La Romagna del vino lancia le sue proposte per valorizzare la qualità dei suoi prodotti.
Si va dal premio per la Migliore carta dei vini regionali al co-marketing con la Riviera adriatica per dedicare una fila di ombrelloni in spiaggia ai vitigni romagnoli, passando per i viaggi di istruzione nella cantine durante i periodi della vendemmia, fino a un rafforzamento del ruolo dei consorzi di tutela per migliorare la strategia comunicativa della filiera. Le proposte sono state discusse nella serata di giovedì 31 marzo 2016, a Lugo, al teatro Rossini, all’interno del convegno organizzato da Cevico “Vino della Romagna, realtà e percezione di una viticoltura di qualità”.

Presenti, oltre al sindaco Davide Ranalli per i saluti iniziali, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi nazionale, l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli, Elisa Mazzavillani, dell’azienda agricola Marta Valpiani, e Ruenza Santandrea, presidente di Cevico. Doveva essere presente anche il fondatore di Eataly Oscar Farinetti, assente però per un lutto famigliare e sostituito da Tiziana Primori, vicepresidente di Fico. Coordinatore della serata Patrizio Roversi, conduttore di Linea Verde.

La Romagna è passata da un periodo di oscurantismo a una rinascita della qualità – ha commentato Cotarella – Ora è necessario comunicare tutto questo. Per fare la differenza occorre raccontare la propria storia e la propria tradizione, non basta dire che ‘si fa il vino buono’.”

Tiziana Primori ha invece illustrato il progetto Fico. “E’ una grande arca che presenta al mondo intero la biodiversità italiana. La sede non poteva che essere a Bologna. A questo progetto aderiscono gli ottanta migliori imprenditori dell’agroindustria italiana. Anche dal punto di vista del vino il progetto è particolarmente attivo, con centinaia di etichette in rappresentanza dell’Italia”.

Negli ultimi dieci anni l’export del vino regionale è cresciuto dell’80% - ha sottolineato l’assessore Caselli – il calo dell’11% nel 2015 deve essere visto come un riposizionamento del vino regionale sul mercato mondiale: cala lo sfuso, si investe sempre di più in vini staccati dalla logica delle commodities. E’ un salto molto coraggioso che sa guardare al futuro”.

Elisa Mazzavillani ha invece spiegato come “negli ultimi anni ci sia stata la consapevolezza di un comune linguaggio in grado di unire grandi e piccole cantine nella promozione del territorio con buoni risultati”.

Tutti insieme dobbiamo intraprendere un nuovo racconto del vino che recuperi la sua essenza di prodotto popolare, intimamente legato alla terra come la sua cucina – ha poi affermato la presidente di Cevico Santandrea – L’export è fondamentale, però la Romagna ha grande futuro anche nei consumi interni. Basta che lo voglia. La nostra ristorazione, da quella stellata alle trattorie sino ai bagni al mare, deve avere l’orgoglio di presentare ai clienti e ai turisti i nostri vini con la consapevolezza di una qualità diffusa e una bevibilità di grande piacevolezza. Se sapremo fare questo aumenteranno i consumi interni e anche l’export ne trarrà giovamento. Così come ne beneficio il turismo e la ristorazione stessa”.