Aria fredda di origine artico marittima in scorrimento sul Mediterraneo genererà sul Mare di Corsica un profondo minimo di bassa pressione. Questo andrà a richiamare correnti orientali, dall'Adriatico verso la Pianura Padana, che porteranno un’acuta fase di maltempo con precipitazioni localmente nevose

Il punto della situazione
La presenza dell’alta pressione in questo periodo dell'anno produce di sovente bizzarrie meteorologiche, tant’è che alcune aree, in particolare della pianura Padano-Veneta tra Polesine, Veneziano, Padovano e Trevigiano, non vedono il sole da svariati giorni. Una cappa molto compatta di nebbia va difatti a ricoprire i cieli, portando inoltre scarsissime escursioni termiche giornaliere e temperature che, anche nelle ore centrali della giornata, faticano a superare i 10°C. Si segnalano difatti massime in prossimità o poco oltre al limite dei 10°C a Venezia Tessera, a Treviso Istrana e Verona Villafranca.
Un ricambio d’aria quasi assente tra bassi ed alti strati dell’atmosfera ha inoltre permesso una diffusione incontrastata delle nebbie, che giorno dopo giorno, si sono diffuse sempre più. E' un freddo comunque relativo che riguarda solo esclusivamente gli strati atmosferici prossimi al suolo, tanto che le temperature che si registrano a livello del mare sono addirittura più basse di quelle che interessano i rilievi alpini a 2000 metri di quota.
Analizzando difatti i dati degli ultimi giorni reperiti dagli osservatori meteorologici del Passo Rolle e della Paganella – punti di rilevazione oltre i 2000 metri – emerge una situazione con massime rispettivamente tra i 12 e i 14 gradi e tra 10°C e 13°C. 

Analisi
Nuove conferme giungono dai modelli circa la fine del lungo periodo anticiclonico. Ancora qualche ora per vivere quindi gli ultimi scampoli di bel tempo, protagonista però soltanto in parte grazie alle nebbie diffuse e allo spesso strato di nubi basse.
Il mutamento sarà netto ed avrà inizio già nella giornata di domani, quando aria ben più frizzante andrà ad infiltrarsi nel cuore dell’estrema mitezza, a tratti nebbiosa e persino nuvolosa, che ha accompagnato le ultime settimane.
Le cause del cambiamento possono essere riassunte in due semplici manovre atmosferiche. La spia invernale verrà difatti accesa da un primo spostamento dell'alta pressione sulla Penisola Iberica, seguita successivamente da un veloce accumulo di aria fredda sulla Penisola Scandinava. La sinergia tra le due circolazioni innescherà un’elevazione del vasto campo anticiclonico verso nord (asse Groenlandia-Islanda), che attiverà una conseguente risposta artica lungo i meridiani (da nord verso sud). Il bersaglio principale di quest'ultima sarà appunto l’Europa centrale ed il Mediterraneo

Evoluzione
Considerando le attuali condizioni meteo-climatiche, l'arrivo del freddo produrrà un vero e proprio shock termico.
Le temperature caleranno rapidamente anche di 15-20°C, specie sull’arco alpino e sui rilievi appenninici settentrionali. L'aria fredda affluirà facilmente sino alle regioni del Nord e del Centro, mentre il Sud rimarrà - almeno durante la prima fase - più ai margini. Ovviamente l'abbassamento termico favorirà l’arrivo della neve a quote piuttosto basse (ma non solo) e produrranno in questo frangente la prima imbiancata di stagione.
Il delta termico sarà quindi importante e nell’arco di poche ore si passerà difatti da parecchi gradi sopra la media (tra i +10 e i +12 gradi di surplus in libera atmosfera a 850 hpa, ovvero 1500 metri circa) ad alcuni gradi sotto la norma del periodo. Naturalmente i cali in alcune aree, come in Val Padana, saranno meno incisivi, grazie all’inversione già presente che ha prodotto un discreto accumulo di aria fredda nei bassi strati.
Procedendo verso le regioni meridionali, si noterà invece un minor coinvolgimento dell'irruzione fredda, che apporterà solo un lieve calo di pochi gradi (2-3 lungo i litorali, 4-5 sulle aree interne). 

Tendenza
Una maggiore dinamicità atmosferica destabilizzerà anche le prossime tendenze del medio e lungo termine.
Al momento i modelli individuano due possibili soluzioni: da un lato l’elaborazione europea propende maggiormente per il ritorno dell'alta pressione, dall'altro quella americana rimane ferma su ulteriori irruzioni fredde. Soluzioni sulla carta totalmente opposte, ma legate entrambe al futuro posizionamento dell’alta pressione in oceano e dal grado d’interferenza che le perturbazioni atlantiche decideranno di somministrare all'Europa occidentale.
Qualora l'Atlantico si ritrovasse con energie sufficienti per inibire nuove elevazioni alto pressorie verso nord, ecco che il freddo sprofonderà nuovamente verso il Mediterraneo.

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