Da una prima valutazione le circa 600 pagine della Politica agricola comune (Pac) sembrano essere poco adeguate e ancora lontane dalle grandi sfide che gli agricoltori stanno affrontando”. È il commento di Paolo De Castro, da pochi giorni rieletto presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, che in un’intervista a Mangimi&Alimenti (il periodico edito da Assalzoo, l'associazione delle industrie mangimistiche) affronta i temi sui quali l’Unione Europea è chiamata in queste settimane a scrivere il futuro dell’agricoltura dei 27 Paesi membri.

Con la presentazione delle proposte legislative della Commissione esecutiva il processo di ridefinizione della politica agricola comune è entrato definitivamente nel vivo”, sottolinea De Castro che ricorda come “in tale contesto le modifiche che saranno introdotte attraverso il processo di codecisione che vede Parlamento e Consiglio Ue, per la prima volta nella storia della riforma della Pac sullo stesso livello legislativo, dovranno essere rispondenti alle istanze dell'agricoltura europea e, nello specifico, di quella italiana”.

 

Meno burocrazia

Più flessibilità per fronteggiare le emergenze di mercato, meno carico burocratico per gli operatori, una Pac più snella e semplice, maggiori garanzie per la sostenibilità ambientale a patto che sia garantita la sostenibilità economica delle nostre aziende”, insieme al “progresso tecnologico” sono per De Castro le chiavi per garantire “un settore centrale dell'economia dei territori dell'Unione Europea", un comparto esteso e cruciale nel quale “le circa 14 milioni d’aziende agricole presenti nell’Ue gestiscono il 45% della superficie complessiva, con quasi 30 milioni di persone di addetti”.

 

Aumentare la produttività

Secondo De Castro il “grosso problema a livello globale” è rappresentato dal fatto che la “domanda alimentare cresce più dell'offerta”. Bisogna “incrementare la produttività con minori risorse e inquinando meno: questa è la sfida che il settore primario europeo avrà di fronte nei prossimi anni” si legge nell’intervista. “Ricerca, sviluppo e trasferimento dell'innovazione possono rappresentare non solo nel lungo, ma anche nel breve periodo, - conclude De Castro - fattori determinanti per migliorare la capacità produttiva, senza minacciare la sostenibilità ambientale”.