E' necessaria una revisione del modello economico adottato fino ad ora per vincere una delle sfide più grandi che l'umanità ha davanti a sé: nutrire una popolazione in rapida crescita in un contesto di mutamento globale. A sottolinearlo è il presidente dell'Accademia dei GeorgofiliGiampiero Maracchi, ricordando che questo tema doveva essere, in realtà, il "core business" di Expo 2015, in apertura dell'incontro scientifico sul tema agricoltura e cambiamenti climatici dello scorso 14 ottobre; il momento di riflessione è stato organizzato dai Georgofili, insieme ad Enea e Intesa Sanpaolo, a Milano, nell'ambito di Expo 2015, e moderato dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Silvia Pieraccini.

Il clima sta globalmente cambiando, ma cambiano anche i flussi di prodotti e di persone sul pianeta. L’agricoltura in questo contesto svolgerà un nuovo ruolo di grande rilevanza, non solo come produttrice di alimenti, ma anche di materie prime rinnovabili. In questo senso anche la recente Enciclica di Papa Francesco sottolinea la necessità di avviarsi verso un modello economico sostenibile da tutti i punti di vista, materiale, etico e ambientale.

Nel tema della giornata si sono addentrati Luigi Ponti (Enea), Maurizio Calvitti (Enea) e Franco Miglietta (Cnr) esaminando come la modellistica ambientale e fitopatologica da una parte, e la sperimentazione agronomica dall'altra, possono servire a prevedere impatti, trovare soluzioni di adattamento e mitigazione del cambiamento globale e generare innovazione.
Ma anche le più recenti innovazioni nel settore della meccanizzazione agraria possono dare un contributo, come ha spiegato Pietro Piccarolo (Università di Torino), proponendo mezzi agricoli a ridotte emissioni di gas climalteranti in grado di sfruttare, ad esempio, fonti aziendali di biogas. Tema, quest'ultimo, che riguarda molto da vicino la questione delle bioenergie.

Enrico Bonari (Scuola superiore S. Anna) ha affrontato la questione mettendo in evidenza dove e come colture dedicate per la produzione di energia siano veramente sostenibili e non interferiscano con la necessità di conservare le funzioni primarie dell'agricoltura. Scelte sbagliate relativamente alle vocazionalità dei territori rurali possono essere pericolose e avere conseguenze opposte a quelle auspicate. Una nuova politica sulle bioenergie deve entrare nell'agenda politica, lasciando spazio all'innovazione ma anche alla ricerca a cui spetta valutare la sostenibilità dell'innovazione stessa. Ottavio Novelli (Agriconsulting Group) ha illustrato l’esperienza di Agriconsulting nel programma ClimaSouth.

Il rapporto fra l'agricoltura e le strategie di assicurazione e riassicurazione che saranno legate ai prossimi cambiamenti globali è stato affrontato da Arturo Semerari del Consorzio assicurazione per le calamità in agricoltura. Sono meccanismi, questi, che stanno già vedendo una riduzione sostanziale degli interventi di sostegno ex-post all'agricoltore che subisce danni legati alla variabilità del clima o all'aumento di eventi meteorologici sempre più estremi, in favore, invece, dello sviluppo di un sistema assicurativo diffuso ed efficiente.

L’intervento di Secondo Scanavino (Agrinsieme) ha ulteriormente ampliato l'orizzonte della giornata, dalla prospettiva dell'agricoltore che si trova a assistere, talvolta impotente, al crescere dei rischi climatici e ambientali e anche al rischio associato alla globalizzazione dei commerci di commodities e prodotti dell'agricoltura. È emersa con forza, dalle sue parole, la necessità di un più forte legame fra agricoltura e ricerca, per instaurare un rapporto virtuoso fra chi crea innovazione e chi la deve applicare nel mondo produttivo. Questo legame è una priorità che la nostra società non può più permettersi di ignorare.
 
Expo Incontra. La Tv Class Cnbc ha intervistato, durante il workshop, il presidente Giampiero Maracchi sul tema dell’incontro. Clicca qui per vedere il video

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