Il punto della situazione
E’ ormai alle battute finali l'irruzione di aria fredda balcanica che ha riportato condizioni quasi invernali sulle regioni adriatiche e al Sud. Residui annuvolamenti stanno ancora interessando l'Appennino meridionale, la Puglia ed alcune aree del basso Tirreno, ma i fenomeni si presentano per lo più deboli e localizzati, con possibili nevicate ancora fino a quote collinari. Imbiancate nelle ultime ore, con vere e proprie bufere, le interne sicule tra cui Enna, i monti Nebrodi, Iblei e Peloritani dai 700 metri circa, ma con grandinate e rovesci anche a quote più basse
Bel tempo sul resto della Penisola, ove l'alta pressione sta consolidando la sua presenza. I cieli sereni hanno però accentuato le inversioni termiche, portando minime al primo mattino vicine allo zero lungo le valli e nelle pianure del Centro Nord.
Analisi
Le dinamiche del colpo di coda invernale appena passato sono state garantite dal sottile equilibrio tra due energiche strutture bariche: l'alta pressione delle Azzorre ed il vortice freddo scandinavo. L’aggressività del secondo ha costretto l’anticiclone ad arretrare sull’Europa occidentale, permettendo l’infiltrazione di masse d’aria artiche verso est. Così, dopo aver impattato contro l’arco alpino, hanno raggiunto facilmente i Balcani e sono infine debordate sui versanti orientali della penisola italiana attraverso l'Adriatico.
Il tempo volge però al meglio grazie al nuovo posizionamento dell’Azzorriano - pur differente da quello di fine marzo - che sarà in grado di ripristinare condizioni primaverili un po' dappertutto. Non mancheranno sbalzi termici importanti: dai valori attuali decisamente inferiori alle medie – soprattutto sulle adriatiche e al Sud – si passerà ad una veloce ascesa, fino ad arrivare al ritorno del caldo. Il rialzo delle temperature potrebbe, inoltre, mostrarsi ancor più incisivo al giro di boa mensile, portando valori sia nei minimi che nei massimi anche di 5-6°C superiori alla norma.
Contributo subtropicale
L’impennata termica non sarà però esclusivamente frutto dell’alta pressione delle Azzorre, che rimarrà oltretutto piuttosto defilata a ponente: vi darà il maggiore contributo l’anticiclone subtropicale africano.
Le manovre bariche continentali incentiveranno difatti la formazione di un nuovo vortice ciclonico in pieno Atlantico, il cui asse andrà ad orientarsi verso la Penisola Iberica. Soluzione che a sua volta incentiverebbe una risposta dinamica dell'alta africana sul Mediterraneo centrale, con un prevedibile flusso d’aria particolarmente mite responsabile dei valori termici tardo primaverili.
Evoluzione
L'analisi modellistica del medio e lungo termine evidenzia una permanenza del bel tempo ben oltre metà mese (arrivando con tutta probabilità fino all’ultima decade). Per il dopo, focalizzando l'attenzione sulle eventuali insidie al dominio anticiclonico, è probabile un lento decadimento dell’anticiclone che lascerà spazio alle depressioni atlantiche; la manovra andrebbe a sradicare totalmente l’alta subtropicale causando un vivace peggioramento delle condizioni. Una seconda ipotesi, meno accreditata, vede un rinforzo del blocco azzorriano sull’Europa occidentale con conseguente inserimento di nuove correnti fredde dai quadranti orientali.
In breve
Il graduale consolidamento dell’alta pressione innescherà un sensibile miglioramento del tempo anche sui settori adriatici ed al Sud. I cieli si mostreranno sereni o poco nuvolosi e le temperature saliranno rapidamente, tanto che l'ascesa porterà i valori ben oltre le medie stagionali. Il top del caldo arriverà tra sabato e domenica, mantenendosi anche per tutta la prossima settimana.
Una lieve variabilità diurna potrebbe comunque interessare i rilievi peninsulari, ma senza associarsi a particolari fenomeni. Come ricordato, il decadimento anticiclonico a fine periodo porterà annuvolamenti più compatti dai quadranti occidentali, frutto di nuovi impulsi perturbati atlantici. L'ultima decade del mese proporrà quindi instabilità tipicamente primaverile nelle ore diurne, alternata ai classici momenti di sole.