rilevante numero di allevamenti, come si legge sul “Mattino” del 3 novembre. A Bruxelles nel frattempo continuano le discussioni sulle etichette dei prodotti a base di carne. Stando alle anticipazioni di “Italia Oggi” del 6 novembre, ora sarebbero i francesi a spingere per l'indicazione in etichetta dell'origine delle carni. Ma la strada è tutta in salita. In compenso dagli Usa arriva il via libera all'importazione di carni europee. Lo scrive il 5 novembre “Italia Oggi”.

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