"Per la suinicoltura italiana è sempre emergenza. La crisi che attanaglia gli allevatori prosegue ormai da molti anni. I prezzi continuano ad andare a picco e sono ormai vicini ad un euro al chilogrammo, con costi produttivi che, invece, sono prossimi a 1,50 euro. Dunque, negli allevamenti si lavora in perdita e così molte aziende sono state costrette a chiuse, mentre altre hanno ridimensionato notevolmente l'attività, riducendo il numero dei capi allevati. In tale modo c'è il rischio che le nostre tavole vengano invase ulteriormente da prodotti esteri, con gravissimo danno per il made in Italy". 

A lanciare l'allarme è la Confederazione italiana agricoltori che si chiede se il perdurare dei prezzi alla stalla così poco remunerativi, se non in perdita, per le produzioni ad alto contenuto qualitativo (Dop e Igp) sia la chiara dimostrazione della fine dell'interesse per la qualità che l'industria di trasformazione per molti anni ha riconosciuto ai produttori del nostro Paese. 

"Al perdurare della crisi per gli allevatori si aggiunge - rileva la Cia - la nuova politica del Consorzio del Prosciutto di Parma, che ha come obiettivo quello di riportare la Dop ai livelli quantitativi di dieci anni fa. Ad oggi, tuttavia, una diminuzione di un milione di prosciutti prodotti non ha avuto - evidenzia la Cia - un riscontro sul mercato. Ciò dimostra che gli industriali della trasformazione non riescono a sorreggere il differenziale tra prodotto Dop e nazionale".