In questi giorni la Sardegna è animata dal dibattito sui pecorini e la filiera ovina dell'Isola. Si parla di anticontraffazione e prezzo di latte e formaggi di pecora.

Aveva iniziato venerdì scorso l’assessore all’Agricoltura della regione Sardegna, Elisabetta Falchi, che aveva dichiarato alla stampa: "La Regione è consapevole dei problemi e dei rischi di contraffazione che gravano sui prodotti di eccellenza sardi. Per tale motivo è in costante interlocuzione con i Consorzi di tutela dei nostri formaggi pecorini che stanno lavorando da tempo per contrastare, anche tramite azioni legali, le segnalazioni che pervengono alla loro attenzione nell'utilizzo abusivo e improprio del marchio pecorino”. E un'idea da sviluppare: "Bisogna rendere più difficile la contraffazione dei tipici formaggi sardi, rafforzandone il brand con una campagna di comunicazione forte e innovativa".

E’ di oggi, invece, l’incrocio di dichiarazioni tra il noto industriale del formaggio sardo, Giommaria Pinna, e il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu sul prezzo del latte ovino e dei pecorini sardi, durante un seminario a Banari, dedicato proprio al comparto ovicaprino, promosso dall’organizzazione agricola, dall’amministrazione comunale locale e alla Fondazione Meilogu.

Pinna sostiene di essere preoccupato per i prezzi elevati dei pecorini sardi e perchè sarebbe imminente un crollo del prezzo del pecorino, ormai ben sopra i 9 euro al kg, che trascinerebbe con se al ribasso il prezzo del latte ovino.  Cualbu ha replicato: “Ero più preoccupato quando il Pecorino Romano era sotto i 4 euro che non adesso che il prezzo sfiora i 10”.

L’assessore Falchi ha spiegato venerdì: "È ormai certo che per ridurre il rischio di contraffazione è sempre più importante legare la promozione del marchio del singolo prodotto al territorio di provenienza. Per questo, come Regione, stiamo lavorando a impostare un progetto di comunicazione che punti a valorizzare i nostri sistemi di allevamento, unici al mondo, con animali allevati in regime di benessere su pascoli ricchi di essenze rare e spontanee che rendono speciale il gusto dei formaggi sardi. Di conseguenza lo strumento della promozione così come articolato, diventa un elemento di autotutela. In questo modo non sarà più solo un nome a dover essere copiato e riprodotto, ma un intero concetto di territorio con le sue peculiarità, la sua storia e le sue tradizioni”.

Nella consapevolezza che, secondo i programmi della Giunta, il futuro del comparto agricolo dovrà essere sviluppato anche tramite una sempre maggiore internazionalizzazione, la Falchi ha osservato: “Più aumenta l'export dei nostri prodotti e più aumentano ovviamente i rischi di contraffazione e le difficoltà per tutelare sul piano legale i formaggi Dop. Ed è proprio su questo versantche la Regione intende sostenere i Consorzi di tutela nella loro guerra quotidiana contro le contraffazioni internazionali sulle produzioni casearie di qualità sarde”.

Ai timori di un imminente crollo dei formaggi ovini di Sardegna, ventilato da Pinna, il presidente regionale di Coldiretti, Battista Cualbu, ha opposto altre argomentazioni: “Ma chi l’ha detto che il prezzo del formaggio non possa ancora salire? Nessuno aveva previsto l’exploit del Pecorino romano. E già quando il prezzo è salito a 8 euro si parlava di crollo. Godiamoci questo momento e lavoriamo tutti insieme per tenere questi livelli. Per farlo serve la collaborazione di tutta la filiera e di una politica più autorevole e protagonista”.

Gli interventi dei relatori al seminario hanno preso spunto dal questionario presentato dal direttore regionale della Coldiretti Sardegna, Luca Saba, condotto in collaborazione con Giuseppe Pulina, docente del Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari, e oggi presentato pubblicamente per la prima volta. Dieci domande sottoposte a 28 opinion leader (pastori, trasformatori, rappresentanti delle categorie interessate, studiosi) per comprendere il momento favorevole del prezzo del latte.

“E’ emerso – ha spiegato il direttore Luca Saba– che il momento benigno per il settore è generato da meccanismi interni al mercato (limitata produzione e cambio favorevole). Gli intervistati auspicano una cabina di regia fra allevatori e trasformatori che, mantenendo le attuali produzioni di latte e le quote dello stesso destinato al pecorino Romano, orienti la diversificazione verso le altre due Dop Fiore Sardo e Pecorino Sardo e metta a valore il programma sul benessere animale con una adeguata informazione verso i consumatori”.

“Sicuramente questo prezzo non dipende da una programmazione" ha poi aggiunto Giommaria Pinna, che ha auspicato un accordo interprofessionale: “In cui possiamo da una parte programmare le produzioni di Pecorino Romano e dall’altra decidere come trasformare le eccedenze. Purtroppo questo non riusciamo a tradurlo in pratica, anche perché la politica è debole e non esercita il suo ruolo che è quello di regia.”

Ma proprio il 20 luglio scorso, l’assessore Falchi, aveva annunciato l’intenzione della giunta di approfittare del Pacchetto Latte e lanciare in Sardegna l’interprofessione, proprio per rinsaldare i legami di filiera nel comparto ovino.