Si è svolto il 9 dicembre 2021, presso la tenuta presidenziale di Castelporziano, il convegno "L'architettura verde nell'ambito della nuova Politica Agricola Comune", organizzato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, in collaborazione con il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica - Servizio Tenuta presidenziale di Castelporziano.

L’iniziativa  è stata finalizzata a divulgare le novità e le opportunità del nuovo Piano strategico della Pac 2023-2027, da inviare entro il 1° gennaio 2022 all’approvazione della Commissione europea , con una attenzione in particolare ai profili ambientali e di concorso del settore primario e agli obiettivi unionali del Green Deal e di Farm to fork:

  1. 25% della superficie agricola biologica e tutela delle aree ad alto valore naturalistico
  2. neutralità climatica al 2050
  3. 10% delle aree agricole rinaturalizzate entro il 2030


Hanno partecipato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando. Il panel tecnico è stato curato da Ismea: a questa pagina sono disponibili le slide.

 

Obiettivo Ue: 25% della superficie agricola biologica e tutela delle aree ad alto valore naturalistico

La tenuta presidenziale di Castelporziano ha rappresentato un sito ideale per l’esercizio prototipale di disegno della nuova architettura verde della Pac 2023-2027, in virtù della coesistenza di ecosistemi naturali caratterizzati da ampie distese forestali con aree oggetto di coltivazione e allevamento zootecnico.

Nella sperimentazione è stata simulata l’applicazione della nuova norma (BCAA 2) “Protezione minima di zone umide e torbiere” con nuovi impegni agronomici a presidio della integrità delle aree stesse (fasce tampone, buffer strips); la norma unionale vieta la conversione a altri usi di tali zone.
L’importanza di tali aree ai fini della preservazione della biodiversità sono confermati anche da precedenti approfondimenti svolti nell’ambito delle attività di (cfr. Tinelli A. et al., 2012 “Il sistema ambientale della Tenuta presidenziale di Castelporziano: le zone umide”).

L’individuazione e lo studio della morfologia delle c.d. piscine permanenti e di quelle temporanee di Castelporziano, la determinazione della quantità e della qualità dei livelli idrici hanno permesso di stabilire la funzionalità necessaria ad assicurare l’esistenza di un elevato numero di biomi. Si tratta di aree dinamiche, sensibili all’influenza di fattori naturali ed antropici, che svolgono un ruolo primario dal punto di vista ecologico poiché regolano l’equilibrio per la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali, degli insetti, e degli uccelli che le utilizzano come rifugio, aree di sosta, per la muta, per lo svernamento, per la nidificazione. Dallo studio sulle foto satellitari multitemporali dal 2017 al 2021 è emerso che gli specchi d’acqua nelle aree seminative hanno impegnato un perimetro variabile da un minimo di 2,7 ettari nel siccitoso agosto del 2020 (pari all’1,6% dei seminativi) fino ad un massimo di 6,4 ettari nella primavera 2019 (3,8% dei seminativi).

Tale esercizio ha permesso di simulare l’applicazione di pratiche agronomiche di tutela di queste aree umide, con divieto di lavorazione e fertilizzazione delle fasce perimetrali delle aree umide, fornendo elementi tecnici per la definizione della norma di condizionalità che interesserà nella nuova Pac (dal 2025) oltre 70.000 ettari di aree umide in Italia iscritte negli elenchi della Convenzione di Ramsar (che interessano circa lo 0,5% della superficie agricola italiana).

 

Obiettivo Ue: neutralità climatica al 2050

La nuova Pac prevede il concetto del miglioramento continuo delle performance di sostenibilità delle aziende che percepiscono aiuti unionali, onde far concorrere a pieno titolo il settore agricolo alla condivisione degli sforzi per arrivare all’obiettivo di neutralità climatica nel 2050.

