Dopo l'approvazione a larga maggioranza del Parlamento europeo riunito a Strasburgo del Regolamento della Commissione Ue che concede alla Tunisia un contingente supplementare e temporaneo di 70.000 tonnellate per le importazioni a dazio zero di olio di oliva verso la Ue, con una prima tranche di 35.000 tonnellate per il 2016 e una seconda di analoga entità per il 2017, si scatenano le reazioni delle organizzazioni agricole.
 
Già nella serata del 9 marzo, giorno della votazione, il presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo afferma: "Il via libera finale dell'Europarlamento all'accordo che comprende anche la quota aggiuntiva per l'importazione senza dazio nell’Unione Europea di 35.000 tonnellate in più l'anno di olio d'oliva tunisino è una scelta sbagliata che non aiuta i produttori tunisini, danneggia quelli italiani ed aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori". Per poi ricordare: "Nel 2015 in Italia sono aumentate del 481% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia per un totale di oltre 90 mila tonnellate".

Moncalvo detta queste parole mentre dà il via alla mobilitazione per la difesa del made in Italy con migliaia di agricoltori che si erano dati appuntamento ieri a Catania in Sicilia per protestare contro il crollo dei prezzi degli agrumi. E la Sicilia è anche la seconda Regione produttrice di olio di oliva in Italia dopo la Puglia.
 
Nell’imminenza dell’approvazione perviene anche l’insoddisfazione di Agrinsieme“Nonostante le migliorie introdotte in prima lettura sotto la spinta degli eurodeputati italiani, che prevedono il limite temporale della misura e garantiscono l'origine dell'olio importato, le aspettative che avevamo nutrito sul successivo passaggio in Consiglio europeo sono state disattese. Appare a questo punto opportuno alzare il livello di attenzione nell'attività di controllo per contrastare possibili contraffazioni e far emergere il vero prodotto italiano”.
 
“Pur consapevoli dell'importanza degli obiettivi di solidarietà dell'Europa nei confronti dei Paesi terzi in difficoltà, soprattutto in una delicata fase geopolitica come quella attuale - evidenzia ancora Agrinsieme - crediamo che non si possa sempre penalizzare l'agricoltura e in particolare le produzioni mediterranee. 
Adesso non è il momento di abbassare la guardia ma, piuttosto, di valutare gli ultimi ed eventuali spazi che ancora sussistono per introdurre quantomeno l'emendamento della Comagri che prevedeva le licenze mensili, anche accogliendo gli spazi che la Mogherini sembra abbia lasciato aperti. In tal senso
- conclude Agrinsieme- la fase gestionale del contingente e la revisione intermedia rappresentano l'ultima opportunità che il Governo non deve farsi sfuggire”.
 
"E' una scelta politica che abbiamo sempre decisamente contestato e che trova tutta la nostra più convinta disapprovazione - afferma invece Gennaro Sicolo, presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori (Cno) - Ci sarebbero stati tanti altri modi per solidarizzare con il popolo tunisino e per fornire all'economia del Paese nordafricano un reale sostegno da parte dell'Unione europea. E' stata scelta la strada sbagliata che danneggia il settore olivicolo italiano, già fortemente provato dalla penalizzante riforma della Pac e reduce da alcune cattive stagioni sotto il profilo della produzione e del mercato".
 
"C'è chi dice che il quantitativo di 70.000 tonnellate sia contenuto rispetto al totale delle importazioni europee e che il mercato abbia la possibilità di assorbirne l'impatto, visto che il contingente a dazio zero entrerà in due annualità. Contesto questa ricostruzione assolutoria a priori. Il mercato dell'olio di oliva si regge su labili equilibri, come sa benissimo chi conosce il funzionamento del settore – dice ancora Sicolo, che spara ad alzo zero sulle - istituzioni europee che hanno mostrato una inaudita pigrizia, scartando altre ipotesi di lavoro che potevano essere considerate".