Per "Carioca" si intende quel tipo di "macchine" ricavate dall'assemblaggio di differenti componenti di mezzi di risulta. Mettendo insieme motori, telai, carrozzerie differenti, si poteva ricavare un "nuovo" mezzo che mostrava ancora una sua vita residua e una sua utilità tuttaltro che trascurabile. Erano infatti i tempi in cui, lungi dalle follie dell'usa e getta, ogni cosa doveva durare il più possibile e se ne doveva riciclare la sostanza fino all'osso.

Le carioca però non sono state inventate da un popolo fantasioso e dall'economia incerta come gli Italiani, bensì furono ideate dagli Svizzeri, quando due meccanici di un paese vicino a Lucerna  trasformarono una Torpedo “Scat”, “Società Cerano Automobili Torino”, in un “autotrattore”. I due meccanici, che rispondevano al nome di Adolf Liechti e Hans Leibundgut , proseguirono per oltre 40 anni a costruire degli "autotrattori". Alla Balilla Carioca ci arrivò all’inizio degli Anni Cinquanta Adelio Giuliani, un costruttore di autotrattori del Bellinzonese.

Questi scovò una Fiat “Balilla” a tre marce e la trasformò in un mezzo "agreste". La “Balilla” era solida e contava su un motore a quattro cilindri in linea di 995 cc che sviluppava solo 34 cv a 3.400 giri. Ma l’avviamento era elettrico e l’accensione a spinterogeno. Adelio Giuliani accorciò il telaio, realizzò un riduttore da un cambio recuperato da un vecchio Ford, e diede vita al proprio "Balilla Carioca". 


 

 

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Tratto da Macchine Trattori - dicembre 2011

in collaborazione con Editoriale Orsa Maggiore