Fra le pratiche eleggibili ai nuovi ecoschemi del I pilastro della Pac è stata  sperimentata la lavorazione minima e dell’inserimento delle leguminose in rotazione rispetto alla situazione standard senza leguminose. L’introduzione di una simile tipologia di pratiche ha consentito di concorrere agli obiettivi dell’aumento del sequestro della CO2 nei terreni agricoli, aumentando il carbon sink della componente forestale e di riserva naturale della Tenuta già stimato annualmente in circa 3,7 tonnellate CO2 e ettaro-1 (Grossi et al, 2021 “Valutazione dell’impronta di carbonio della Tenuta Presidenziale di Castelporziano”). Tale ricerca ha evidenziato come il già positivo ruolo sul bilancio complessivo del carbonio con un potenziale di sequestro di carbonio annuale di circa 22 Gg di CO2 e può essere migliorato anche da una gestione più conservativa delle pratiche agricole svolte nella Tenuta (i.e., minime lavorazioni): infatti potrebbero più che raddoppiare la capacità annuale di sequestro di carbonio organico dei suoli agricoli (da ca. 0,2 a ca. 0,5 Gg di CO2e anno-1.

 

Obiettivo UE al 2030: 10% delle aree agricole rinaturalizzate 

E’ stata inoltre simulata l’applicazione della nuova norma BCAA 9 “Percentuale minima destinata a elementi non produttivi” che dispone di destinare almeno il 4% dei terreni seminativi a elementi non produttivi e di alta valenza paesaggistica.

L’importanza di tali elementi è confermata dalle prescrizioni dell’attività agricola e zootecnica inserite all’interno del Piano di gestione della Rete Natura 2000 che mirano al rafforzamento e recupero degli elementi naturalistici e delle valenze ambientali e di connettività ecologica nelle aree agricole (es. attirati dalle zone umide, molti anatidi, limicoli e trampolieri stazionano a ridosso di esse ).

Dall’analisi è emerso che l’azienda di Castelporziano presenta  un rapporto di oltre il 6% di aree di elementi non produttivi / aree seminabili, collocandosi sopra il (nuovo) limite minimo del 4% delle aree non produttive; tutte le superfici aggiuntive rispetto a questo limite nella nuova Pac potranno beneficiare di un pagamento ad ettaro nell’ambito degli ecoschemi che il Mipaaf si appresta a definire nel Piano Strategico Nazionale della Pac, con l’obiettivo di incentivare l’incremento degli elementi del paesaggio anche oltre il 4% obbligatorio. Ciò è anche un nuovo stimolo per le aziende a dichiarare e dettagliare elementi utili alla tutela del paesaggio e alla creazione di corridoi ecologici e infrastrutture verdi (Sistemi Agroambientali).

Dall’analisi di Ismea (cfr. tabella 1) è emerso che a livello nazionale, i due terzi delle aziende agricole e circa i tre quarti della Sau nazionale ha una porzione di terreni non produttivi a valenza paesaggistica inferiore al 4% delle nuova norma Ue di condizionalità rafforzata. 
Di contro, circa un terzo delle imprese e un quarto della Sau assolve già questo obbligo, con circa un 20% di piccole aziende (11% della Sau) che già si situano intorno o oltre il target europeo fissato dalla strategia della biodiversità del 10% della SAU destinata ad elementi del paesaggio.  

 

La tenuta

La tenuta presidenziale di Castelporziano si trova a circa 25 chilometri dal centro di Roma ed è una Riserva naturale statale/unionale caratterizzata da un patrimonio naturalistico che comprende la maggior parte degli ecosistemi costieri tipici dell’ambiente mediterraneo. Si estende su una superficie di 6.000 ettari e presenta all’interno della Rete Natura 2000 due Zone Speciali di Conservazione rispettivamente per la duna antica e per il querceto igrofilo e una Zona di Protezione Speciale per la protezione di uccelli migratori, stanziali e svernanti.
In questo peculiare contesto di alto valore ambientale si inserisce l’attività produttiva eco-compatibile della azienda rigorosamente biologica e caratterizzata da ampie superfici a pascolo estensivo per la zootecnia con l’allevamento di circa 400 capi di razza maremmana allo stato brado e circa 40 cavalli (a riposo dopo il prestigioso servizio con i Corazzieri al Quirinale).