Diminuisce l'import e cresce l'export del settore cerealicolo italiano nel primo trimestre 2015. Lo sottolinea l'Anacer (Associazione Nazionale Cerealisti), in un nota diffusa ieri. Sul fronte interno, infatti, le importazioni nei primi tre mesi dell'anno sono risultato in calo, a livello quantitativo, di 436mila tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2014 (-8,9%).

Segue lo stesso trend anche il valore totale delle importazioni, sceso di oltre 70 milioni di euro. Andando a fondo nell'analisi sui quantitativi, forte calo delle importazioni di mais (-331mila tonnellate) e di grano duro (-139mila tonnellate) per quanto riguarda i cereali in granella, mentre crescono sia il grano tenero (+82mila tonnellate) sia l'orzo, oltre 17mila tonnellate in più. Nel comparto dei proteici, si riducono le importazioni dei semi oleosi (-117mila tonnellate, di cui 109mila t di semi di soia), mentre aumentano le farine proteiche (+70mila tonnellate).

Sostanzialmente stabili le importazioni di riso, ferme a 33mila tonnellate di prodotto importato. Tendenza positiva per le esportazioni, in crescita di 68mila tonnellate (+6,4%). Fra i cereali in granella la crescita è pari a 73mila tonnellate, di cui 50mila di grano duro, seguita dalle buone performance dei prodotti trasformati (+18mila t), della farina di grano tenero (+5600 t), oltre che della semola di grano duro (+4400 t) e dei mangimi a base di cereali (+5700 t).

Flessione invece per le esportazioni di pasta alimentare e di riso, per un totale di 33mila tonnellate in meno spedite all'estero. Pesa l'embargo russo e la minore richiesta in Francia e Regno Unito. La crescita in valore dell'export nei primi tre mesi del 2015 si attesta a quasi 97 milioni di euro, rispetto allo stesso trimestre 2014. In generale, migliora il saldo della bilancia commerciale del settore, che passa dai -620 milioni di euro del primo trimestre 2014 ai -453 milioni di euro del 2015.