Una ferma condanna ai fenomeni fraudolenti che danneggiano l’immagine della risicoltura e del biologico italiano”. E' quanto pervenuto dalla Giunta esecutiva di Confagricoltura, che si è riunita ieri. L'Organizzazione è intervenuta in relazione alla denuncia per frode di sei aziende risicole del vercellese, da parte della Guardia di Finanza, perché si ritiene che vendessero come biologico un risone coltivato con le stesse modalità del prodotto convenzionale, acquisendo così illeciti profitti.
 
Prescindendo dall’episodio denunciato, su cui è in atto un’inchiesta, va posto in evidenza che la falsa coltivazione biologica non è solo una frode in commercio ai danni dei consumatori, ma è - ha sottolineato la Giunta di Confagricoltura - una vera e propria beffa, sia per i risicoltori ‘convenzionali’ che ricevono un prezzo che è un terzo di quello del risone biologico, sia per i veri risicoltori ‘biologici’ che producono un terzo del risone ottenibile in coltura convenzionale”.
 
La legalità va fatta rispettare ha osservato Confagricoltura -. Il guadagno assicurato da comportamenti illeciti è enorme potendo contare su una produzione doppia o tripla di quella della risaia veramente biologica, vendibile ad un prezzo che è tre volte superiore a quello del risone normale”.

Per isolare i pochi casi fraudolenti - ha sottolineato Confagricoltura - occorre intensificare ancor più i controlli in campo, in quantità e qualità, nel periodo di vegetazione del riso. Non dimenticando che tutte le aziende biologiche sono controllate, almeno una volta all’anno, dagli enti di certificazione e che, negli ultimi 5 anni, il 40% delle aziende del riso biologico è già stato ispezionato dagli organi di vigilanza e repressione frodi. Tutto ciò senza andare a discapito dei produttori onesti. Le aziende di riso bio investono tanto e mettono in essere grandi sforzi, per realizzare una produzione che ha costi più alti, rese minori, regole ferree, controlli costanti. Bisogna approfittare della riforma in atto del regolamento europeo sull’agricoltura biologica per avere regole ad essa funzionali. Servono controlli più semplici ed efficaci”.
 
Confagricoltura ricorda che l’Italia, con oltre 219 mila ettari investiti, è leader europeo nella coltivazione del riso. Negli ultimi dieci anni è andata aumentando la produzione di quello biologico, anche per soddisfare una domanda che è in progressiva crescita. Attualmente si coltivano 12 mila ettari a riso biologico, soprattutto in Piemonte e Lombardia. Quella del riso è diventata la prima produzione biologica in Italia.
 
La posizione italiana nella coltivazione del riso, convenzionale e biologico, va preservata e valorizzata. Tutta la nostra filiera risicola – ha concluso la Giunta di Confagricoltura - è seria e controllata, con un prodotto di grandissima qualità, apprezzato in Italia all’estero”.