E’ risultato positivo al test effettuato con il kit "Agrastrip" un campione di grano duro scaricato l’altro ieri da una nave nel porto di Bari e sottoposto al controllo ispettivo del Corpo forestale dello Stato.

Coldiretti Puglia ha ringraziato pubblicamente il Corpo forestale dello Stato della Puglia e la Asl di Bari per l’attività di presidio del territorio e per la prima fase dell’attività ispettiva sul livello di sicurezza alimentare del grano estero importato. “Serve a salvare il grano italiano dagli scarichi quotidiani di ingenti quantitativi di prodotto straniero, a volte triangolato da porti europei e utilizzato dai trasformatori per fare pane e pasta made in Italy' con il 'granaio Italia' che rischia di scomparire – sottolinea l’organizzazione in una nota.
 
Ma non si è fatta attendere la risposta di Italmopa, l’organizzazione degli industriali molitori aderente a Confindustira che ha definito la campagna di Coldiretti Puglia “oscena e indecente”.

“Abbiamo fermato finora sette camion per verificarne il contenuto – spiega il commissario capo del Corpo forestale dello Stato della Puglia, Giuliano Palombauna prima analisi con il lateral flow test sul campione di grano duro trasportato da uno dei sette mezzi, ha dato indicazioni di presenza di aflatossine. Abbiamo consegnato tutti i campioni alla Asl Bari e le analisi di conferma saranno effettuate dal laboratorio dell’Arpa Puglia. Inoltre, sarà verificata la presenza di metalli pesanti”. I risultati definitivi - secondo quanto apprende oggi AgroNotizie - saranno pronti entro i primi di marzo.

“La nostra manifestazione intendeva accendere i riflettori sull’effettiva qualità del grano straniero – dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che dopo un lungo periodo di navigazione nelle navi sbarca in Puglia per produrre pasta e pane senza alcuna indicazione in etichetta della reale origine. Se il grano è contaminato da micotossine, risultano contaminati anche pane e pasta perché sono resistenti alle alte temperature”.

“In sette mesi da luglio 2015 a febbraio 2016 – incalza il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - è stato scaricato al Porto di Bari 1 milione di tonnellate di grano, arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra. Contemporaneamente è stata registrata la drastica riduzione del 25% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 34 euro a 25 euro al quintale”.

"Si tratta del risultato delle scelte poco lungimiranti fatte nel tempo da chi - continua Coldiretti - ha preferito fare acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da 'spacciare' come pasta o pane made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato. Un comportamento - precisa Coldiretti - reso possibile dai ritardi nella legislazione comunitaria e nazionale che non obbliga ad indicare la provenienza del grano utilizzato in etichetta”.
 
Sono "indispensabili e particolarmente onerose, come noto alla stessa Coldiretti Puglia" le importazioni di grano duro. Lo afferma in una nota Italmopa -Associazione industriali mugnai d'Italia, che spiega che l'import serve a "garantire il costante e corretto approvvigionamento dell'industria pastaria in semole di qualità".

"Il frumento duro importato - prosegue Italmopa - per poter essere immesso nel territorio dell'Unione europea, deve rispettare i medesimi requisiti igienico-sanitari richiesti per i prodotti nazionali. I costanti e severi controlli sia da parte delle competenti autorità di vigilanza, sia da parte delle stesse aziende molitorie utilizzatrici, nell'ambito dei piani di autocontrollo, garantiscono la piena rispondenza del prodotto importato alle normative nazionali e comunitarie".

"L'irresponsabile strategia di terrorismo mediatico messa in atto da Coldiretti Puglia - insiste la nota di Italmopa - oltre a ledere gravemente l'industria della trasformazione del frumento duro, da sempre fiore all'occhiello dell'agroalimentare italiano, appare irriguardosa nei confronti dei consumatori che hanno diritto, in ogni circostanza, ad un'informazione corretta che non può essere calpestata per meri motivi di natura corporativa. Le continue provocazioni di Coldiretti Puglia rendono, inoltre, particolarmente complicata l'interlocuzione in atto presso la cabina di regia pasta, strumento fortemente voluto dall'industria della trasformazione con la partecipazione di tutti gli attori della filiera frumento duro e pasta oltre che dei dicasteri Mipaf e Mise. Un motivo in più per esigere l'intervento di Coldiretti nazionale sulle iniziative irresponsabili di Coldiretti Puglia".
 
Italmopa chiede infine "un forte e autorevole intervento da parte di tutte le amministrazioni locali e nazionali competenti, a tutela dell'industria molitoria, categoria che opera e intende continuare a operare nel pieno rispetto di tutte le normative vigenti, di qualsiasi natura esse siano, e nell'interesse di tutta la filiera".