Il maschio è il vino, il territorio è la femmina”. Così sintetizza con un’immagine immediata, il presidente del Consorzio del Franciacorta, Maurizio Zanella, presentando i risultati di un’indagine demoscopica di AstraRicerche per l’ente consortile franciacortino.

E quello che emerge è che ormai il Franciacorta può considerarsi un prodotto prestigioso, di alto livello, conosciuto addirittura dal 95,3% degli intervistati (approfondimento condotto attraverso 1.500 interviste online a un campione rappresentativo di italiani 18-70enni). Un prodotto, spiega il fondatore di AstraRicerche, Enrico Finzi, “che ha superato persino la sua fase trendy e che si colloca fra i vini di punta per i regali, insieme al Brunello di Montalcino e allo Champagne”.

Uno spumante metodo classico che è un “simbolo del made in Italy”. Certo, consumato con minore frequenza rispetto al Prosecco Docg e dell’Asti, ma con un’immagine di più alto profilo. Così almeno dicono i risultati di una ricerca condotta fra luglio e settembre di quest’anno, a tre anni di distanza rispetto a una precedente inchiesta. Con tutti i parametri positivi in crescita.

Ad esempio, il 9% in più considera che il vino abbia un prezzo medio elevato, ma “giustificato dalla qualità e dal prestigio”. Cresce del 5% l’opinione di chi lo ritiene “un vino buono da bere”, gradito ai giovani (+4%); che sia originale e non banale (+3%). Tanto che anche la qualità e il prestigio percepiti registrano un + 3% rispetto al precedente sondaggio.
Quanto all’abbinamento col cibo, vince il pesce, dai primi ai secondi alla griglia o al forno o, un po’ più indietro, al crudo, per arrivare – ma in fondo – anche all’abbinamento con la pizza.

Un risultato di grande soddisfazione per i 19 comuni che costituiscono la Franciacorta (compreso il comune di Brescia), territorio che supera i 3mila ettari nel suo complesso (2.800 sono infatti gli ettari vitati Franciacorta Docg (82% Chardonnay, 14% pinot nero, 4% pinot bianco), mentre 350 gli ettari vitati Curtefranca Doc), per una produzione di oltre 14,3 milioni di bottiglie vendute nel 2013, di cui 1.287.473 esportate), ma “con un potenziale produttivo a pieno regime che potrebbe arrivare nel 2018 a circa 18 milioni di bottiglie”, come specifica il presidente del consorzio di tutela del Franciacorta, Maurizio Zanella.

Il tutto mentre l’export di spumante – informa la Coldiretti con riferimento a tutte le tipologie made in Italy – registra una performance entusiasmante (+24%) nell’anno in corso, battendo i cugini dello Champagne che si fermano un +6 per cento.

Secondo il presidente di AstraRicerche, Enrico Finzi, “la marcia trionfale del Franciacorta è proseguita veloce anche nel fuoco della crisi. Maggior notorietà, prestigio ancora cresciuto, ormai indiscutibile leadership tra i vini italiani prodotti con metodo classico, sorpasso dello stesso Champagne: sono questi i principali obiettivi raggiunti nel triennio 2011-2014. Ciò traina anche il vissuto sociale della Franciacorta, anche se a questo miglioramento d’immagine non ha ancora corrisposto un adeguato incremento del turismo nell’area, ricca di potenzialità".

È senza dubbio positiva l’immagine del Franciacorta maschio, cioè il territorio. L’indagine evidenzia infatti che nell’immaginario degli italiani è una zona caratterizzata soprattutto dalla popolazione seria, laboriosa e onesta (94%); segue a stretto giro la valutazione molto positiva sulla qualità del cibo e sulle bellezze paesaggistiche e naturalistiche (92,1%). Nonostante il 91,6% pensi che possa ancora crescere da un punto di vista turistico, l’87,7% la considera già un’ottima meta per week end o brevi vacanze.

Eppure, rispetto al vino c’è un gap da colmare. Per l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, presente ad Adro pochi giorni fa, quando sono stati annunciati i risultati della ricerca, “il Franciacorta è un vino di grande reputazione, mentre la Franciacorta è un territorio che deve ricostruire la propria reputazione e deve farlo con azioni mirate, perché le potenzialità dell’area sono molto elevate”.
Motivi per cui, spiega Fava, “all’effetto traino assolutamente positivo del prodotto potrebbe beneficiare tutto il territorio della Franciacorta e vanno perseguite con ancora maggior forza politiche che spingono ulteriormente sul vino”.

Soddisfatto anche Maurizio Zanella. “Siamo orgogliosi di questi risultati, perché l’impegno e le iniziative messe in campo nell’ultimo triennio hanno evidentemente dato i loro frutti. Penso ai Festival itineranti che da anni portano il Franciacorta in giro per l’Italia, alla partnership con Camera Nazionale della Moda, alla presenza sempre più significativa in ambiti extra settore. I produttori franciacortini inoltre sono affiancati da coloro che lavorano nell’ospitalità e nell’accoglienza, il connubio vino-territorio è strategico per noi, la promozione del vino va di pari passo con quella del territorio”.