Il caldo ci terrà compagnia almeno sino a fine luglio, ma possibili sorprese atlantiche potrebbero prendere piede a inizio agosto. Anche nelle giornata odierna i modelli confermano un abbassamento del flusso zonale atlantico, il che porterà presumibilmente instabilità, temporali e temperature prossime alla media stagionale. 

Il punto della situazione
Il vortice depressionario sullo Ionio ha ormai abbandonato la Penisola italiana, che risulta in queste ore completamente sgombra dalle nubi. Occhi puntati nuovamente Oltralpe, ove le perturbazioni atlantiche, sospinte dal vortice ciclonico britannico, scivolano dai settori occidentali europei a quelli orientali, lambendo solo lievemente le Alpi.
Quanto basta però per attivare annuvolamenti un po' più consistenti, che localmente vanno a raggiungere anche la Val Padana limitrofa. La ripresa anticiclonica è comunque evidente sulle restanti aree, con l’alta pressione che va gradualmente a coinvolgere l'intero Mediterraneo, fino a raggiungere le terre oltre il Mar Nero.
L'instabilità pomeridiana interessa quindi gran parte dell’arco alpino ed i settori settentrionali della dorsale appenninica, lasciando alle Regioni centro meridionali ampi spazi sereni ed un clima ancora tutto sommato gradevole, caldo ma senza eccessi.
Una notizia sconcertante giunge però dagli ultimi studi della Nasa: il giugno 2016 - a livello globale - è stato difatti il più caldo dal 1880, ovvero da quando sono iniziate le più attendibili misurazioni. La temperatura media, sia per la Nasa che per il Noaa, è risultata di quasi un grado centigrado sopra la media del 20° secolo, qualche centesimo di grado in più del precedente record stabilito nel giugno 2015. L’ultimo mese storicizzato va perciò ad incrementare la lunga lista dei mesi più caldi consecutivi, iniziato nel lontano aprile 2015. 
Basti pensare che l'ultimo giugno con temperature inferiori alla norma risale ormai a ben 40 anni fa.

Analisi
L’avanzamento dell’alta pressione è già avvertibile, ma i temporali continueranno a caratterizzare localmente le giornate sui rilievi alpini ed appenninici settentrionali. Come accennato durante “il punto”, non sono frutto della precedente area depressionaria che ha attraversato la Penisola negli ultimi giorni, ma di fenomeni causati da una perturbazione che va a lambire l'arco alpino. 
La barriera orografica naturalmente ne limiterà gli effetti, confinando i fenomeni più intensi sui settori alpini esteri; sulle restanti aree non mancheranno ampi spazi sereni.
Con il passare delle ore, sino al weekend, i geopotenziali andranno ad incrementare ulteriormente proponendo spazi sempre più estesi di bel tempo. La natura maggiormente subtropicale del sistema incentiverà crescenti apporti d'aria calda, ciò significa che oltre al forte rialzo termico si dovrà sopportare anche l'afa.

Quanto farà caldo?
Le temperature si riporteranno sensibilmente al di sopra delle medie stagionali, con valori diffusamente oltre quota 35°C in svariate località peninsulari e delle due Isole Maggiori. Il forte aumento di umidità porterà un innalzamento anche dei valori minimi e tornerà perciò a far caldo anche di notte, specie lungo le coste e nelle pianure interne.
Il picco di caldo dovrebbe essere raggiunto fra domenica 31 e lunedì 1 agosto, quando la calura diverrà intensa dall'Emilia Romagna verso tutto il Centro-Sud. Punte attorno ai 38 gradi sono attese sulle pianure emiliane, così come su zone interne di Umbria e Lazio. 
Stesso discorso per il Sud e le Isole, ove non sarà difficile raggiungere la soglia dei 40°C.

Fresche attese per agosto
L’analisi dei modelli previsionali conferma anche oggi una crescente dinamicità per i primi giorni di agosto, che vedrà l'alternanza tra fasi molto calde a repentini break temporaleschi. Potrebbero difatti intervenire correnti più fresche oceaniche, associate ad un fronte depressionario che impatterà probabilmente sulle Alpi. 
Il quadro meteorologico sarà caratterizzato da nuovi episodi temporaleschi a partire dai settori settentrionali, ed i freschi venti occidentali garantiranno un sensibile calo delle temperature.
Un tale assetto barico va, di norma, a portare la possibile formazione di una goccia fredda sui mari meridionali, ipotesi che se confermata attiverebbe una parentesi di maltempo su molte aree italiane.

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