Il consumo di ortofrutta è diventato una vera e propria esperienza che coinvolge tutti i sensi di coloro i quali si accingono ad effettuare un acquisto. Molto spesso, ancora prima del prezzo, l'attenzione del consumatore si rivolge all'aspetto, al colore, al profumo e, non per ultimo, alla provenienza. Non meno importante sono poi il sapore, gli aromi, la consistenza e la shelf life, tutte caratteristiche che portano il consumatore ad acquistare nuovamente il prodotto oppure ad effettuare scelte alternative. 

 

La qualità di un ortaggio o di un frutto è fortemente legata alla varietà, all'ambiente pedo-climatico in cui viene coltivato ed alla gestione agronomica e nutrizionale della coltura. È proprio quest'ultimo aspetto che può essere gestito dall'imprenditore agricolo al fine di migliorare i parametri qualitativi richiesti dal consumatore. 

 

Alcuni tra gli aspetti che più direttamente influenzano la qualità di una produzione ortofrutticola sono:

  • la gestione irrigua;
  • la corretta gestione fertirrigua (contenuto della soluzione nutritiva e parametri chimici);
  • la gestione agronomica e colturale (fertilità del suolo, gestione della luminosità, della temperatura, ecc.);
  • l'impiego di biostimolanti specifici in grado di agire sui parametri qualitativi del frutto.

In questo articolo l'attenzione verrà posta sull'impiego strategico della fertirrigazione per il raggiungimento dei diversi obiettivi produttivi.

 

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(Fonte: Icl)

 

Le due regole più importanti per gestire correttamente la fertirrigazione

La pratica della fertirrigazione è ormai divenuta comune in molti contesti, specialmente nel campo dell'orticoltura e della frutticoltura moderne; tuttavia, non sempre se ne sfruttano appieno le potenzialità. 

Come mai il pomodoro prodotto a Pachino è molto più dolce ed aromatico rispetto a quello proveniente dalle serre olandesi? Oppure perché assaggiando un melone proveniente dalla Sicilia si percepisce immediatamente una maggiore dolcezza e profumo rispetto a meloni coltivati in altre aree più settentrionali?

 

Sicuramente le caratteristiche climatiche e varietali possono influire sulla qualità del frutto; tuttavia, ciò che contraddistingue i frutti precedentemente citati è l'acqua salina utilizzata per l'irrigazione ed una corretta gestione della soluzione nutritiva

 

È grazie a 2 semplici regole che diviene possibile raggiungere elevati standard qualitativi:

  • analizzare l'acqua irrigua e formulare la giusta ricetta in base alla tipologia di coltura ed all'obiettivo da perseguire;
  • controllare e gestire i valori di pH e conducibilità elettrica (EC) al punto goccia;

La fertirrigazione non è una semplice distribuzione di elementi nutritivi disciolti in acqua, è una vera e propria "arma" per poter gestire la coltura mediante il controllo della soluzione circolante a contatto con la radice.

 

La soluzione madre e l'impiego di prodotti strategici

Quando una pianta viene sottoposta a stress abiotici (salino, idrico, ecc.) viene incrementata l'attività legata al metabolismo secondario, tramite cui si ha la produzione di molecole come antiossidanti, antociani e flavonoidi. Talvolta lo stress idrico e salino presentano sintomi ed effetti simili in quanto anche l'accumulo di sali nella rizosfera può provocare un assorbimento dell'acqua più difficoltoso. 

 

Chiaramente non tutte le colture presentano la medesima tolleranza alla salinità, così come la composizione della soluzione nutritiva deve essere mirata sulla base della coltura stessa. Ad esempio, la fragola predilige la nutrizione azotata mediante nitrati mentre il mirtillo mediante azoto ammoniacale. È bene conoscere le caratteristiche della coltura da fertirrigare. 

 

In linea generale, vi sono alcune fasi fenologiche strategiche dove un incremento della conducibilità elettrica della fertirrigazione risulta fondamentale, fra queste la maturazione dei frutti.

La salinità può essere indotta mediante l'impiego di fertilizzanti diversi; tuttavia, è sconsigliato l'utilizzo di sodio in quanto essendo un catione ha la capacità di legarsi alle superfici di scambio del suolo ed accumularsi, provocando nel tempo effetti deleteri. 

 

Al contrario l'uso di cloruri risulta una metodologia efficace ed economica, senza controindicazioni per le coltivazioni successive in quanto, presentando carica negativa, non vengono trattenuti nel suolo e risultano facilmente dilavabili (mediante piogge o irrigazione).

 

È sufficiente utilizzare cloruri in fertirrigazione per migliorare il grado Brix, sostanza secca e colore? La risposta è no. Come accennato in precedenza, è importante gestire la soluzione nutritiva a 360 gradi.

 

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(Fonte: Icl)

 

Di seguito 3 consigli utili per ottenere elevati standard quali-quantitativi:

  • eseguire l'acidificazione dell'acqua. Nella maggior parte dei casi un'acidificazione consente di liberare i nutrienti non solubili nel suolo (come microelementi e fosforo), oltre che incrementare il potere assorbente della radice. Una pianta clorotica non potrà mai svolgere correttamente la fotosintesi e produrre zuccheri per il frutto. Nova PeKacid® si posiziona tra i prodotti idrosolubili più sicuri a forte potere acidificante ed elevato contenuto di fosforo e potassio totalmente solubili. Si consiglia di calibrare il pH finale in base alla coltura.
  • Controllare la conducibilità elettrica finale della soluzione e modificarla secondo i diversi stadi fenologici. In caso di piante eccessivamente vigorose, scarsa fioritura o maturazione scalare, l'aumento di EC può contribuire positivamente alla risoluzione dei problemi. Anche in questo caso è bene conoscere la tolleranza colturale per capire i valori limite da non superare. Ad esempio, è possibile raggiungere una EC di 5 decisiemens/metro su pomodoro ciliegino, mentre su actinidia è bene non superare valori di 1,7-1,8 decisiemens/metro con durata temporale limitata.
  • Scegliere i prodotti correttamente. I cloruri sono uno strumento utile in quanto contribuiscono nella pianta al trasporto di altri elementi quali il potassio, il calcio ed il magnesio, oltre ad intervenire nei processi fotosintetici e di regolazione stomatica. Ad elevate concentrazioni possono provocare uno stress fisiologico nella pianta, con produzione di metaboliti secondari. Uno dei principali fertirriganti impiegabili è Nova Ferti-K®, cloruro di potassio ad elevata concentrazione e solubilità, da quest'anno disponibile anche nella versione biologica
    Tuttavia, è sempre bene considerare che il potassio convive nella pianta in un delicato equilibrio con calcio e magnesio, motivo per cui nella definizione della strategia è consigliato prendere in esame anche prodotti contenenti magnesio e calcio, al fine di evitare squilibri e carenze. Una soluzione molto interessante è Nova Quick-Mg, cloruro di potassio e magnesio (39% Cl, 15% K2O e 13% MgO) consentito in agricoltura biologica. Infine, il bilanciamento col calcio può essere effettuato inserendo in miscela Nova Calcium (nitrato di calcio) oppure cloruro di calcio idrosolubile.

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(Fonte: Icl)

 

Per semplificare la gestione in fase di preparazione della soluzione madre, Icl mette a disposizione la Linea Solinure® FX, idrosolubili NPK acidificati con PeKacid contenenti potassio da cloruro, disponibili in diversi rapporti NPK per qualsiasi obiettivo produttivo.