Il punto della situazione
Nevica abbondantemente sui rilievi alpini sino a quote collinari, mentre gli ultimi fiocchi stanno cadendo su varie località di pianura del Piemonte. Le precipitazioni raggiungeranno gradualmente anche le regioni orientali, investendo un po' tutti i settori centro-settentrionali della Penisola. Sulle restanti aree si cambierà invece registro: un richiamo mite dai quadranti meridionali porterà difatti un rialzo dei valori termici e di conseguenza l'innalzamento della quota neve.
Analisi
L’assaggio invernale di questi giorni è attribuibile all’azione atlantica. Un flusso meno teso ed incostante delle correnti oceaniche ha lasciato maggior spazio all'alta pressione delle Azzorre – fin ora isolata in pieno Atlantico – che, grazie ad una sua elevazione, ha influito dinamicamente sulla corrente a getto (in inglese jet stream: un flusso d'aria che fluisce a oltre 200 km/h a 11 km dalla superficie terrestre, con direttrice polo/equatore).
Il jet stream, disturbato appunto dall’anticiclone azzorriano, ha iniziato ad assumere importanti ondulazioni, pescando in tal modo aria più fredda dai bassi strati dell’Artico.
Così, dopo le pesanti anomalie termiche positive, è finalmente arrivato un consistente raffreddamento del comparto orientale europeo, ripristinando anche l'alta pressione scandinava prima e l'anticiclone russo poi (tipiche figure bariche protagoniste dell’inverno italiano).
Condizioni di gelo che hanno ripristinato un quadro meteorologico consono al periodo. Tra l'altro la struttura anticiclonica russa continuerà a rinforzarsi anche nelle prossime settimane, consentendo sull’Europa orientale la strutturazione delle attuali condizioni meteorologiche anche nelle lungo termine.
Le sorti italiane
Siccome il freddo non interesserà la penisola italiana, i cosiddetti "giorni della merla", considerati tradizionalmente i più freddi dell'anno, non vedranno una svolta invernale. Inibita già all’origine da una nuova compattazione del Vortice canadese, che nel lungo periodo pare riprendere il pieno controllo della situazione, ripristinando scenari meteorologici più autunnali che invernali.
Nessuna novità quindi per il lungo termine: nella prima metà di febbraio si presenteranno perturbazioni atlantiche a ripetizione, con un susseguirsi di ondate di maltempo con anomalie termiche positive nell’ordine di 5 gradi.
Tante piogge, ma anche abbondanti nevicate sui rilievi alpini oltre i 1500 – 1800 metri di quota, confermando il trend stagionale che le vede nell’occhio del ciclone in questa stagione assai anomala. In Appennino, invece, la quota neve s’innalzerà notevolmente per l’attivazione di venti dai quadranti meridionali, senza toccare i maggiori centri montani della dorsale.
Tendenza
Dall’analisi delle ultime emissioni modellistiche emergono configurazioni interessanti dopo il giro di boa mensile. Il Vortice polare andrà a spaccarsi in due parti, causa l’intrusione d'aria più mite sull’Artico. Naturalmente occorrono ulteriori elementi per valutare le traiettorie dei lobi, che potrebbero portare una fase marcatamente invernale su molte zone d'Europa, con riflessi sul bacino del Mediterraneo.