Continua a tenere banco in Sicilia la crisi dei prezzi nel comparto ortofrutticolo, che si accompagna, per altro alle difficoltà delle imprese agricole ortofrutticole isolane, strette nella morsa dell'emergenza idrica e dell'arrivo sui mercati locali di ortofrutta proveniente dall'estero, talvolta in maniera fraudolenta.
E la Regione Siciliana si appresta a chiedere al ministero per le Politiche agricole un tavolo per aprire lo stato di crisi, mentre prosegue il dialogo tra l'assessorato all'Agricoltura e la Grande distribuzione organizzata per tentare una mediazione a vantaggio dei produttori siciliani.

Lo scorso 2 febbraio, l'assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana, Edy Bandiera su tanto ha detto: "Viviamo un'emergenza di carattere eccezionale, la nostra agricoltura tra diretto e indotto impiega centinaia di migliaia di operatori, motivo per il quale va immediatamente aperto un tavolo di crisi a livello nazionale per chiedere interventi straordinari e urgenti".

L'assessore siciliano ha inoltre aggiunto: "Mi rivolgo alla Gdo, con la quale da giorni abbiamo avviato una serrata interlocuzione, alla quale chiedo senso di responsabilità, affinché ognuno possa fare la propria parte per mitigare gli effetti di una crisi che, con l'aggiunta di alte temperature e siccità, rischia di essere dirompente".

A dare il la alla presa di posizione dell'assessore Bandiera è stato il clamore generato dal rilevamento di pomodori provenienti dal Camerun sul mercato ortofrutticolo di Pachino, la nota località del ragusano patria del Pomodorino di Pachino Igp: "Quanto accaduto è il risultato di accordi scellerati tra l'Unione europea e Paesi Terzi nei quali troppe volte la nostra agricoltura è utilizzata come merce di scambio rispetto a prodotti di altri settori" ha commentato Bandiera.

"L'ultimo accordo di partenariato economico tra il Camerun e l'Unione europea, risale al 2016 ed a fronte dell'esportazione di 1.760 prodotti europei prevede l'ingresso di prodotti agricoli camerunensi – ha ricordato l'assessore Bandiera - sono accordi che devono essere assolutamente rivisti poiché danneggiano le aziende e accanto a questo pongono il serio problema del controllo dei quantitativi nazionali. Mi chiedo se, chi oggi è deputato ai controlli, riesca realmente a determinarne il quantitativo senza che si sfori in maniera incontrollata sugli ingressi ammessi".

Per restare in tema di controlli, alcuni giorni fa Bandiera, cogliendo i segnali di una crisi dirompente, aveva convocato i quindici sindaci della così detta "fascia trasformata" - il triangolo di territorio che ha come vertici i comuni di Vittoria, Santa Croce Camerina e Marina di Acate, dove la produzione agricola è quasi completamente dedita alle primizie sotto serra - e in quell'occasione aveva dato un segnale chiaro, dando mandato, per la parte di propria competenza, per avviare
controlli serrati sui prodotti in ingresso in Sicilia e nella Gdo.

Sempre nei giorni scorsi, inoltre, agenti del Corpo Forestale Siciliano hanno sequestrato, nello stretto di Messina, una partita di arance che stavano entrando nell'Isola, spacciate come arance rosse di Sicilia. Non lo erano e pertanto sono state sequestrate, sono scattate le denunce ed elevati 10 verbali.