Obsoleti, pericolosi per salute e ambiente e dannosi per la nostra economia: ancora una volta, l'Associazione Città del Vino ribadisce la propria contrarietà alla coltivazione e all’impiego degli organismi geneticamente modificati il nutrito fronte degli agricoltori, delle forze ambientaliste, dei consumatori, della cooperazione e della distribuzione che nel 2007 hanno messo insieme la Task Force della Coalizione Italia Europa Liberi da Ogm. 

Il convegno scientifico organizzato a Roma sul tema “Agricoltura e biotecnologie: il fronte della ricerca tra un’avanguardia silenziosa e un’innovazione superata” è stata l’occasione per ribadire le preoccupazioni già più volte espresse dalla Task Force, di cui fa parte anche Città del Vino. 

Il recente orientamento della Commissione Ue teso a riconoscere  ai singoli Stati membri la libertà di praticare o meno le coltivazioni geneticamente modificate sui propri territori autorizzerebbe di fatto quella coesistenza tra coltivazioni Ogm e non Ogm, che porterebbe le prime ad inquinare irreversibilmente le seconde con gravi conseguenze, oltre che sul piano della salute, su quello dell’agribusiness e della qualità della produzione agroalimentare italiana. 

Solo una proroga della moratoria sulla coltivazione di Ogm in Europa permetterebbe di approfondire e divulgare maggiormente la ricerca sia sui danni già  conosciuti, alterazioni nella qualità e nel valore nutrizionale dei cibi, resistenza agli antibiotici, tossicità, allergenicità, creazione di nuovi virus, aumento dell’agricoltura industrializzata a scapito della piccola agricoltura di qualità, perdita della biodiversità naturale vegetale e animale, alterazione della biodiversità delle popolazioni umane, sia sugli effetti imprevedibili derivanti non tanto dall’interessamento di un singolo comparto quanto dalla perturbazione dei sistemi nel loro complesso.

Le Cdv condividono l’allarme, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo in Friuli, dove la magistratura ha sequestrato campi che si pensa siano stati seminati con mais transgenico, e invitano i Comuni a compiere un gesto concreto aderendo al Progetto Comune Ogm Free. Nata nel 2004 in accordo con Legambiente, l’iniziativa ha raccolto il consenso di numerose amministrazioni locali che si sono dichiarate non contaminate né contaminabili da organismi geneticamente modificati. 

"Essere contro gli Ogm non significa essere contro la ricerca e l’innovazione tecnologica - puntualizza Paolo Benvenuti, direttore dell’Associazione nazionale delle Città del Vino - Significa contrastare una certa idea di agricoltura e di utilizzo dell’ambiente, che danneggerebbe enormemente la qualità della vita, dei paesaggi e delle produzioni tipiche che sono espressione della cultura materiale dei  territori".