Questa volta l'Italia ha giocato d'anticipo stabilendo, prima ancora che lo facesse Bruxelles, le linee guida per il benessere dei conigli in allevamento.
Tanta attenzione per questo settore della zootecnia non deve stupire, in quanto l'Italia in tema di produzioni cunicole è uno dei paesi più importanti a livello europeo, insieme a Spagna e Francia. 

E bene ha fatto il nostro Ministero della Salute nell'emanare una nuova circolare volta a dare precise indicazioni per il rispetto del benessere animale nell'allevamento del coniglio da carne.
Un documento che sostituisce le analoghe linee guida emanate nel 2014, e che ora tiene conto delle acquisizioni scientifiche su questo tema, dove l'Italia vanta particolari competenze.


Gabbie sì, gabbie no

Uno dei punti chiave riguarda l'impiego delle gabbie, ancora diffuse negli allevamenti.
Eliminarle appare assai complicato, ma ciò non toglie che possano essere apportate modifiche in grado di garantire un maggiore benessere agli animali e conseguentemente anche un loro miglior stato di salute.
Al loro posto si suggerisce l'introduzione di gabbie arricchite oppure l'impiego di appositi parchetti e recinti nei quali allevare gli animali in gruppo.

Le gabbie però non spariscono, saranno necessarie per ospitare gli animali per brevi periodi nel caso di alcune produzioni, come quella del coniglio pesante, ove si possono manifestare problemi di gerarchia e aggressività fra gli animali allevati in gruppo.


I dettagli

Le linee guida predisposte dal ministero della Salute si soffermano su numerosi aspetti delle strutture di allevamento e della gestione dello stesso, indicando la tipologia dei locali, la qualità degli alimenti e dell'acqua somministrata, le condizioni ambientali da soddisfare per il ricambio d'aria e molto altro.
Precise e puntuali anche le indicazioni sulle caratteristiche delle gabbie di nuova concezione.
Queste dovranno consentire agli animali di appartarsi, di riposare e di fare attività motoria.
Nel caso delle femmine queste dovranno avere la possibilità di isolarsi quando i piccoli hanno lasciato il nido.

Anche ai conigli all'ingrasso deve essere consentita la possibilità di avere un riparo quando vengono disturbati.
Nella gabbia è prevista una piattaforma sopraelevata, uno scomparto separato, un tubo che funga da tunnel e infine una barriera visiva.
Sono queste le caratteristiche principali delle gabbie arricchite, messe a punto dall’Associazione scientifica mondiale di coniglicoltura (Wrsa), la cui sezione italiana è Asic (Associazione scientifica italiana di coniglicoltura)
Anche le dimensioni sono già state fissate: la piattaforma ad esempio dovrà misurare 900 centimetri quadrati ed essere soprelevata per almeno 25 cm, con una larghezza minima di 20 cm.


I "parchetti"

Indicazioni altrettanto precise per i reparti di riproduzione, con distinzione fra le femmine con o senza nidiata, per i maschi, per i soggetti all’ingrasso.
Nei sistemi di allevamento a parchetto le caratteristiche più importanti riguardano l'ingrasso in gruppi, dove il numero minimo di conigli previsto è 20 e il massimo 40.
Il parchetto non dovrà avere partizioni interne che impediscano o limitino gli animali nel movimento.
Non dovrà nemmeno avere una copertura superiore. Per le misure è prevista una lunghezza minima di 180 cm e una larghezza minima di 80.

In ogni caso la superficie del pavimento non potrà essere inferiore a 16mila centimetri quadrati.
Anche nel caso dei parchetti è prevista la presenza di una piattaforma sollevata per almeno 25 cm e con una larghezza minima di 27 cm.
Nei parchetti, come pure nelle gabbie, dovranno essere presenti oggetti da rosicchiare.
Inoltre ci dovrà essere un tubo di almeno 40 cm di lunghezza dove l'animale possa rifugiarsi. Dovranno inoltre essere presenti quattro punti per l’alimentazione e due per l'abbeverata. 


Investimenti elevati

Queste sono soltanto alcune delle indicazioni che si possono trovare nelle linee guida predisposte per soddisfare le esigenze di benessere del coniglio.
Per gli allevamenti di conigli si prepara una stagione di fortissimi cambiamenti.
Sarà necessario rinnovare profondamente le strutture interne cosa che richiederà investimenti rilevanti.

Al contempo si ridurrà il numero di animali all'interno dei ricoveri e la produzione per unità di superficie a disposizione si ridurrà di conseguenza.
Già oggi gli allevamenti cunicoli faticano a far quadrare i conti, spesso in rosso durante le ricorrenti crisi di mercato.
Dunque non sarà né facile né semplice attuare queste trasformazioni.
Bene ha fatto allora il ministero della Salute ad anticipare i tempi, ora però occorre accompagnare gli allevamenti in questa trasformazione che imporrà investimenti economici tanto rilevanti da essere in molti casi impossibili senza adeguati sostegni.