"Dobbiamo coniugare la qualità al tema dell'origine, perché il consumatore chiede trasparenza e ha mostrato, anche in tempo di crisi, di premiare la filiera in grado di garantire sicurezza. Ed è molto positivo che se ne discuta, nell'ambito del pomodoro, a livello mondiale qui in Lombardia. Non possiamo dimenticare che qui in Pianura padana si produce il 50 per cento del totale nazionale del pomodoro da industria". L'ha detto l'assessore all'Agricoltura della Lombardia Gianni Fava intervenendo, questa mattina, al Congresso mondiale del pomodoro, in programma fino a mercoledì a Sirmione (Brescia).

"Guai a pensare - ha dichiarato Fava di fronte a una platea di operatori proveniente da tutto il mondo - di avere di fronte un consumatore distratto. In questo periodo di crisi economica ci saremmo aspettati una maggiore rincorsa al prezzo, invece abbiamo visto che la qualità rimane un punto fermo". E la chiave della qualità è stata condivisa anche dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e da Costantino Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro, organizzatore dell'evento internazionale dedicato all'oro rosso, insieme a Fiere di Parma. La sfida per il futuro, ha ricordato l'assessore lombardo Fava, sarà "garantire remuneratività ai produttori e un prezzo accessibile per i consumatori".

In ottica Pac, la linea della Lombardia è stata quella di "sostenere la valenza strategica di filiera agroalimentare a comparti in grado di esprimere forte competitività, come il pomodoro. Devo ringraziare il ministro Martina, che ha difeso il ruolo delle Regioni dall'intromissione della Commissione Agricoltura della Camera su temi di nostra competenza. Nel 2016 faremo una verifica sull'efficacia delle scelte adottate nei giorni scorsi, anche in rapporto con gli altri Paesi europei. La nostra scelta è stata limpida, nella direzione di mettere in sicurezza il comparto sul versante della tracciabilità e della sicurezza del prodotto".

Temi, quelli dell'origine, che portano direttamente in Europa. "Per questo mi spiace che il presidente della Commissione Agricoltura a Strasburgo Paolo De Castro non sia presente - ha proseguito Fava -, perché il dibattito si sposta sul piano comunitario e indicare l'origine del prodotto significa tutelare il consumatore e dargli la libertà di scegliere fra una provenienza e un'altra piuttosto che fra una tipologia di lavorazione e un'altra".

Il Congresso mondiale del pomodoro rappresenta un'occasione di dibattito anche in vista di Expo 2015, che vede la Regione Lombardia impegnata sul tema dell'evento universale. "Non si tratta solo di nutrire il pianeta - ha detto Fava - ma di nutrire meglio il pianeta. Senza dimenticare che dobbiamo comprendere la necessità di portare il cibo laddove il suo accesso non è scontato. Tuttavia, ritengo che sia stato fatto troppo poco per garantire anche la qualità dei prodotti alimentari al pianeta, anche dando garanzie sulla provenienza e sulla qualità. E per questo servono delle regole, perché mercati senza regole sono mercati selvaggi". Lombardia ed Emilia-Romagna nel 2013 hanno prodotto circa 2 milioni di tonnellate di pomodoro industriale.