Coldiretti, Unci e Aiipa hanno firmato ieri 8 giugno 2010 un protocollo d'intesa per chiedere congiuntamente "il controllo del pomodoro concentrato cinese che sta invadendo i mercati mondiali, l'obbligo di indicare l'origine del pomodoro utilizzato nei derivati e l'immediata e tempestiva attivazione del meccanismo di salvaguardia con un dazio doganale aggiuntivo come misura antidumping prevista dalla normativa comunitaria".

Il protocollo è stato presentato ieri a Palazzo Rospigliosi dai presidenti della Coldiretti Sergio Marini e dell'Unci Mauro Tonello e dal vicepresidente dell'Aiipa Marcello Mutti. All'incontro sono intervenuti anche il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Paolo Scarpa Bonazza, primo firmatario di una proposta di legge sull'etichettatura d'origine approvata dal Senato ed attualmente fermo alla Camera, il presidente della Federconsumatori Rosario Trifiletti e il presidente del Cios Marco Crotti.

Nell'occasione è stato presentato anche un dossier sulle importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina, da cui emerge che nell'ultimo trimestre si è registrata una crescita delle importazioni dalla Cina nell'Ee del 174%, con una forte riduzione dei prezzi del prodotto, dal -15% al -30%, con gravi conseguenze per il settore. Il quantitativo che arriva in Italia dalla Cina, sottolinea il dossier, corrisponde a circa il 10% della produzione di pomodoro fresco.

"L'importazione selvaggia da parte della Cina è assolutamente inammissibile", ha dichiarato Scarpa Bonazza, augurandosi che "alla Camera vengano presto presi i giusti provvedimenti per ottenere la garanzia della tracciabilità e dell'etichettatura obbligatoria dei prodotti". L'approvazione di una norma nazionale, infatti, secondo il presidente della Commissione Agricoltura, potrebbe costituire un modello per disposizioni comunitarie sulla tracciabilità.

L'esigenza di norme comunitarie ha visto d'accordo tutti i partecipanti. "L'Unione europea purtroppo non è ancora adeguatamente preparata alla riduzione dei porti d'ingresso comunitari. Tuttavia, l'interesse dell'intera filiera presente a questo tavolo pone le basi per una futura attivazione di una procedura specifica da attuarsi per mezzo dell'adozione del protocollo sanitario per il pomodoro concentrato cinese", ha spiegato Tonello.

"Bisogna continuare a combattere a favore della tracciabilità e la verifica dei controlli esplicando al massimo le nostre potenzialità" ha affermato il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti. Dello stesso tenore l'intervento di Crotti, il quale ha sottolineato come i cooperatori abbiano scelto il controllo di qualità acquisendo un marchio (Pomì) e che chiedono anche loro norme e regole per la trasparenza.

Attualmente, nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento e non quello di coltivazione del pomodoro.

"Le importazioni non possono essere fermate - ha detto Marini denunciando i rischi che derivano dalle varie forme di dumping praticato dalla Cina - ma proprio per questo assume un'importanza vitale la tracciabilità dei prodotti e l'informazione ai consumatori sulla loro origine", concetto ribadito anche da Mutti.

"Questo di oggi è uno schieramento inedito - ha aggiunto Marini auspicando analoghi protocolli per altri prodotti - ma è anche la dimostrazione che si può lavorare insieme per il bene comune".