Xedavir è un fungicida naturale a base di Trichoderma asperellum ceppo TV1 per il contenimento di malattie fungine del terreno, impiegabile in agricoltura biologica e nei programmi di difesa integrata.
In commercio già da alcuni anni, il prodotto sta riscuotendo sempre più interesse grazie alla totale selettività sulle colture, alla non pericolosità del microrganismo usato come agente attivo. Inoltre, il prodotto non presenta alcun intervallo di sicurezza e offre un periodo minimo di rientro nelle serre.
Grazie all'esperienza decennale maturata "sul campo", Xeda Italia è quindi in grado di rispondere a una serie di quesiti tecnici fondamentali per il corretto impiego di Xedavir e la conseguente attività antagonista del Trichoderma asperellum.
Per approfondire i temi tecnici del prodotto, Agronotizie ha intervistato Fabio Paci, Responsabile Tecnico di Xeda Italia.
 
 
Sui prodotti a base di microrganismi vi è talvolta diffidenza circa la loro conservabilità. Per garantire il massimo della parformance in campo, come deve essere conservato Xedavir?
 
“Se correttamente conservato, il prodotto assicura sempre il massimo delle sue potenzialità. Le precauzioni sono in fondo poche e semplici: Xedavir deve essere conservato ovviamente al riparo dai raggi del sole, in luogo fresco e asciutto e a una temperatura non superiore ai 25° C. Oppure, se possibile, in frigorifero. Una volta aperto, il sacchetto deve essere utilizzato entro qualche giorno”.
 
Qual è quindi la scadenza di massima entro la quale utilizzare il prodotto?
 
“Xedavir mantiene la sua efficacia per almeno otto mesi. In frigorifero la capacità germinativa viene conservata per almeno 12 mesi. È però sempre bene verificare la data di confezionamento nella stampigliatura del sacchetto interno di alluminio”.
 
Quali sono i patogeni e le malattie che Xedavir può contenere?
 
“Il prodotto esplica un’ottima azione di repressione e contenimento verso i responsabili dei marciumi radicali, quali: Pythium spp., Phitophtora capsici, Rhizoctonia solani e Verticillium spp. Risulta quindi particolarmente utile nella protezione delle radici delle colture maggiormente di pregio del panorama agricolo italiano”.
 
Qual è il suo momento ottimale di applicazione?
 
“Xedavir va applicato preventivamente, ovvero in pre-semina o pre-trapianto. Oppure, si può distribuire anche alla semina e al trapianto”.
 
A che dose deve essere distribuito e quanti trattamenti sono necessari?
 
“Le dosi sono di 3-5 kg/ha per le applicazioni in serra e pieno campo, oppure 1 kg/m3 se miscelato a torba e terricci. Solitamente è sufficiente un'unica applicazione preventiva di Xedavir. In considerazione dell'andamento climatico e della durata della coltura, se medio lunga, si consiglia di ripetere il trattamento dopo 15 giorni, alla dose di 3 kg/ha per migliorare l'azione colonizzante ottenuta con la prima somministrazione”.
 
E circa le modalità di distribuzione?
 
“Il prodotto va applicato mediante irrigazioni per aspersione, fertirrigazione o attrezzature del diserbo. Soluzioni queste che sono normalmente presenti nella totalità delle aziende agricole”.
 
Si deve applicare da solo, oppure sono possibili miscele?
 
“Xedavir è miscelabile nella stessa botte con tutti i prodotti insetticidi, fertilizzanti, erbicidi e molti fungicidi. Però è sempre bene consultare la corrispettiva Tabella di Compatibilità”.
 
In termini pratici, come deve essere preparata la soluzione da irrorare?
 

“È fondamentale preparare una pre-miscela, versando gradatamente il prodotto in un secchio e stemperare agitando. La poltiglia così generata va versata poi nella botte mantenendo in agitazione la soluzione per tutto il periodo del trattamento”.
 
Che volume di acqua è necessario utilizzare?
 
“Il realtà non esiste un volume di acqua ideale: ogni volume deve essere calcolato in modo da assicurare una omogenea distribuzione mediante una buona bagnatura del terreno”.
 
Il pH è una variabile importante sull’efficacia dei trattamenti. Qual è il valore ideale di pH della soluzione irrorata?
 
“È buona norma controllare sempre il pH dell’acqua che si utilizza. Se necessario, ovvero in presenza di pH alcalino, è bene che il pH della soluzione si posizioni su valori subacidi-neutri”.
 
Al momento del trattamento il terreno che temperatura deve avere?
 
“Xedavir agisce in terreni con temperature comprese tra 6° C a 37°C. Ovviamente la velocità di accrescimento diminuisce avvicinandosi agli estremi termici”.
 
Si può applicare anche in un terreno povero di sostanza organica, magari inferiore all’1%?
 
“Sì, può essere però utile addizionare alla soluzione contenente Xedavir anche un concime fluido ricco di sostanza organica, per esempio borlanda, amminoacidi, acidi umici, in modo da fornire azoto e carbonio organico al fungo nelle fasi iniziali di crescita”.
 
Se il terreno è stato sottoposto da poco a solarizzazione o disinfezione chimica, è un problema?
 

“Assolutamente no, anzi i terreni sottoposti alla fumigazione o alla solarizzazione risultano ideali per la crescita e lo sviluppo di Trichoderma asperellum quando comunque viene rispettato l'opportuno periodo di intervallo per l'arieggiamento del terreno”.