Il II Meeting internazionale di Roma sulla filiera cerealicola ha rappresentato un’occasione di incontro voluta dagli operatori della Borsa Merci di Roma per confrontarsi su attualità e
prospettive della filiera cerealicola alle soglie della campagna 2009/2010, in un momento di grande incertezza successiva alla crisi alimentare ed all’andamento dei prezzi dei principali
mercati registrata in occasione della I edizione del Meeting. L’incontro è stato organizzato da Arm - Azienda romana mercati, l’Azienda speciale della Camera di commercio di Roma.
Positivo il bilancio della partecipazione, con oltre 250 accreditamenti e la partecipazione ai lavori di 198 operatori per 147 imprese divise tra 67 imprese locali e 80 imprese nazionali ed internazionali (Ue).
Tra i testimoni intervenuti per fornire il proprio contributo sullo scenario internazionale, per la Francia Jean Philippe Everling (Granit Negoce - Coordinatore Borsa del Mediterraneo-
Cobesud) per la Spagna Juan Robina (Cereales Sevilla). Il quadro nazionale è stato delineato grazie al contributo di Cosimo Montanaro di Ismea ed all’intervento del presidente Italmopa Umberto Sacco e del presidente Anacer, Filippo Galli.
 
Frumento
La campagna di commercializzazione 2008-2009 del frumento che si concluderà il prossimo 30 giugno conferma un’inversione di tendenza rispetto agli andamenti che avevano caratterizzato la campagna 2007-2008. Dopo il contenuto raccolto del 2006 (597,5 mln t secondo l’International Grains Council -IGC) e la riduzione degli stock finali a 121,5 mln t, anche il 2007 era stato contrassegnato da un raccolto mondiale modesto (608,8 mln t per l’IGC) e dalla caduta degli stock finali 2007-2008 fino a 116,3 mln t. In tale contesto (stock molto ridotti e prezzi in tendenziale crescita), la coltivazione del frumento destinato al raccolto 2008 ha investito nel mondo quasi 6 milioni di ettari aggiuntivi, passando da un totale 2007 di 218,6 milioni di ettari a ben 224,4 mln ha. Ciò, insieme alle favorevoli condizioni climatiche nell’Ue, nei paesi ex Urss ed in Canada, ha permesso un significativo aumento della produzione 2008, pari a 79 mln t (+13%), portandola molto vicina ai 688 mln t.
A conclusione della campagna 2008-2009, gli stock finali di frumento nel mondo si stanno ricollocando verso l’alto: secondo la stima IGC del 30 aprile 2009, ammontano a 161,8 mln t con un aumento di 46 mln t (+39,6%).
 
L’Italia con il suo +23,4% arriva al 5,9% della produzione Ue 27 di frumento. Molto più rilevante il peso dell’Italia nel frumento duro: rappresenta il 13,5% della produzione mondiale ed il 52% di quella europea, con riferimento alla campagna 2008-2009. Il raccolto 2008 ha visto un incremento relativo del frumento duro (+29,2%) più elevato di quello del frumento tenero (+15,2%).
Sono disponibili le proiezioni riferite alla campagna 2009-2010 secondo le diverse fonti internazionali. La produzione mondiale di frumento nel 2009 si prevede che sia destinata a diminuire del -5,4% (IGC - Grain Market Report del 30 aprile 2009) per collocarsi dunque a 651,2 mln t.
Per quanto riguarda la campagna 2009-2010 in Italia, le stime Ismea presentano una marcata riduzione della produzione 2009 nel frumento duro (oltre 1,8 mln t, corrispondente a -35,3%) ed un ridimensionamento del raccolto dell’anno precedente (-12,5%, poco più di 500 mila t) nel frumento tenero. Il significativo calo produttivo stimato nel frumento duro è imputabile, più che alle rese (le stime Ismea - Unione seminativi mostrarnouna riduzione dell’11,5%), al drastico calo delle superfici investite che nel complesso diminuiscono del 27%.  Le semine di frumento tenero presentano – nella campagna 2009-2010 – un andamento negativo ma, in confronto al frumento duro, meno distante dal risultato del 2008-2009. La
riduzione delle superfici investite viene stimata, a livello nazionale, dell'8,2% pari a circa 60 mila ettari.
 
I prezzi
La serie storica delle quotazioni del frumento duro segnala, nel corso del 2008, l’andamento in costante e drastico calo dei prezzi che si era verificato dopo i risultati eccezionali del
primo trimestre 2008. Un fenomeno messo in rilievo dagli operatori è stato quello dell’affiancamento delle quotazioni dei cereali ai prezzi internazionali delle materie prime e dei prodotti
finanziari. La conseguenza è stata l’elevata volatilità delle quotazioni.
Un fenomeno di particolare rilievo è lo spostamento dell’attenzione degli investitori dal mercato dei prodotti cerealicoli al mercato dei fattori della produzione, in particolare la terra.
Si registrano crescenti investimenti, soprattutto in Asia ed in Africa, rivolti all’acquisto di terreni adatti alla coltivazione dei cereali, nel quadro dell’accresciuta importanza strategica
della food security per molti paesi. Gli andamenti molto elevati dei prezzi internazionali, durante le campagne 2007-2008 e 2008-2009, e il raggiungimento di bassi livelli di stock
hanno indotto a cercare forme di garanzia negli approvvigionamenti.
 
Mais
La serie storica della produzione mondiale di mais conferma, nella stima della campagna 2009-2010 (fonte IGC), una leggera flessione che si attesta a -0,7%, rispetto all’anno precedente.
Gli stock mondiali di mais sono, in apertura della campagna 2009-2010, pari a 142 mln t e vengono previsti in calo a 129 mln t al momento della chiusura nel 2010.
La produzione italiana di mais nel 2009 è stimata da Ismea pari a 8,4 mln t, con un calo del -14,1% (1,9 mln t in meno): principalmente dovuto alla riduzione delle superfici (-8,7%, pari a circa 90 mila ettari) e, nello stesso tempo, delle rese (-6,2% nella media nazionale).
 
Orzo
La produzione mondiale di orzo è stimata nella campagna 2009-2010 pari a 145,9 mln t (fonte IGC). E’ in significativo calo (-6,5%) rispetto alla produzione 2008 che era risultata particolarmente abbondante (155,9 mln t).
In Italia, la campagna 2009-2010 dell’orzo si contraddistingue per una leggera crescita della superficie investita (aumentata di circa 7 mila ettari, +1,7%) che non riesce a compensare il calo nelle rese (-2,1% nella media nazionale), determinando una sostanziale stabilità del raccolto. Le coltivazioni di orzo nell’Italia centrale presentano una maggiore sofferenza a causa del ritardo delle semine. In molte realtà, anche del Sud (come Basilicata e Puglia) molto dipenderà dall’andamento delle piogge in queste ultime settimane.