La Politica agricola comune (Pac) dell'Unione europea si interroga sui futuri scenari del comparto agroalimentare, con un occhio attento all'ambiente e l'altro agli stili alimentari.
Hanno così preso corpo nuove strategie, tese ad orientare le produzioni agricole negli anni dal 2023 al 2027, quando la riforma della Pac entrerà nel vivo, dopo i due anni di transizione iniziati con il 2021.
Due i progetti destinati a indirizzare l'agroalimentare europeo, il Green new deal, che si pone l'ambizioso obiettivo di una riduzione delle emissioni di gas climalteranti e il Farm to fork, che “strizza” l'occhio alle produzioni biologiche.
 

Il coniglio dimenticato

Scenari che hanno rinfocolato le tesi (spesso pretestuose) di quanti sostengono diete che escludono, o quasi, il consumo di carne.
Al contempo si è spalancata la porta ai sostenitori di nuovi alimenti, dagli insetti (il cui impiego è stato approvato proprio in questi giorni) alla carne prodotta in laboratorio, nell'ipotesi, tutta da dimostrare, che sarebbe questa la soluzione per ridurre gli impatti ambientali della zootecnia.

Nel formulare queste ipotesi gli occhi di tutti sono puntati sugli allevamenti più diffusi, quello dei bovini, dei suini, degli avicoli.
L'allevamento del coniglio è rimasto ai margini di queste discussioni. Il perché è presto detto.
Allevato prevalentemente in Italia, Francia e Spagna, e praticamente assente negli altri paesi europei, se non come animale da affezione, questo settore ha una minore importanza economica e una scarsa attenzione da parte del legislatore europeo.
 

I vantaggi del coniglio

Eppure si tratta di un allevamento con interessanti opportunità anche per i giovani (se opportunamente incentivati), in grado di offrire carni di eccellente qualità e dalle caratteristiche uniche.
In particolare in Italia, a dispetto dell'assenza di una legislazione specifica sul benessere per questa specie animale, i sistemi di allevamento hanno fatto negli ultimi anni grandi progressi anche in questa direzione.
Molti a questo proposito gli studi che i ricercatori italiani hanno condotto su questo tema per dare risposta alle istanze di quanti hanno puntato il dito sull'impiego delle gabbie negli allevamenti.


Uno sguardo sul futuro

Questo lo scenario; quale il futuro del settore nella scia delle strategie che l'Unione europea intende sviluppare?
Per rispondere a queste domande, Asic, l'Associazione scientifica italiana di coniglicoltura, ha organizzato un incontro (la formula è quella del webinar a distanza) che avrà per titolo: “Il consumo della carne di coniglio: tradizione e attualità”.

Ad affrontare questi argomenti saranno Massimiliano Petracci dell'Università di Bologna, Frédéric Leroy dell'Università di Bruxelles, Stefania Crovato dello Zooprofilattico delle Venezie e Massimiliano Lazzari di Coop Italia.
A fare gli “onori di casa” Cesare Castellini, dell'Università di Perugia, nella sua veste di presidente dell'Asic.

L'appuntamento è per le ore 17 di giovedì 13 maggio e per la partecipazione è sufficiente l'iscrizione (si terrà su piattaforma Zoom) al seguente link: https://unipd.zoom.us/webinar/register/WN_k00QB2V2RFWcFRQ_uwUojg
Si parlerà delle caratteristiche delle carni di coniglio e del benessere negli allevamenti.
Per poi esaminare l'evoluzione dei consumi passando per le osservazioni della distribuzione organizzata.
Senza dimenticare che il coniglio, non di rado, è annoverato fra gli animali da affezione. Un vantaggio o un handicap? Anche questo interrogativo avrà una risposta.